Capitolo 18 ~ Onsra

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Eloyn

Quando se ne andò, rimasi ferma e perplessa. La vidi camminare via, austera come sempre, non mi aveva rivolto un sorriso, ne aveva provato a toccarmi in maniera inconsueta o come io odio. Se ne era semplicemente andata via come se nulla fosse dopo avermi fatto uno dei favori più grandi e che non mi sarei mai aspettata. Era sembrata comunque strana, come se stesse cercando di forzare un atteggiamento rigido e inflessibile con me. Pensandoci, mi venne quasi da ridere. Quella faccia seria non le si addice per nulla, sogghignai. Ma io stessa diventai seria, stupendomi dalla mia tranquillità e naturalezza nel prenderla in giro. Dovrei avere paura di lei, non scherzare.

Mi morsi le labbra in segno di frustrazione. Non sapevo quello che facevo o che pensavo. Ero confusa, e sinceramente non capivo più quale era il mio rapporto con quella donna. Certamente ero la sua Bloodgiver e lei il mio Lord, ma lo vedevo il modo in cui sia io che lei ci approcciavamo. Era diverso da quello che avevano gli altri schiavi con i loro padroni e padrone. Eravamo come loro all'inizio, ma col tempo qualcosa è cambiato, mutato senza che io me ne accorgessi. Anzi io sono cambiata. Mi sono permessa di essere più amichevole e lei a sua volta è diventata più benevola. E poi quello che è successo quel giorno... sono stata solo una stupida presa da un momento di eccitazione che non doveva nascere nemmeno in principio. Ripensandoci sentii il viso andare in fiamme e mi sentii in colpa ancora di più. Non so con quale coscienza ho potuto farlo, adesso non riesco più a guardarmi allo specchio, ne tanto meno riesco a guardare lei negli occhi. E' stata una fortuna che si sia fermata, non sarei riuscita a sopportare i sensi di colpa se fossimo andate oltre. Ma nonostante ciò non riuscivo a smettere di pensarci, era come una tortura. Se non fosse stata un vampiro, forse mi sarei sicuramente arresa a lei. Mi sentivo orribilmente male ammettendo anche solo questo. 'Volere' e 'potere' vanno perfettamente d'accordo, ma 'volere' e 'dovere' si scontrano peggio di un cacciatore e un vampiro, ed io ne sto subendo tutte le ferite.

Cercando di non pensarci troppo ed evitare di impazzire, anch'io uscii dal cancelletto per ricominciare il turno. Quando girai l'angolo per entrare in casa sentii un braccio circondarmi il collo e stringere con l'intento di farmi male. Non era così forte, riuscivo ancora a respirare, era abbastanza debole da farmi capire che era un umano. Tentò di trascinarmi indietro così da nascondermi dalla vista degli altri. Non riuscii a capire chi era, ma sapevo di essere l'unica tra gli umani ad avere una preparazione fisica e cercai di reagire. Avevo il suo petto poggiato sulla schiena, era un ragazzo. Poi con la coda dell'occhio notai una seconda persona, ma non feci in tempo a vedere il suo volto che il ragazzo mi strattonò e cominciò a stringere più forte, mentre io cercavo di allentare presa afferrandogli il braccio e tirandolo con le mie mani. Era un gesto inutile ed ineffettivo, dettato dello panico e dall' inaspettatezza del momento. Allora tentai di riflettere, invece di scappare dalla sue presa, lo assecondai indietreggiando finché ebbi modo di muovere la gamba dietro la sua e fargli uno sgambetto. Il ragazzo cadde e con lui anche io. Mi alzai immediatamente con un veloce scatto e poi li vidi. Erano Brandon e la sorella. La mia paura si trasformò presto in delusione.

"Quanto siete banali," mi massaggiai il collo. "Non hai un minimo di forza," dissi volgendomi verso di lui, ormai visibilmente arrabbiato. "Tu invece che fai?" domandai con un ghigno a Clarisse, "Il palo?"

Sta volta non avrei contrattaccato, non li avrei nemmeno sfiorati. Lascerò a loro il compito di scavarsi la fossa da soli. Le miei provocazioni fecero subito effetto, Brandon si fiondò su di me con il pugno alzato e mirando al mio viso, io riuscii a schivarlo, ma non con la facilità con cui speravo. Ero stanca per il mancato sonno e i miei riflessi ne risentivano, ma non avevo intenzione di rimanere illesa perché Lux doveva venire a saperlo e punirli. Mi hanno fatto vivere due settimane di inferno, isolandomi dagli altri umani e a chiamandomi traditrice per aver attaccato uno della mia stessa specie. Sarò anche una schiava a servizio di vampiri che odio, ma ciò non significa che sarò una santa con chi mi minaccia, tanto meno altri umani. Per questa volta permetterò ad un vampiro di sporcarsi le mani.

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora