Capitolo 44 - Nelle Sue Braccia

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La nave è attraccata.

Quattro semplici parole erano riuscite a distruggermi e a ripristinarmi. A darmi speranza... a farmi provare angoscia.

Lei è qui... a Tianama. E io non sapevo come reagire, e nemmeno il mio corpo.

"Portala nelle sua camera," aveva ordinato Cassandra alla sua vampira, "vestila per l'occasione," aveva aggiunto.

Il mio corpo però non si muoveva. La vampira mi guardò per qualche secondo di troppo, stava scrutando il mio viso, e quando mi voltai verso di lei, vidi nei suoi occhi un riflesso di quello che stavo provando io. Ma comunque, non si sarebbe mai sottratta ad un ordine.

"Umana," disse lei. "Seguimi."

Nel tragitto verso le camere dei Bloodgiver vidi Cron e Kiana, dietro di loro delle umane portavano delle valige. Spalancai gli occhi, sperai che non fosse come sembrava. Cron mi guardò dispiaciuta andando nella parte opposta alla mia seguendo Kiana. Parole lasciate in sospeso nell'aria, un mi dispiace mimato con le labbra.

"Muoviti," disse la vampira.

Una volta arrivata nella mia camera, trovai un bigliettino sul letto, mi avvicinai per prenderlo, ma la serva-vampira mi prese per il polso e mi trascinò difronte all'armadio. Sapevo quali vestiti ci fossero, non era un mistero, frugavo lì dentro ogni mattina da quando ero arrivata.

"Scegline uno," disse lei, puntando gli occhi ai vestiti appesi e tirati verso sinistra, separati dagli altri, più modesti. "Ai tuoi capelli ci penserò io, si vede che..." disse toccando l<con a punta delle dita una ciocca, "non sei capace a renderti carina."

"Sono una cacciatrice," le dissi offesa," non ne ho mai avuto bisogno."

"Sì, sì, certo. Voi preferita l'arte della violenza che quella della bellezza."

La guardai di sbieco. "Che dovrebbe significare?"

"Quello che ho detto," stava passando le dita tra un vestito all'altro, scrutandoli, sentendone il tessuto.

"Diventiamo cacciatori per proteggere il villaggio!"

"Allora fatevi chiamare Difensori." Mi sorrise, e pronunciò ogni lettera lentamente prendendosi gioco di me.

Decisi di lasciar cadere la conversazione, non le avrei dato la soddisfazione di reagire e darle una ragione per punirmi. Mi soffermai a guardare gli abiti, e senza pensarci troppo ne scelsi uno.

Era semplice, privo di fronzoli e motivi particolare. Era di un celeste così chiaro che tendeva al bianco. Sembrava di un tessuto caldo, a maniche lunghe, senza alcuno spacco alla gonna, che non era troppo ampia e mi sarebbe arrivata, ad occhio, fino alle caviglie.

"Comincia con una doccia."

"Non c'è bisogno che tu me lo dica."

Andai al bagno, ma prima mi allungai verso il letto e presi nel pugno il bigliettino. Una volta da sola, con la serva-vampira nell'altra stanza, cominciai a rilassarmi e iniziai a leggere.

La tua Lord sta arrivando e Kiana ha deciso che era giunto il momento di andare, per la nostra incolumità. Non ha ancora preso una decisione, o perlomeno così mi ha detto, non so cosa succederà da adesso in poi. Kiana e Cassandra hanno avuto una lunga discussione, io sono ignara del contenuto. Mi dispiace, sei stata una compagna preziosa. Bona fortuna per tutto.

Kiana e Cron se ne erano andate definitivamente, e con loro l'unica possibilità di avere delle alleate. Non è giusto.

Quando uscii dal bagno, con un asciugamano intorno e i capelli gocciolanti, la serva-vampira aveva acceso il camino e mi fece sedere lì su una sedia. Mi domandai quante volte in tutti i decenni che era stata al fianco della Lord aveva fatto queste cose, agito per ogni suo ordine, servito ad ogni richiesta. E così chiesi.

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