Capitolo 38 - Caos Che Avanza

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Eloyn

Uscii dalla stanza con estrema agitazione. Le parole di Kiana mi avevano scossa più di quanto avrei mai pensato. Amare Lux significava desiderare di non vederla più, e questo pensiero mi tormentava, così come lo sperare che non tenesse a me. Io ero una semplice umana, non poteva scatenarsi una guerra per colpa mia... Ma- 
Un pensiero maligno attraversò la mia mente, come una spada arrugginita che trafigge un petto. Tanto morirebbero solo vampiri. Cacciai via dalla testa quella voce, sperando non fosse veramente la mia. Ero andata oltre l'odio e la vendetta, ne ero convinta, ma a quanto pare le vecchie abitudini non muoiono mai veramente, avevo solo accostato quei pensieri, li avevo messi in un angolo della mia mente sperando che non uscissero mai più. 

Camminai a passo lento, dalle camere degli umani non usciva alcun suono, e più passi facevo, più tentennavo. Mi sentivo come se il mio corpo volesse accasciarsi a terra e sprofondare nel buio. Ero così stanca, di tutto, e avevo paura, una maledetta paura di scoprire dell'altro, di quello che Titus avrebbe potuto dirmi. 

Passai davanti l'ultima camera alla mia destra. Era la stanza della bella vampira e mi domandai perché la sua stanza non fosse nell'ala destra come tutte le stanze dei vampiri. Realizzai che non sapevo ancora il suo nome, ma la sua figura mi attraeva e il suo silenzio scatenava la mia curiosità. Mi accorsi dopo qualche minuto che inconsciamente stavo divagando con i pensieri. Sbuffai con un sorriso rendendomi conto della mia stupidità. Mi ero fermata davanti la balaustra, al di sotto si apriva il vuoto e mi affacciai verso il basso. C'era la grande sala che come il tronco di un albero si diramava in altri corridoi che portavano alle cucine, al salotto, la sala pranzo... In quel punto potevo solo intravedere una parte, il pavimento a scacchi, un grande quadro contro la parete che raffigurava Cassandra seduta sul morbido trono, lo stesso davanti al quale mi aveva fatta inchinare. Alla mia sinistra vi erano le scale che con una dolce curva incontravano quell'insieme di quadrati in marmo nero e bianco. Sapevo che da qualche parte, nell'ombra, c'erano le guardie di Cassandra, pronti a punire i trasgressori notturni. E nuovamente ebbi qualche ripensamento. Titus era un doppiogiochista, me lo aveva fatto capire chiaramente, un traditore se data la possibilità. Se Cassandra fallirà, allora io dovrò mettere una buona parola su di lui per evitare che venga giustiziato, e lui avendo la certezza della mia fiducia, potrebbe aiutarmi qui, non aveva specificato veramente a cosa, ma l'avrebbe fatto. Darmi informazioni potrebbe essere già un inizio. Guardai in alto, quella era la parte più bella della casa, una cupola in cristallo che filtrava una luce bianca. Ma Titus è comunque un seguace di Cassandra, potrebbe riferirle tutti i miei dubbi e le mie paure e usarle contro di me e ottenere più informazioni su Lux e la sua tenuta. Tra un dubbio e l'altro, e dopo essermi calmata, decisi che sarei tornata in camera. Di Titus non ci si poteva fidare. Gironzolare di notte in una casa piena di guardie non era il massimo, non avevo più la libertà che avevo da Lux. Dovevo cominciare ad abituarmi all'idea che sono tra le mura del nemico, e non sono più la ragazzina presuntuosa appena rapita da una bella donna dai capelli rossi e gli occhi come tempesta.

Feci per tornare indietro quando un rumore d'acciaio ruppe il silenzio, seguito da un "lasciami" aggressivo ma debole. Lasciai il corrimano, su cui c'era la forma delle mie mani sudate e mi sporsi verso il corridoio alla mia destra. C'era una guardia e con il solo braccio aveva appena sollevato qualcuno, non riuscii a vederla bene in viso, aveva un ammasso di lunghi e riccissimi capelli neri che le coprivano il volto. Se li scansò e guardò di malocchio la guardia, e quest'ultima ritornò rigida sul posto. Era la vampira che risiedeva negli alloggi degli umani. Raccolse da terra un fazzoletto di stoffa che inizialmente non avevo notato, era sporco di sangue. In quel momento si spostò i capelli e sul suo scuro collo c'era la ferita di un morso. 

Sentii qualcosa di strano in me. L'idea che un vampiro potesse trarre nutrimento da un altro vampiro mi disgustava, a meno che lo scopo era un altro. Ricordo ancora quella sensazione che avevo combattuto per via della vergogna e come fosse travolgente. Ho sempre pesato che il morso di un vampiro fosso uno strumento di morte o nutrimento, e mai qualcosa che potesse dare piacere. Vorrei poter tornare indietro a quei tempi e accettare tutto ciò che Lux mi aveva offerto, buono o cattivo che era stato, ogni tocco, ogni bacio. Ma per questa ragazza che sembra sul punto di cedere ad ogni passo, era stata probabilmente una delle esperienze più spiacevoli della sua vita. Quando cadde in ginocchio, ansimate e delirante, venni presa dalla compassione. Fu la pena a muovere le mie gambe e a farmi accovacciare davanti a lei.

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now