Capitolo 36 - Dietro L'Amore Si Nasconde L'Egoismo

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Rhea

Ero riversa a terra, con la vista annebbiata e l'udito ovattato. Sentivo il rumore di vetri rotti calpestati da numerose scarpe e uomini che urlavano al massimo della loro voce. Vidi qualcuno mettersi in ginocchio accanto a me, con le mani protratte verso il mio addome, tremavano come la sua voce, ma io ero troppo frastornata per capirla. Alzai leggermente la testa, cercando di capire perché sentivo i vestiti bagnati e un dolore lancinante allo stomaco. Avevo un coltello conficcato in pancia e la mia camicia aveva una grossa macchia rossa. 

"Andrà tutto bene," disse la voce, calda e familiare. Accanto a me si aggiunse un'altra persona, un uomo, considerata la sua grande stazza. Mi prese in braccio e di lì a poco persi i sensi.

"Da quand'è che vai nei bassifondi?"

Erano le tre di notte, io ero distesa sul letto, immobile e dolorante. La coperta era sporca di sangue, così come la camicia aperta, che mi lasciava scoperto il seno. Avevo l'addome interamente fasciato e la pelle al di sotto che mi bruciava. Mi ero procurata una ferita profonda sette centimetri e larga quattro.

"Ho freddo."

Amélie teneva le braccia conserte mentre guardava oltre la finestra, dandomi le spalle. "Il camino è accesso e la stanza non è affatto fredda." Non si era mai voltata a guardarmi, nemmeno una volta da quando si era alzata e si era messa lì a fissare il vuoto. "E poi ti ho fatto una domanda." Nonostante l'apparenza, la sua voce tradiva la sua calma.

"Dovresti saperlo, dato che mi hai seguita..." Cercai di abbottonarmi la camicia, almeno per coprirmi il petto, ma avevo perso troppo sangue, non avevo la forza nemmeno di muovere le dita. "Ho bisogno di una coperta."

Con fare scattoso Amélie si era voltata verso l'armadio e aveva cominciato ad aprire tutte le ante e cassetti. Era camera sua, eppure sembrava che ci avesse messo piede per la prima volta. Era in stato confusionale, non l'avevo mai vista così. Gettò di fianco a me la prima che trovò, poi mi si mise accanto. Girai la testa verso di lei, non riuscivo a leggere il suo guardo. Poggiò la sua mano calda dietro la mia nuca e mi aiutò a mettermi a sedere. Trattenni qualche gemito, i punti mi tirarono la pelle più di una volta, procurandomi fitte di dolore. Mi tolse velocemente la camicia sporca e poi mi lasciai andare, appoggiandomi al cuscino con il suo aiuto. In quel momento i suoi movimenti erano tornati ad essere delicati. Aveva evitato che i nostri occhi si incontrassero per tutto il tempo, mentre io la guardavo con profonda adorazione. Non so se dal mio sguardo trasparivano i miei pensieri, e nemmeno lei mi aveva dato modo di capirlo. Volevo accarezzarle il viso e dirle che andava tutto bene, ma le mie braccia erano deboli e la forza nel rimanere sveglia si stava affievolendo ogni minuto che passava.

"Amélie..." non so perché dissi il suo nome, forse mi mancava pronunciarlo, a voce alta, in sua presenza.

"Cosa?" disse prendendo la coperta. Mi coprì dandomi subito calore, ma io cercavo un altro tipo. Desideravo che si sdraiasse di fianco a me, con un braccio che mi cingeva e il suo respiro contro il mio collo.

"Amélie..."

"Smettila di parlare." Mi diede nuovamente le spalle, raggiungendo a passo lento e stanco la finestra. Poggiò le mani contro il davanzale come se avesse bisogno di sorreggersi. "Hai perso molto sangue, dovresti riposare." Abbassò la testa, lasciandosi andare ai tremori delle spalle. Le sue mani si strinsero in pugni e la sentii tirare su col naso. "Io non ce la po-"

"Dì il mio nome," dissi con voce forte. "Voglio sentire il mio nome sulla tua bocca." Lei scosse lentamente la testa, e io incalzai. "Se ci tieni a me, fallo." 

Con questo si voltò finalmente a guardarmi. Aveva gli occhi lucidi, il naso rosso, le labbra tremanti. "Sei appena stata pugnalata," mormorò, come se dirlo potesse farlo accadere un'altra volta. "Sei meschina."

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora