𝟎𝟔 | 𝗅𝗂𝗍𝗍𝗅𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘀𝗶𝘅𝗅𝗂𝗍𝗍𝗅𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝘀𝗶𝘅
𝗅𝗂𝗍𝗍𝗅𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋


I caldi raggi solari illuminavano il fresco asfalto della strada sulla quale la pregiata Chevrolet Camaro blu metallico sfrecciava imperterrita, facendo stridere fastidiosamente le gomme contro di esso.

Nel veicolo si disperdevano i soavi suoni di una qualche canzone dalle piacevoli note classiche, il genere preferito di Minjee. I suoi capelli neri, liberi da qualunque elastico li potesse tenere intrappolati, seguivano il soffiare debole del vento che sgusciava dal finestrino aperto fino a metà. Sul suo bel viso tondeggiante era stampato un ampio sorriso mentre chiacchierava animatamente con il suo ragazzo, alla guida dell'automobile.

Quest'ultimo aveva una mano poggiata mollemente sul volante mentre l'altra penzolava oltre il vetro, con le sue lunghe dita che reggevano una sigaretta mezza consumata. Le ciocche celesti erano scompigliate sulla testa e sulle labbra aveva un sorriso accennato, mentre i suoi occhi erano fissi sulla strada davanti a lui nonostante tendesse l'orecchio nella direzione della sua fidanzata, ascoltando il suo continuo blaterare riguardo l'ultima commedia romantica trasmessa in televisione.

Nei posti dietro, Jeongguk e Jimin erano abbastanza silenziosi. Jimin aveva la testa che riposava sul fianco della macchina e le braccia posate morbidamente sulle gambe toniche. I ciuffi dorati gli coprivano gli occhi socchiusi e le sue labbra carnose formavano un leggero sorriso a causa della dolce musica che delicatamente gli accarezzava i timpani.

Jeongguk invece aveva lo sguardo perso nel paesaggio che slittava rapidamente oltre il finestrino. Le sue mani erano incrociate sul suo grembo e i suoi pensieri lo avevano da molto tempo prelevato da quell'angusta macchina, mostrandogli diversi universi alternativi con l'intento di distrarlo dai vivaci rumori che dimoravano nello stretto abitacolo.

Dopo aver brevemente festeggiato la meritata vittoria della squadra di football al piccolo bar, Minjee aveva insistito per accompagnarlo a casa sua con la costosa macchina di Taehyung, evitando così di disturbare la zia del minore, impegnata sicuramente a lavoro.

Il castano si era domandato come facesse un ragazzo di diciotto anni ad avere un'automobile così costosa, ma lasciò scivolare via quel pensiero dalla sua testa, constatando non fosse un argomento che lo riguardasse. 

Nella Camaro aleggiava un dolce profumo di vaniglia, decisamente più delicato del forte odore di lavanda che era solito sentire a casa sua, e la trovò una fragranza piuttosto gradevole per il suo olfatto.

Le sue iridi, quando si stancavano di osservare i volti felici dei cittadini che invadevano le vie della capitale sudcoreana, studiavano ogni particolare dei tre ragazzi che gli facevano compagnia. Quell'aspetto così tranquillo di Jimin, diverso dal ragazzo vivace e senza peli sulla lingua che era stato in grado di conoscere in pochi giorni, quasi lo terrorizzava. Era così silenzioso e perso tra i profondi meandri della sua mente da sembrare tutt'altra persona, ma decise di non rompere la sua innata quiete.

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