Caro diario - parte 4 -

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La nostra parata della morte si concluse quando arrivammo in questo enorme Casinò, o almeno era quello che diceva la scritta. Non sapevo cosa significasse, ma tanto l'avrei presto scoperto. C'erano tavoli ovunque quando entrammo. Vampiri elegantemente vestiti e con maschere che coprivano i lori volti  facevano giochi a me sconosciuti. Tenevano in mano dei pezzi di carta rettangolari con delle figure e gettavano o prendevano dal tavolo quelle che sembravano monete colorate con dei numeri. Quando ci videro, più che guardarci, ci stavano analizzando. "Io voglio quello," disse qualcuno. "E' così mingherlino lo romperei subito," disse un altro. "Quella lì è molto in carne." E le voci continuarono, ancora e ancora, finché non uscimmo da quell'enorme e raffinata sala. Fummo portati in un salone altrettanto grande, con posti a sedere ed un palco. Ci portarono sul retro dove ci sistemarono un po' i capelli. Ci tolsero le catene, ma nessuno di noi fuggì. Come potevamo del resto... eravamo nel loro territorio. 

Ci fecero mettere in fila e ci diedero una collana con un numero, io ero l'ultima. Poi ci presero un campione del nostro sangue, e in seguito la nostra altezza ed il peso. Segnarono il tutto su un taccuino. Attendemmo per quella che sembrò un ora piena. Sentivamo delle voci riempire l'ambiente, e ogni tanto qualche vampiro andava a controllare. 

"Sono arrivati tutti," disse ai suoi colleghi. "In fila, dai!" esclamò battendo le mani.

Salimmo sul palco tutti insieme e ci fecero mettere con la schiena contro il muro. Poi cominciarono a chiamarci.

"Numero uno," gridò la donna. Aveva una tessera in metallo attaccata sulla camicia con scritto 'banditore'.  "Numero uno, avanti," ripeté quando nessuno si mosse. Perché sì, eravamo numeri ormai, non avevamo nemmeno diritto ad un nome. La bambina terrorizzata fece un passo avanti, mettendosi vicino alla vampira che ne elencò le caratteristiche. Dalla reazione del pubblico mascherato sembrò che il suo sangue non era tra i loro preferiti. Ma nonostante tutto, le offerte si alzarono, forse anche troppo, considerato i bisbigli e i sussulti ad ogni offerta. Un'acquirente vampira sembrava particolarmente interessata all'acquisto rilanciando ogni volta, provocando l'ira dell'altro contendente. Vinse lei. Il suo ghigno, quando la banditrice ne dichiarò la vittoria, fu indimenticabile. Ma la cosa che mi rimase impressa è che fu il primo di una serie, perché proprio lei, con quella maschera nera di pizzo che le copriva gli occhi e il velo nero sulla testa che le nascondeva i capelli, cominciò a comprarci uno ad uno, anche Arkel.

Non conoscevo la valuta locale, ma sembrava che stesse spendendo tutto quello che aveva, e questo con un sorriso sul volto. Deve essere ricca, pensai. E intanto i prezzi si alzavano ancora e ancora finché non arrivai io.

"Rh negativo," esclamò con fierezza la banditrice. 

Tutti sembrano compiaciuti. Ed era chiaro che avevano tenuto tutti i loro soldi da parte in modo che potessero usarli per me. Se pensavo che il prezzo fosse stato alto con i miei compagni umani, be', mi sbagliavo. Prima che tutti iniziassero a combattere per me, come vedevo nei loro occhi affamati, la donna in nero si alzò dal suo posto e disse un numero così grande che tutti rimasero senza fiato. Anche la banditrice rimase perplessa.

"Vorrei ricordare a tutti voi, cari clienti, che il pagamento va effettuato alla fine dell'asta e non può essere ratificato. Se alcuni di voi sanno che il pagamento non può avvenire, per favore, siete pregati di tirarvi indietro."

"Riconfermo la mia offerta, cara banditrice." La sua voce era calma e composta con un tocco di finta gentilezza. 

"Bene, continuiamo. Qualcuno offre di più?"

Solo silenzio.

"Aggiudicato."


𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now