𝐄𝐏𝐈𝐋𝐎𝐆𝐔𝐄 | 𝗋𝖾𝗐𝗋𝗂𝗍𝖾 𝗍𝗁𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌

137 13 8
                                    

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗲𝗽𝗶𝗹𝗼𝗴𝘂𝗲𝗋𝖾𝗐𝗋𝗂𝗍𝖾 𝗍𝗁𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

𝗲𝗽𝗶𝗹𝗼𝗴𝘂𝗲
𝗋𝖾𝗐𝗋𝗂𝗍𝖾 𝗍𝗁𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌


«Arrivederci, signor Kim!» Un eco indistinto di voci si innalzò all'unisono all'interno dell'ampia palestra, per poi scemare in un sommesso e confuso vociare.

L'uomo rivolse ai ragazzi un sorriso gentile, che rimase sul suo volto ambrato quando una di loro gli si approssimò con passi flemmatici. «Professore, avrei una domanda da farle» parlò la ragazza, scostandosi una ciocca ramata dagli occhi e riponendola dietro un orecchio. L'insegnante annuì, rivolgendo a lei la sua intera attenzione nel mentre che la stanza si svuotava completamente. «Ho dei dubbi riguardo al ritiro della prossima settimana.»

Il docente fece un fugace cenno con la testa e mantenne le labbra allungate in un sorriso cortese. «Non ti preoccupare, Naeun. In questi giorni vi fornirò tutte le informazioni necessarie.»

La ragazza, dopo aver pronunciato un paio di ringraziamenti ed essersi inchinata almeno una volta, ruotò su se stessa e saltellò sul parquet lucido, fino a varcare gioiosa l'uscio della palestra. Dall'esatto punto in cui la figura minuta della studentessa scomparve, apparve l'ormai familiare sagoma di un uomo dai tratti delicati e dal corpo snello. «Ciao, Taehyung!» lo salutò allegramente il nuovo arrivato.

Il nominato allargò le labbra in un'espressione di genuina felicità. «Woojae» ricambiò il saluto, nel mentre che chiudeva il suo computer portatile e lo riponeva nel suo zaino color pece. Udì i passi felpati del suo collega avvicinarsi alla sua figura indaffarata, ma decise di rivolgergli il suo completo interesse solo una volta che tutto il suo materiale era sparito dalla superficie liscia del banco accatastato a una delle pareti.

«Ora vai a casa?» domandò Woojae, passandosi le dita tra le sue ciocche corvine e lasciando che poi ricadessero nuovamente sopra le sue palpebre socchiuse. Taehyung alzò finalmente lo sguardo e lo fissò sull'altro uomo, studiandone attentamente le fattezze. Le sue iridi vagarono su tutta l'area del suo viso e osservarono i suoi occhi estremamente grandi e dimora di sporadici barbagli, il suo naso leggermente all'insù e le labbra rosate a forma di cuore. Nonostante le diverse difformità, Taehyung non riuscì a non captare qualche somiglianza con il suo oramai ex amante, che ancora risiedeva nel suo cuore non del tutto rattoppato.

«No, prima devo andare da un'altra parte» rispose egli. Si passò le falangi tra le sue ciocche dorate e ne tastò la loro essenza crespa a causa delle svariate tinte a cui erano state sottoposte nel corso degli anni. Inizialmente si era rattristato quando aveva dovuto abbandonare completamente il colore turchese, ma nel notare come le sfumature celesti erano state sostituite da tonalità verdastre, aveva creduto che un colore più neutro sarebbe stato più gestibile. «Perché me lo chiedi?»

I due uomini si incamminarono fuori dalla vasta palestra e percorsero fianco a fianco il lungo corridoio, per poi venir bagnati dal tiepido calore solare. La primavera, dopotutto, rimaneva sempre la sua stagione preferita, quel periodo dell'anno che conservava tra le chiome folte degli alberi una miriade di ricordi, alcuni allegri e spensierati, altri strazianti e laceranti.

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora