Capitolo 47 - Il Rossore Sul Suo Viso

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Lux

Erano passati solo quattro giorni da quando ero arrivata a Tianama, in questa casa, la mia vecchia dimora, eppure, con mio sgomento, aggirarmi nelle sue mura mi dava un senso di famigliarità e non di paura. Ho passato la maggior parte della mia vita qui, per secoli questa casa è stata tutto ciò che conoscevo. Stare qui però, per quanto famigliare, mi faceva male, mi faceva ricordare ed io, se volevo uscirne viva con Eloyn, Lailah e Arkel, non potevo permettere di lasciare le mie emozioni libere di soggiogarmi.

"Tesoro, mi stai ascoltando?"

Ero con Cassandra, nelle sue stanze a bere un po' divino prima di dormire. Era una nostra abitudine quando sposate, quasi un rituale che non poteva essere infranto. Mi domandai se fosse questo il suo obbiettivo, ripercorrere le nostre usanze, renderle parte della nostra vita ancora una volta come se non fosse successo nulla. Oggi vino, domani...?

"Certo," le risposi. Lei mi fece un sorriso spento, di chi sapeva che stavo mentendo. Mi faceva paura.

"Lux," disse in tono imperativo, "vorrei chiederti di rimanere qui stanotte."

Sentii un sobbalzo al cuore. Sapevo che prima o poi me l'avrebbe chiesto, ma non mi rendeva meno ansiosa. Nelle precedenti serate mi aveva lasciata andare svogliatamente, aveva cercato di mascherare i suoi sentimenti al riguardo ma trasparivano facilmente, mi voleva, ma preferiva prima darmi del tempo per abituarmi, gentile da parte sua...

"Non credo sia il caso," tentai.

"E perché mai?" sorrise, "sei mia moglie."

Feci fatica a guardarla negli occhi, il che mi fece vergognare. Io, Lux Thorn Lord di Styria, che tremo sotto lo sguardi di un'altra donna... Che miseria.

"Non temermi," disse accigliata. Posò la sua mano sulla mia, per confortarmi. Era fredda come sempre, ma morbida come ricordavo. "Condivideremo le coperte e nient'altro, te lo prometto."

"Le tue promesse sono sempre vuote, Cassandra. Lo so che vuoi scoparmi, stai solo aspettando il momento giusto, e quel momento arriverà, che io lo voglia o meno. E' sempre stato così."

"Non stavolta," esclamò, lo sguardo deciso, a tratti quasi sincero. Per un attimo non sembrò lei. Strinse la sua mano sulla mia più ardentemente. "Fammi questo piacere ed io te ne farò altrettanti."

"E' così? Non mi tocchi ed io devo esserne riconoscente, come fosse chissà quale favore?"

Mi lasciò la mano e distolse lo sguardo con fastidio. "Ti sto chiedendo un minuscolo piacere e tu mi tratti così, come fossi una cagna in calore!"

"No," le dissi, e lei alzò lo sguardo curiosa, "non lo sei. Ma ti piace il controllo ed io non posso cedertelo."

"Volere e potere sono due cose diverse, Lux." Le ritornò il sorrise e mise un sensuale accento sul mio nome. "Le mie braccia sono aperte e lo saranno sempre per te, che sia per darti piacere o conforto."

Ho già qualcuno per entrambe le cose.

"So che ti sei affezionata a l'umana, per questo l'ho protetta, ma lei non è come noi, come te."

"Diventerà una di noi un giorno."

"Non è il noi che intendo io," proclamò. "Il modo in cui io e te amiamo è diverso. Ci divoriamo e distruggiamo a vicenda. Il nostro è un sentimento viscerale che fa male, ma è questo che lo rende speciale... e nostro."

Quello che diceva non era del tutto sbagliato. Siamo esseri violenti e per natura ci amiamo con violenza, spargendo di sangue i nostri letti, battezzando le nostre carni. Ma il rapporto che avevamo noi era diverso, non era speciale era solo... crudele. E infimo. E malato. Cos'era la nostra se non pura ossessione?

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now