𝟎𝟕 | 𝖼𝗈𝗌𝗆𝗂𝖼 𝖽𝗎𝗌𝗍

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘀𝗲𝘃𝗲𝗻𝖼𝗈𝗌𝗆𝗂𝖼 𝖽𝗎𝗌𝗍

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘀𝗲𝘃𝗲𝗻
𝖼𝗈𝗌𝗆𝗂𝖼 𝖽𝗎𝗌𝗍


Il sole scintillava alto nel cielo, illuminando con la sua calda presenza ogni angolo che componeva l'enorme spazio che circondava l'edificio scolastico, dove gli studenti erano ancora rintanati. Le candide nuvole tappezzavano artisticamente la distesa celeste quale era il cielo di quella giornata, mentre gli uccellini cinguettavano armoniose melodie che fungevano da dolci colonne sonore per l'imminente conclusione di quella faticosa giornata trascorsa sui libri dai giovani ragazzi dagli occhi stanchi e le menti in confusione.

Il trillo della campanella rimbombò prepotente in tutto l'edificio, facendo riversare gli alunni negli ampi corridoi, pronti per tornare a casa dopo una stressante giornata scolastica.

Jeongguk infilò le braccia nelle bretelle del suo zaino color pastello e si immerse indifferente nella folla allegra, facendosi guidare da essa fino al vasto spazio esterno. La sfera infuocata regnava dalla sommità del Mondo e i suoi deboli raggi rischiaravano timidi l'azzurra coltre che sovrastava il ragazzino. Con una mano ancorata alla cartella e lo sguardo basso, mosse lenti passi verso l'arrugginito cancello d'ingresso, dove avrebbe atteso pazientemente che sua zia arrivasse con la sua lucida macchina scura.

Ad interrompere la sua tranquilla camminata furono però tre figure che gli si piazzarono davanti, facendolo bloccare sul posto. I suoi occhi videro subito un paio di Maison Margiela dagli scuri colori; quelle costose scarpe erano affiancate da un semplice paio di Nike bianco e uno di Vans bordeaux. Sollevò lo sguardo per poter scontrare le sue scure iridi con quelle di Taehyung, che lo guardava dall'alto con un lieve ghigno ad increspargli le labbra carnose. Spostò poi i suoi occhi su Minjee e Jimin, che avevano i loro bei visi decorati da ampi sorrisi.

«Ehi, Jungoogi!» L'allegra voce del ragazzo biondo catturò l'attenzione del nominato, che gli volse un piccolo sorriso imbarazzato accompagnato da una lieve sventolata della sua piccola mano – che si era ammorbidita dalla forte presa che prima esercitava sulla bretella.

«Jeongguk!» Non fece nemmeno in tempo a metabolizzare a chi appartenesse la soave voce, che fu avvolto dalle calorose braccia di Minjee. Ella gli cinse il collo e sorrise ampiamente contro il lato sinistro della sua testa. Il minore in quel momento si sentiva fortemente a disagio ché non sapeva dove tenere le mani né come reagire a quel naturale gesto d'affetto.

La ragazza si staccò quasi subito - forse sentendo la tensione del corpo del più piccolo - e lo guardò teneramente negli occhi. Stava per pronunciare qualcosa, quando l'acuta voce di Jimin la interruppe sul nascere. «Ho sentito che sei stato male» esclamò il ballerino, facendo in modo che l'attenzione di Jeongguk si posasse interamente su di lui. «Ora come stai?»

𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒Where stories live. Discover now