𝟎𝟐 | 𝖻𝖾𝖺𝗎𝗍𝗂𝖿𝗎𝗅 𝗆𝗈𝗈𝗇

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘁𝘄𝗼𝖻𝖾𝖺𝗎𝗍𝗂𝖿𝗎𝗅 𝗆𝗈𝗈𝗇

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘁𝘄𝗼
𝖻𝖾𝖺𝗎𝗍𝗂𝖿𝗎𝗅 𝗆𝗈𝗈𝗇


La sua matita tracciava linee precise sotto la guida attenta del ragazzino. Il foglio, prima candido, cominciava ad intrecciare le sue forti fibre con i segni netti procurati dalla mina grigia.

Dopo aver mangiato del buon bibimbap, si era rifugiato nella sua stanza e, non appena afferrò il suo fidato block notes e una matita dalla scrivania, si rannicchiò sul davanzale della finestra, avvolto da una delle sue solite felpe larghe dai tenui colori pastello e da un paio di grandi pantaloni della tuta.

Il quadernetto era tenuto pericolosamente in equilibrio sopra alle ginocchia portate al petto da Jeongguk, mentre sulla pagina cominciava a prendere forma un bellissimo ritratto raffigurante uno dei suoi soggetti preferiti: la Luna.

Quella del suo disegno navigava liberamente nello scuro mare quale era il cielo. La sua bellezza era percepibile attraverso ogni minimo dettaglio. Attorno ad essa uno sciame di puntini rappresentava le stelle. Piccole, affascinanti, mozzafiato. Jeongguk, ogni volta che fissava lo sguardo al cielo notturno, ne rimaneva sbalordito. Non riusciva a capacitarsi dell'estrema bellezza che essa possedeva. Lui la definiva come una donna in calze a rete: bella e fatale. Fatale. Sicuramente era così. Quando le sue scure iridi tracciavano le morbide curve del satellite, sentiva il suo cuore stringersi, una forte morsa intrappolargli l'organo. I suoi occhi mai avevano captato qualcosa di così spettacolare.

Una volta che la grande sfera bianca, con qualche sfumatura argentea a decorarla, prese vita sulla pagina, Jeongguk sorrise. Un sorriso sincero, uno di quelli che mostrava l'imperfezione dei suoi denti frontali; un sorriso orgoglioso.

Si sistemò gli occhiali tondi sul naso e passò le sue delicate dita sul disegno strabiliante, dopo aver lasciato cadere la matita al suo fianco. Le sue corte unghie seguivano leggiadramente il contorno dell'imponente soggetto dell'opera partorita dalla contorta mente del ragazzino.

Fermò i suoi calmi movimenti e fissò lo sguardo al di là della finestra, tenendosi stretto il blocchetto al petto come se esso potesse svanirgli tra le dita da un momento all'altro.

Le sue orbite scure vagavano attentamente sul paesaggio al di fuori della lastra di vetro. Delle modeste casette si stanziavano proprio attorno alla sua abitazione; esse avevano dei neutri colori – grigio, bianco, giallo – ed erano circondate da numerosi alberi dalle grosse chiome verdi, folte, vive. Su alcuni di essi stavano cominciando a nascere i primi colorati fiori, segno che la primavera aveva ormai fatto il suo ritorno.

Vedere tutti quei sgargianti colori sbucare dai verdi fili d'erba gli metteva allegria. La primavera gli aveva sempre fatto quell'effetto: quando dopo tre interminabili mesi caratterizzati da lunghe grigie giornate, vedere i boccioli variopinti circondati da vivaci farfalle gli portava un innato senso di pace.

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Where stories live. Discover now