Ci sono tre tipi di ragazzi al mondo.
Il primo tipo è quello che vedendoti rabbrividire, con gioia, ti porge la propria felpa o giacchetta diventando un gentiluomo e facendoti credere che sia un gesto che ama fare. La verità è che nessun ragazzo ama darti i propri vestiti per davvero, è tutta una bugia, lo fanno perchè sanno che è un gesto tenero, ma sarebbero pronti a prenderti a pugni nel momento in cui rendi quel capo di abbigliamento tuo.
Il secondo tipo è quello che vedendoti rabbrividire non ti da la felpa perché non gli passa neanche per la mente di spogliarsi e darti qualcosa di suo, non per egoismo, semplicemente perché come ho già detto più volte, il genere maschile è lento, stupido e ha bisogno di grandi cartelli illuminati a volte per capire cosa fare e quando farlo.
Ed il terzo tipo, anche chiamato gli stronzi, ti guarda mentre stai soffrendo e magari ha anche una felpa in più macchina ma piuttosto di dartela e farti smettere di tremare, preferisce guardarti sorridendo divertito giudicando le tue scelte in abbigliamento e la tua stupidità.
Ma grazie a Dio, Harry Styles rientra nel primo tipo, i ragazzi gentili che mentono.
"Questi non sono decisamente la tua taglia, ma meglio che morire di freddo giusto?" Chiede non appena entriamo nella casa dei suoi genitori. Mi guardo attorno curiosa per poi notare il ricciolo mentre apre la sua borsa tirando fuori una felpa rossa dell'università di Los Angeles.
Sorrido sollevata mentre afferro tra le mie mani il capo d'abbigliamento. Odio i vestiti e tutte le cose attillate dunque una felpa larga che mi renda simile ad un ragazzino di tredici anni è il mio sogno.
"Sei il mio eroe, davvero" Dico mentre me la infilo sistemandola sul mio corpo e sentendo il calore pervadere lentamente il mio corpo.
"Per quanto fossi bellissima in quel vestito, ti preferisco vestita così, in più il rosso ti dona" Dice indicandomi ed io faccio una giravolta in modo goffo per poi muovere il mio sedere senza un ritmo.
"Il rosso tira fuori le mie doti da stripper più nascoste" Scherzo mentre Harry mi guarda prima confuso per poi scoppiare a ridere scuotendo la testa.
"Puoi essere meno te stessa?" Domanda Ashton nell'auricolare ed io alzo impercettibilmente gli occhi al cielo. A volte mi capita di uscire dal mio personaggio di brava ragazza perfetta che mai perde la calma e mai ha momenti da maschiaccio, ed in genere quando mi succede i miei bersagni ignorano la cosa e cercano di scordarsela, eppure Harry ha appena riso.
Mi guardo attorno nella casa, il salotto è uno grande spazio con tre divani posizionati a semicerchio e un focolare in pietra nel mezzo dove posso solo immaginare quanti marshmellow si potrebbero scaldare.
La cucina è nella stessa stanza ed è composta da un'isola in legno scuro ed elettrodomestici di ultima generazione. E questo è solo il primo piano di questa casetta di lago.
"Questa è la vostra casa delle vacanze di famiglia?" Domando curiosa infilando le mani nel tascone della felpa.
"In realtà i miei l'avevano comprata per poter sistemare i loro rapporti durante una specie di vacanza ma alla fine hanno divorziato ancora prima di poter entrare in questa casa, così io e mia sorella l'abbiamo sempre usata con i nostri amici" Spiega ed io lo guardo dispiaciuta ma subito lui scuote la testa.
"Oh non fare quella tipica faccia dispiaciuta, non erano due persone molto legate e ora stanno meglio da sole, non c'è alcun trauma, nessuna infanzia particolarmente depressa, e poi non si può essere tristi quando come risultato si ha questa enorme villa in mezzo ai boschi, o sbaglio?" Domanda cercando di riportare un clima meno teso ed io annuisco.
"Anche i miei genitori sono separati, so cosa si prova, non c'è bisogno di spiegarlo" Dico con un piccolo sorriso e subito sento mio fratello intromettersi.
"Rebecca non dargli dettagli su di te che non abbiamo già accordato insieme" Mi riprende ed io continuo a sorridere ad Harry per poi alzare le spalle.
"Ma hey, io non ci ho guadagnato una casa del genere tutta per me" Dico scherzando ed il ragazzo scoppia a ridere per poi essere interrotto da una terza voce improvvisa.
