19- Go rob a bank or sum

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Calum's Pov

"Tutto bene?" Domando appoggiando dolcemente la mia mano sulla sua spalla mentre lei si irrigidisce al solo tocco.
"Sì" Sussurra senza neanche voltarsi verso di me e guardarmi.

Ogni nostro litigio ci distanzia sempre di più, anche le piccole cose scatenano discussioni infinite e furiose tra noi due. Non è più piacevole passare le giornate insieme, io amo stare con lei, io la amo, ma non sono sicuro lei ricambi più.

Abbasso lo sguardo sulle mie mani mentre sospiro cercando di calmarmi dopo l'ennesima lite con lei. So che questa non è la Rebecca che conosco, so che questo è un momento difficile per lei. Per quanto voglia ammettere di stare bene e che lei al contrario di suo fratello l'abbia superata, che la morte di sua madre non l'abbia cambiata, quel lutto l'ha distrutta dentro.

Agli inizi non ha mai lasciato il suo lato più oscuro avvolgerla, forse perché la morte di sua madre era ancora fresca e non l'ha mai accettata, l'ha sempre ignorata, se suo fratello evitava il fuori lei evitava quel tipo di pensieri. Si è sempre concentrata su altro, finché sono arrivato io.

Non dubito che agli inizi lei mi abbia amato, non voglio pensare che sia stata tutta una bugia per non rimanere sola, so che c'era dell'onestà nelle sue parole. Ma lentamente, insieme al lutto e alla mancanza della madre lei ha cominciato a cambiare. Lentamente ha smesso di parlare di cosa provava, ha cominciato a irritarsi per ogni piccolo problema, ha smesso di sorridere, ha smesso di uscire con le sue amiche, non ha più parlato delle piccole cose come una volta, le sue visite sono diminuite, le sue carezze sono scomparse e sono rimaste solo le urla tra noi due.

"Se vuoi posso andare via" Sussurro sperando che lei possa dirmi di rimanere ed aiutarla, che lei possa aprirsi per una volta e farmi capire cosa posso fare per aiutarla. Non voglio perderla.
"Okay" Risponde con lo stesso tono mentre io mi mordo il labbro inferiore.

"Reb, io non voglio perderti" Ammetto alla ragazza ancora voltata di spalla mentre guarda fuori dalla sua finestra con uno sguardo vuoto e distante da tutto.

Silenzio.

"Sei andata dalla dottoressa Partson?" Domando timidamente riferendomi alla psicologa della scuola. Ho provato a offrirle il mio aiuto per permettersi qualcuno migliore ma non ha voluto il mio aiuto e si è chiusa a riccio sull'argomento.
"Reb, ti ho fatto una domanda" Riprovo e la ragazza si volta verso di me irritata.
"Non dovevi andare via?" Domanda lei scocciata ed io annuisco alzandomi dal suo letto per poi guardarmi attorno nella sua stanza. Le tende sono leggermente aperte ma lasciano la camera in semi ombra, i suoi libri sono sparsi ovunque, i suoi vestiti sono raggomitolati per terra, tutto qui attorno è in disordine.

"Io ci sto provando Reb" Le dico sconsolato e lei evita il mio sguardo senza rispondermi mentre io stringo i pugni per poi urlarle contro.
"Perchè non puoi dirmi cosa c'è che non va? Ti sto guardando mentre ti allontani da me senza neanche un motivo? Cosa ti ho fatto? Cosa è cambiato? Puoi per favore dire qualcosa, qualunque cosa!" Le urlo mentre lei si chiude a riccio abbassando la testa sulle sue gambe, sguardo impassibile, freddo e distante.

"Va tutto bene" Sussurra ed io sospiro chiudendo gli occhi. La cosa che mi fa più male è che forse è colpa mia, prima che arrivassi lei non era così, era piena di vita, felice, energetica, sempre pronta a combattere, e ora, l'unico con coi combatte sono io, come se mi odiasse.

E se fossi io il problema? E se questa sua versione che la fa stare male fosse provocata da me? Dalla nostra relazione? Siamo quel tipo do coppia che viene definita tossica?

Io non voglio vederla soffrire.
E non voglio più soffrire così.

"Ti amo" Sussurro abbassando lo sguardo e lei si volta leggermente verso di me stupita dalle mie parole per poi sospirare e annuire.
"Anche io"

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