Capitolo 2 ~ La Donna Dalla Chioma Rossa

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Eloyn

Subito dopo che quel mostro uscì dalla stanza, cercai di mettermi almeno seduta, ma non appena alzai la testa fui pervasa da un grande fitta di dolore.

"Tutto bene?"

Era la voce Amèlie. Non riuscivo a vederla, ero troppo debole. "Sì," dissi a malapena.

Sbattei le palpebre cercando di seguire i suoi movimenti. Era vicina a me, a bordo del letto. Mi scrutò, ma non riuscivo a vedere o a capire la sua espressione.

"Ti prendo le pastiglie," disse in fine allontanandosi da me. La sentii aprire qualche cassetto e frugare chissà tra quali oggetti. Intuii che avesse trovato ciò che stesse cercando, il rumore delle cianfrusaglie svanì. La vide prendere il bicchiere sopra il comodino, accanto al letto, e lo riempì d'acqua. "Tieni," mi allungò la pastiglia nella mano. "Tra poco ti sentirai meglio," disse non appena la mandai giù, "inoltre Lux mi ha detto che devo farti vedere la casa."

Lux? Corrugai la fronte.

"Lux Thorns, la tua padrona," mi disse supponendo quale fosse la mia domanda. "È una maleducata, non si è nemmeno presentata."

"Poco importa, per me resterà sempre in mente come mostro."

"Eloyn!" mi sgridò, "mi sto prendendo cura di te, ma non ti permetto di chiamare né lei né la nostra gente in questo modo!"

Nuovamente, la mia impulsività aveva preso il sopravvento. Ammetto che non mi aspettavo di ricevere quella risposta.

"Perdonami," dissi, ma non c'era sincerità nelle mie parole.

Vidi il suo viso addolcirsi di nuovo, allungò la sua mano dove quel mostro mi aveva morsa.

"Nel caso non dovessi esserci, ricorda che qui ci sono delle bende e altri medicinali." Mi indicò il comodino, poi prese dell'acqua ossigenata e dell'ovatta. "Comunque il segno del morso sparisce dopo qualche ora."

Quando me la passò sulla ferita sentii un gran bruciore, trattenni a stento dei lamenti, non volevo farmi vedere debole. Però era delicata e mi trattava con premura, forse avrei potuto fare amicizia con lei, così da avere qualcuno che mi avrebbe aiutata a scappare quando ce ne sarebbe stata l'occasione.

"Ecco fatto!"

"Mi sento meglio, grazie."

"Di nulla," sorrise, "ce la fai ad alzarti? Così ti faccio fare un giro."

"Io... In realtà preferirei restare qui." Non volevo uscire, avevo paura di ciò che avrei visto. Avevo paura di incontrare lei.

Rimase un po' a pensare, insicura di quale risposta dare. "Va bene," disse alla fine, "come preferisci. Ti faccio venire a chiamare quando è ora di cena."

"Aspetta dove dovrei andare?"

"In sala pranzo, ti unirai agli altri Bloodgiver."

"Che cosa sono?" chiesi, anche se dal nome aveva già capito.

"Sono quegli umani il cui scopo è quello di servire loro padrone. E Tu sei la Bloodgiver di Lux Thorns."

Spalancai gli occhi, travolta per paura e stupore. "No! Se proprio devo servire un succhiasangue non sarà lei!"

"Lei ti ha marchiata, e poi ti ha scelta."

"Mi rifiuto!" ribattei.

"Non esiste una cosa come rifiutarsi, Eloyn!"

Non so che espressione feci in quel momento, ma Amélie fece un respiro profondo e addolcì lo sguardo.

"Lux può essere..."si fermò per trovare le parole giuste, "troppo a volte. Con il tempo si placherà, sei una novità per lei. Posso assicurarti che non c'è nulla di vergognoso nel dare il proprio sangue a qualcuno. Tutti gli altri umano lo sanno. È parte della loro quotidiana, è diventato normale per loro, e un giorno lo sarà anche per te. Ora, ci sono delle coperte pulite nell'armadio in basso," disse ponendo l'attenzione su altro.

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now