Capitolo 39 - Doni Dal Passato

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Lux

Ife era andata nei bassifondi, le gemelle erano nel Ducato Thorn e Rhea e Amélie erano a fare le... loro cose. Io mi sentivo più sola che mai. Non volevo in alcun modo coinvolgere gli altri, li avrei fatti rimanere nella loro ignoranza, volevo dare loro un po' di pace senza sommergerli con i miei problemi. Ogni tanto Marcus passava a trovarmi. Adesso che non c'era Ife a vegliare su di me, Marcus era diventato più premuroso del solito. Non avevo coinvolto nemmeno lui, ma nonostante tutto è sempre stato bravo a capire la situazione e ad agire di conseguenza. Quando si faceva troppo tardi, veniva da me e mi obbligava ad andare a letto. Tra lui e Ife non so chi mi faceva di più da genitore. Ma tra una cosa e l'altra, l'insonnia prendeva sempre il sopravvento, mentre se dormivo venivo assalita dagli incubi. La mia ansia, evidentemente, mi stava sabotando.

Oggi ho ricevuto la prima lettera di Ife, la sua scrittura impeccabile, recitava:

Tutto va come pianificato, pensano sia una semplice viaggiatrice. Ho fatto conoscenza con il capo del locale, visibilmente una persona poco rispettabile, così come i clienti abituali. Mi sono fatta raccontare quello che è successo con sorella R e mi rammarica dirlo, ma sono state dette delle menzogne. I due uomini che hanno attaccato R sono stati uccisi quella stessa notte. Hanno parlato di un uomo grosso dalla carnagione scura, il nostro M, e una ragazza bionda, sorella A. Ho chiesto più volte, con finto stupore e sorpresa se fosse vero quello che avevano visto. Ho riso insieme a loro quando hanno detto: "è stata la biondina a farli fuori". Deduco, con estremo dispiacere, che A abbia ucciso i due signori. La nota positiva è che non sanno che la donna che hanno attaccato sia vostra sorella, credono che sia una semplice nobile del posto. Il che non minerà la vostra reputazione.
Sto ancora cercando di capirne di più, mia signora. Presto raccoglierò altre informazioni. Richiedo l'autorizzazione per l'utilizzo di armi e sevizia, se necessario. Non sono avvezza alla tortura, ma per voi, questo ed altro.

Tuo, Segugio

Tenni il foglio stretto tra le dita. Guardai negli occhi la schiava umana che mi aveva portato la lettera. Sussultò nel vedere il mio sguardo, ma la mia rabbia non era rivolta verso lei. Con una voce più calma di quanto potei immaginare, le ordinai: "Dì a Marcus che lo sto aspettando. Desidero la sua presenza immediatamente."

Quando arrivò, probabilmente scorse dal mio sguardo che sapevo, perché i suoi occhi già gridavano perdono. 

"Mia signora," disse chinando il capo.

Io lo osservai, seduta sulla mia comoda sedia, non gli avrei dato il piacere di accomodarsi davanti a me, quello significava che avevamo un terreno comune, ma non era così, lui era un bugiardo e quelle menzogne feriscono le persone, specialmente mia sorella.

"Hai mentito."

"L'ho fatto." Il viso mortificato. Il dolore nelle parole. Mi è sempre stato fedele, ed ora aveva rotto la mia fiducia.

"Spiegati." Potevo intuire il perché ma volevo comunque farlo parlare, farlo sentire in colpa. Sono la dannata Lord! Nessuno deve osare mentirmi, specialmente ora, nella situazione che sto vivendo.

"Amélie mi ha pregato di non proferire parola."

"Tu mi hai detto, dritto in faccia, che quei uomini erano fuggiti. Ora scopro che Amélie li ha uccisi?"

"L'ho aiutata, ovviamente."

"Ovviamente," ripetei, "ovviamente... Come se fosse quello il problema." Congiunsi le mani e poggiai la fronte contro le miei nocchie. Ispirai, lasciando che l'aria riempisse i miei polmoni, come se quando avrei espirato anche la rabbia se ne sarebbe andata via. Ovviamente non accadde. "Marcus," dissi, con tono quasi implorante, "non farti più coinvolgere da Amélie. So che facendolo avete salvato mia sorella, ma quello che avete fatto è assolutamente sbagliato. Pedinare mia sorella! Cosa vi è saltato in mente? Volevo sorvolare sulla questione, ma... avete osato mentirmi."

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now