𝟎𝟏 | 𝗌𝗁𝗂𝗇𝗂𝗇𝗀 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝗼𝗻𝗲𝗌𝗁𝗂𝗇𝗂𝗇𝗀 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝗼𝗻𝗲
𝗌𝗁𝗂𝗇𝗂𝗇𝗀 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗌


La Luna era alta nel cielo mentre navigava in quell'oceano nero come la pece e privo di qualsiasi stella. La sua fievole luce illuminava pigramente la Terra e i suoi stanchi raggi si intrufolavano timidi attraverso la persiana color beige della cameretta immacolata del ragazzino che giaceva tranquillo sul suo candido letto.

Indossava ancora i jeans scuri e la T-Shirt bianca della serata appena trascorsa col suo migliore amico. Non si era nemmeno tolto le scarpe color ocra quando, qualche ora prima, era tornato a casa sua esausto da quella sfiancante serata al grazioso bar vicino al parco dove trascorse la maggior parte della sua infanzia a giocare con il maggiore.

La sua testa era adagiata delicatamente sul materasso mentre il suo sguardo era ancorato al soffitto monotono del suo vano. Esso presentava l'unica nota colorata in quella triste abitazione: cinque piccole stelle gialle erano attaccate sciattamente alla vernice bianca, offrendo degli spazi laddove una stella era solita riempirli.

Jeongguk trovava quasi ironica quella situazione. Le stelle vere morivano dopo un lungo periodo di tempo, mentre alcune delle sue morirono dopo un paio di settimane per colpa della mancanza di presa della colla sul loro retro.

Scosse piano la testa nel tentativo di scostarsi i fastidiosi ciuffi castani che gli offuscavano la vista mentre le sue braccia si allungavano pigramente verso l'immacolato soffitto; i suoi occhi erano socchiusi, mentre il suo corpo era entrato in una sorta di stato di trance con le gambe che dondolavano stancamente ai piedi del letto. Lui voleva sul serio toccare le stelle – quelle vere – e vederle brillare della loro luce più luminosa, sentire il calore che trasmettevano proprio come faceva una lampada dopo un'ora di uso, per sentire la luce bruciacchiare il suo dito una volta sfiorata la fonte di energia. A lui, invece, rimanevano solo le stelle di plastica che si illuminavano al buio, troppo lontane da raggiungere come quelle vere.

Egli lasciò cadere pesantemente le sue braccia lungo il suo magro corpo, rilasciando un leggero sospiro. Voltò la testa verso destra, alzandola lievemente, e i suoi occhi assonnati caddero sulla sveglia digitale posta sul bianco comodino. I numeri segnavano le 4:46, indicando che probabilmente nemmeno quella notte si sarebbe lasciato cadere tra le accoglienti braccia di Morfeo.

Ripuntò le sue iridi stanche sulle piccole stelle fluorescenti nel mentre che la sua mano destra si posava fiaccamente sul petto, in corrispondenza del cuore.

Lo sentiva pompare il sangue lentamente, sentiva i suoi calmi battiti rimbombare nella sua cassa toracica, sentiva le sue palpitazioni risuonare forti contro la sua piccola mano.

E se lo chiedeva spesso cosa sarebbe accaduto se il suo organo vitale avesse smesso d'un tratto di battere. L'aldilà, com'era fatto? C'erano l'Inferno e il Paradiso come citavano diversi importanti testi da lui letti? E lui, in che parte sarebbe andato?

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Where stories live. Discover now