𝟎𝟒 | 𝗌𝗁𝖺𝖽𝗈𝗐𝗌 𝖿𝗋𝗈𝗆 𝗍𝗁𝖾 𝗆𝗈𝗈𝗇

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝗳𝗼𝘂𝗿𝗌𝗁𝖺𝖽𝗈𝗐𝗌 𝖿𝗋𝗈𝗆 𝗍𝗁𝖾 𝗆𝗈𝗈𝗇

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝗳𝗼𝘂𝗿
𝗌𝗁𝖺𝖽𝗈𝗐𝗌 𝖿𝗋𝗈𝗆 𝗍𝗁𝖾 𝗆𝗈𝗈𝗇


Su Seoul incombeva una cupa coltre di scure nuvole che promettevano un'altra lunga giornata di pioggia. Il Sole non poteva essere visto da nessuna parte, solo il grigiore del cielo augurava una triste domenica ai pochi cittadini a spasso per la città.

La cameretta di Jeongguk era ancora avvolta dal buio, ma i grandi occhi del ragazzino brillavano terrorizzati, luccicando in mezzo al nero. Era tenuto stretto dalle possenti braccia del suo migliore amico, ma non poteva fare a meno di sentirsi inquieto.

In bocca gli dominava ancora l'amaro sapore del vomito che aveva rigettato pochi attimi prima, mentre le sue grandi iridi – liquide a causa del panico che gli scorreva nelle vene – si muovevano freneticamente alla cieca tra le quattro pareti della stanza.

Il suo minuto corpo era scosso regolarmente da violenti spasmi e, di tanto in tanto, dalla gola gli strisciavano fino alla lingua dei sofferti lamenti, scuotendo bruscamente la sua esile corporatura.

Era a conoscenza del fatto che sua zia fosse rincasata a notte inoltrata. A quel tardo orario lui era già sveglio, reduce di un terribile incubo e di una corsa trafelata al bagno per rigettare ciò che il suo stomaco respingeva. Sentì la donna rimanere sull'uscio della camera per qualche secondo, sospirando piano, prima di avvicinarsi con passo felpato al letto. Lasciò un soffice bacio sulle ciocche umide di suo nipote e poi sistemò l'asciugamano sulla sua fronte solo dopo averlo inzuppato nuovamente nell'acqua fresca.

Soffocò un violento colpo di tosse premendosi forte la mano sulle labbra, cercando di non svegliare il ragazzo addormentato e avvinghiato a lui. Il suo lieve russare faceva da colonna sonora a quella tragica vicenda, mentre il suo pesante respiro si infrangeva contro l'epidermide scoperta del collo del suo migliore amico.

Quando però quest'ultimo sentì la bile raschiargli lo stomaco e arrampicarsi viscidamente lungo la trachea, si alzò con uno scatto repentino dal letto e si fiondò nel piccolo bagno, dimenticandosi momentaneamente del rosso ancora dormiente. Una volta raggiunta la destinazione, rigettò il tutto nel water e tossì disperatamente, sentendo la gola bruciargli per lo sforzo.

Mentre guardava il vomito dal rivoltante colore giallognolo mischiarsi all'acqua dello scarico e vorticare giù negli abissi più profondi delle fogne, avvertì delle dolci carezze venirgli lasciate sulla larga felpa grigia e una grande mano strofinargli affettuosamente la schiena. «Gukie, ehi. Tieni.»

Hoseok gli passò un bicchiere d'acqua e lui, una volta afferrato il freddo oggetto di vetro tra le tremolanti dita, bevve tutto il contenuto senza esitazione, sentendo la purezza del liquido trasparente donargli sollievo alla gola. «G-Grazie, hyung» riuscì a dire, incespicando leggermente tra le lettere.

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora