Capitolo 26 ~ Finirà Mai Tutto Questo?

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Eloyn


Quanto tempo sarà passato da quando sono stata strappata via dal mio villaggio, dalla mia casa, da ciò che un tempo ritenevo prezioso?

Un mese, due mesi... forse tre?

Quando ero nella magione di Lux mi ritrovavo a contare ogni minuto, ora, giorno. Un'abitudine nata da una brama che si divideva tra vendetta e libertà. Ho desiderato a lungo oltrepassare quel cancello, quando in realtà era ciò che mi proteggeva. Ho smesso di contare le settimane, e ho smesso di avere paura della persona di cui avrei dovuta averne di più. Ho cominciato a conoscerla, ad apprezzarla, e poi desiderarla. Ma adesso ho ricominciato a contare, a sperare di ritrovare la libertà. Qui, in una carrozza, con gli occhi spalancati, avevo visto la notte tramontarsi in giorno, e le mie speranze di essere ritrovata morire, spegnersi come le vite che questi uomini avevano rubato.

L'uomo difronte a me... Titus si chiamava? Con il suo cappello cilindrico e il bastone poggiato sulle sue gambe, non aveva mai smesso di scrutarmi. Quei occhi curiosi, così chiari da sembrare addirittura gialli, mi obbligarono a guardare oltre il finestrino della carrozza. Neve, il paesaggio bianco e vuoto mi impediva di smettere di pensare. Non c'era nulla, niente su cui focalizzarmi, solo il suono delle ruote della carrozza e il pesante respiro dell'uomo robusto sulla mia destra. Teneva le braccia conserte, la testa chinata in avanti e gli occhi chiusi. Sembrava dormisse.

"Meglio non provare nulla di strano, non toccarlo nemmeno" mi intimò Titus, con uno strano sorriso. "Loro non dormono mai."

Loro. Quella parola fece echeggiare in me qualcosa di strano, curiosità o forse addirittura sgomento. Erano le implicazioni ciò che mi spaventavano. L'essere all'oscuro. Cosa sono questi "loro" e perché mi trovo in trappola? Sembra come se tutti sappiano tutto e io nulla. Io sempre in balia degli eventi, gli altri coloro che creano questi ordigni per scombussolarmi la vita. Di sicuro se la mia vita finisse, il creato ne rimarrebbe scontento perché non potrebbe più giocare con me. Effettivamente l'unica cosa su cui ho un briciolo di potere è la mia stessa esistenza, potrei farla finire in un attimo, mi basterebbe qualcosa di affilato o un punto elevato.

Non avevo mai fatto un pensiero del genere, forse sono proprio arrivata al limite.

Cominciai a fissare Titus, sperando che facesse qualcosa di strano, tanto per intrattenermi. Mi guardò di rimando con intensità, un intensità davvero teatrale. Avevo capito ormai che era un tipo strambo. Socchiuse gli occhi, guardandomi con ancora più carica. Si sporse in avanti con il solo collo, con il corpo immobile attaccato al sedile, sembrava un gobbo. E poi si mangiò le labbra e fece un sorriso da ebete. A quel punto sorrisi, e invece che strambo cominciai a considerarlo buffo. Poi fece una di quelle risate gutturali create apposta per far ridere gli altri. Io distolsi lo sguardo coprendomi il viso con le mani legate, nascondendogli il risultato della sua stupidaggine. Quando smisi di coprire il misto di imbarazzo e divertimento, lui era ritornato quello di prima. Si teneva il pizzetto tra il pollice e l'indice, girandolo e toccandolo come se fosse qualcosa che lo rilassasse. Se non avesse avuto baffi e pizzetto probabilmente sarebbe sembrato molto più giovane, forse un ragazzo poco più grande di me, senza il forse.

"Quanti anni hai?"

"Quanti me ne dai?" ribatté con un ghigno. In quel momento riuscii a notare che aveva uno dei premolari di destra fatto in oro bianco.

"Potresti averne venti come trecento, con voi vampiri non si più mai sapere," dissi mostrando un po' di disprezzo con l'ultima frase.

"Ne ho cinquantasei, ma fisicamente ventitré." Aprì le gambe e poggiò entrambe le braccia sopra il sedile e poi con un gesto della mano mi invitò a guardarlo. "Allora?" Io lo scrutai come se avesse fatto una battuta di cattivo gusto. "Sono bellissimo."

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now