Capitolo 31 ~ Jemma Capitol

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Lux

"Dichiarerò guerra," fu questo quello che dissi a Rhea momenti prima di partire, "a chiunque me l'abbia portata via."

Partii il giorno seguente che spedii la lettera. Volevo dare a Jemma almeno qualche giorno di tempo per prepararsi al mio arrivo. Avevo anche dato istruzioni a Rhea.

"Le truppe sono in cammino," le dissi, "Quando arriveranno voglio che sia tu a dare le istruzioni. Le voglio intorno alla casa, in ogni angolo e stradina, ovunque."

"Ti fidi ancora di me, sorella?" La sua voce era stata bassa e insicura.

"So che vuoi il meglio per me. Se vuoi davvero proteggermi, allora aiutami a proteggere le persone che amo. Iniziando con questa casa."

Aveva annuito con estrema decisione. Le mie parole l'avevano fatta sentire meglio, più forte. Ma prima di darle il mio perdono sarebbe passato molto tempo. Questo valeva per lei e per gli altri due.

Salutai tutti con un abbraccio, non era da me e questo loro lo sapevano. Jason fece una battuta stupida come suo solito, ma io non ero in vena di ridere. Ignorai Arkel e Amelie, vidi il dolore nei loro occhi. Arkel fin da piccolo aveva sempre cercato di entrare nelle mie grazie, ma dopo la morte di Lailah anche lui era cambiato. Era diventato un ragazzino insopportabile, testardo, che creava solo problemi. Ancora oggi continua a stupirmi. Vedere Amelie, invece, mi fece più male. Sapevo che non aveva la minima intenzione di ferire me o Eloyn, ma non potevo fare favoritismi. Aveva chinato il capo e tentato di nascondere gli occhi lucidi.

Me ne andai vestita con uno stretto cappotto nero con la pelliccia intorno al collo. Era uno dei miei cappotti preferiti, elegante ma assolutamente austero.

Viaggiai con la carrozza, avrebbe attirato di meno l'attenzione ma il viaggio sarebbe stato tortuoso e più lungo. Passammo per il breve tratto del territorio Glossilance e poi Dalilyon, evitando di passare nel mondo degli umani. Gli scompigli degli ultimi giorni mi tenevano irrequieta e di tagliare strada e entrare nel mondo umano proprio mi agitava. E poi traversare per i confini delle diverse casate mi avrebbe permesso di vedere se erano ben protetti.

Feci molte soste, mostrandomi ai miei soldati e fermandomi a dormire nelle loro umili tende. Li elogiai e mostrai il mio interesse nei confronti del loro benessere. Cenammo insieme e loro si scusarono per le loro sporche condizioni. Erano persone che stavano offrendo la loro forza per me, ero pronta a sopportare qualsiasi gesto o parola rozza, era il minimo per ringraziarli.

Continuai il viaggio all'alba, tentando di riprendere il mio sonno in carrozza ma era impossibile. Tra le preoccupazioni e le ruote che traballavano per la breccia, non riuscii a chiudere occhio. Non c'era bisogno di uno specchio, sapevo che la mia faccia era un mortorio.

Arrivai dai Capitol la mattina dopo. Avevo obbligato il cocchiere e la mia scorta a viaggiare per tutta la notte, con qualche pausa per far riposare i cavalli.

"Stronzetta mia!" Jemma Capitol mi accolse nelle sue braccia possenti e muscolose facendomi fare una piroetta da far girare la testa. "Come stai?" Era più alta di quanto ricordassi.

Mi posò a terra e io ripresi l'equilibrio a stento. Tra la mancanza di sonno e la stanchezza generale, ci misi un po' per tenermi in piedi.

"Vuoi la verità o la bugia?"

Lei mi guardò storto, mi scrutò la faccia e senza pensarci due volte mi prese in spalla. Non avevo la forza per controbattere ne per reagire. I miei sottoposti ci guardarono con sguardi pieni di sgomento. Effettivamente non ero solita mostrare a chiunque questo mio lato, ne Jemma si era mai comportata così con del pubblico. Mi portò dentro la casa.

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now