𝟐𝟎 | 𝖺 𝗌𝗄𝗒 𝖿𝗎𝗅𝗅 𝗈𝖿 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘁𝘄𝗲𝗻𝘁𝘆𝖺 𝗌𝗄𝗒 𝖿𝗎𝗅𝗅 𝗈𝖿 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘁𝘄𝗲𝗻𝘁𝘆
𝖺 𝗌𝗄𝗒 𝖿𝗎𝗅𝗅 𝗈𝖿 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌


La sua pelle diafana venne illuminata dal freddo sole di prima mattina che faceva capolino da dietro le nubi che macchiavano la coltre celeste di Tokyo. I suoi raggi creavano tremolanti giochi di luce sulla sua epidermide e gli carezzavano le guance scarne a contatto con il cuscino.

Il suo fisico emaciato era stretto tra due corpi non così tanto sconosciuti che, con il calore che irradiavano, lo facevano sentire protetto e al sicuro, soprattutto nelle sue solitamente tormentate fantasie notturne.

A svegliare il castano dal suo sonno leggero fu il sonoro trillo di una sveglia proveniente da quello che poi scoprì essere il cellulare di Jimin. Il biondo alzò di scatto la testa e allungò un braccio per far cessare quel fastidioso suono prima di ritornare a sdraiarsi nella sua confortevole posizione di prima, fronteggiando ora un Jeongguk più vigile.

«Buongiorno, Jungoogi» sussurrò egli, osservando come il minore strabuzzò gli occhi alla loro vicinanza e contrasse i muscoli quando si rese effettivamente conto di cosa fosse successo la notte precedente. Il ballerino, però, non gli lasciò nemmeno il tempo di aprire bocca per mormorare timide parole, ché lo interruppe sul nascere. «Spero tu abbia dormito bene perché i programmi di oggi sono super elettrizzanti.»

Il più piccolo annuì esitante, rilassandosi con fatica tra la salda morsa che Taehyung ancora esercitava sul suo corpo. Era certo che l'azzurro fosse sveglio a causa del suo respiro leggermente accelerato che gli sbatteva sul retro del collo e delle rilassanti carezze che lasciava casualmente sui suoi fianchi coperti da una felpa larga.

«Ora io vado in bagno a prepararmi e poi potete usarlo voi» li informò Jimin, alzandosi dal materasso solo dopo aver passato le sue dita paffute tra le ciocche setose di Jeongguk. «Tra un'ora dobbiamo trovarci con gli altri per fare colazione tutti insieme.»

L'atleta mormorò piano in contemporanea al delicato suono che produsse la porta una volta che venne chiusa in un fluido movimento.

Il maggiore rafforzò la presa attorno al minore e seppellì il volto tra i suoi ciuffi scuri. Era una posizione che Hoseok spesso assumeva in sua presenza, adorando la dolce fragranza che l'altro emetteva. Non gli dava fastidio che ad abbracciarlo fosse un'altra persona oltre che al suo migliore amico perché, se chiudeva gli occhi e si lasciava trasportare dal flebile e costante respiro del maggiore, poteva proiettarsi sotto le palpebre appesantite una familiare zazzera vermiglia e un caratteristico sorriso a cuore.

Taehyung non proferì parola ma decise di cullare il più piccolo tra le sue confortevoli braccia e di lasciare che la sua mente tormentata rimanesse leggera per qualche altro istante. Non menzionò nulla di quello che accadde la sera precedente, della sua crisi o dei suoi patetici piagnucolii, ma Jeongguk era certo che infinite domande pizzicavano la lingua del più grande e la curiosità gli ottenebrava le scure iridi.

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Where stories live. Discover now