𝟐𝟔 | 𝗁𝗈𝗅𝖽𝗂𝗇𝗀 𝖺 𝗌𝗍𝖺𝗋 𝗂𝗇 𝗆𝗒 𝗁𝖾𝖺𝗋𝗍

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘁𝘄𝗲𝗻𝘁𝘆-𝘀𝗶𝘅𝗁𝗈𝗅𝖽𝗂𝗇𝗀 𝖺 𝗌𝗍𝖺𝗋 𝗂𝗇 𝗆𝗒 𝗁𝖾𝖺𝗋𝗍

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘁𝘄𝗲𝗻𝘁𝘆-𝘀𝗶𝘅
𝗁𝗈𝗅𝖽𝗂𝗇𝗀 𝖺 𝗌𝗍𝖺𝗋 𝗂𝗇 𝗆𝗒 𝗁𝖾𝖺𝗋𝗍


Era pomeriggio inoltrato quando Jeongguk decise di far ritorno nella sua abitazione per far compagnia a sua zia e per aggiornarla il più approfonditamente possibile riguardo gli ultimi avvenimenti che l'avevano visto protagonista.

Il viaggio in macchina insieme a Taehyung, a contrario delle altre volte, era parecchio vivace. Entrambi i ragazzi ridevano e scherzavano l'uno con l'altro, quasi come se avessero completamente rimosso dai loro ricordi le parole intrise di dolore raccontate dal più piccolo dei due solo qualche ora prima.

I suoni soavi delle loro risate che si intersecavano tra di loro coprivano quasi completamente le delicate melodie che venivano trasmesse dalla radio; probabilmente si trattava di una qualche vecchia canzone che nessuno dei due giovani conosceva o aveva mai udito in vita sua.

Quando il motore smise di rombare attraverso la quiete della natura, Taehyung si voltò per fronteggiare il suo fidanzato e, prendendogli delicatamente una mano, gli rivolse uno dei sorrisi più raggianti che possedesse. «Oggi, nonostante tutto, mi sono divertito» esclamò il maggiore, poggiando le sue labbra carnose sulle nocche spigolose del più piccolo. «Prima di salutarti, voglio ricordarti che non stai combattendo questa battaglia da solo, okay?» Poi, traendo un profondo respiro e passando i suoi polpastrelli sull'epidermide candida della mano dell'altro, sussurrò: «Il seme della sofferenza in te può essere forte, ma non aspettare di non avere più dolore prima di permetterti di essere felice.»

Jeongguk annuì lentamente, mormorando un flebile "Ne terrò a mente", prima di sporgersi leggermente in avanti e lasciare che le sue labbra sfiorassero con tenerezza la guancia abbronzata del più grande. «Grazie, hyungie» bisbigliò timidamente, per poi districarsi con cautela dalla stretta esercitata dall'altro e aprire la portiera della sua lussuosa automobile.

Sventolando teneramente la mano, salutò con briosità il suo ragazzo e lo osservò sfrecciare via attraverso le brulicanti strade di Seoul. Sistemandosi i capelli dietro all'orecchio, bussò un paio di volte contro il legno bianco della porta di casa sua, sapendo che sua zia fosse in casa – in quanto ancora non era riuscita a trovare un lavoro che la soddisfacesse abbastanza per quanto riguardasse lo stipendio.

Solo dopo qualche minuto, la figura assonnata di Sunhee gli si parò davanti. Le sue ciocche castane erano spettinate e le ricadevano disordinatamente sul viso giovane, il quale era privo di una sola traccia di trucco in quanto era invece decorato da due enormi e ben visibili occhiaie che stanziavano fieramente sotto i suoi occhi carichi di sonnolenza. Il suo fisico longilineo era fasciato da degli abiti di larga misura che celavano qualsiasi sua curva fuori posto e arrivavano persino a nascondere i suoi piedi scalzi. Le lunghe falangi, che ultimavano con le sue caratteristiche unghie lunghe ricoperte dal solito frastagliato smalto bordeaux, reggevano fermamente un calice di vino rosso mezzo vuoto.

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Where stories live. Discover now