Capitolo 45 - Ritrovarsi

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Lux 

Ho dato il mio cuore e la mia anima a molte persone nel corso della mia vita. Ho amato mia madre da piccola, fino a quando ho realizzato l'immaturità che la caratterizzava. Ho amato mio padre, ironicamente perché non c'è mai stato, questo mi ha salvata dal vedere il suo lato brutto. L'ho sempre guardato da lontano. Lui era il Lord, aveva dei doveri, la famiglia non era una priorità. Ma lo amavo comunque, quando mi prendeva in ginocchio, viziandomi con le sue attenzioni che tanto desideravo, quando mi sostenne quando mostrai interesse per Cassandra, incoraggiandomi, amandomi per questo. Ho amato mia sorella dal momento in cui ho posato gli occhi su di lei e non mi ha mai dato una ragione per fermarmi. Lei è l'unica che non ho mai smesso di amare. Poi arrivò Cassandra, la mia giovane infatuazione. Amore infantile e stupido di cui mi pentii per il resto della mia vita. Le ho dato il mio corpo, la mia anima, e lei ha preso tutto, anche quello che non potevo darle. Ero cieca, e poi ho iniziato a vedere troppo. Sangue sulla sua bocca, lacrime nei miei occhi. Mi ha corrotta, mi ha fatta diventare un contenitore di odio e rancore. E quando tutto finii, ho dato il mio amore e la mia passione alla mia nazione e alle persone che la abitavano. Ho salvando i bambini, liberandoli dal terrore che conoscevo bene, e mi sono affezionata ad alcuni di loro. Sono diventata un mentore per loro, qualcuno di cui potevano fidarsi. Non ho mai voluto essere un esempio, ero troppo a pezzi, troppo fuori di testa per questo, ma potevo ancora essere per loro una figura che trasmetteva fiducia. Ho amato quei bambini, li ho amati con tutta me stessa, e poi uno di loro mi è stato portato via. Quello è stato il momento in cui ho smesso di provare qualcosa. Era troppo sentire, pensare... Stavo annegando nel dolore, finché il mio cuore non ha battuto di nuovo. All'inizio era curiosità, uno strano interesse verso questa stupida umana che non riusciva a chiudere la bocca. Una bocca che nel tempo non ho mai voluto chiudere. La sua insolenza mi divertiva, le sue sciocche reazioni ancora di più. Questo mi ha ricordato dei sentimenti che un tempo provavo, il bisogno naturale di creare connessione con altri esseri. E ci sono cascata, abbastanza prepotentemente da essere sopraffatto da sentimenti ed emozioni. E ora è successo. Ho commesso un errore che ora non posso rimediare. Sono andato alla ricerca di questo amore e nel farlo ho portato il caos. 

Mi sono svegliata nell'aria familiare di una camera in cui un tempo dormivo. Potevo sentire l'odore degli iris che lei amava sempre tenere sul comodino. L'odore che ho imparato a odiare nei decenni. Le lenzuola erano fresche e lavate con lo stesso sapone di una volta, il suo profumo mi lasciò inorridita. Avrei potuto riconoscere tutto ad occhi chiusi, potevo scommettere che tutto era rimasto uguale. Non le è mai piaciuto rinnovare, sono sempre stato io a fare dei cambiamenti. Mi ha persino fatta sentire grata per avermelo permesso. Ogni sì dalla sua bocca era come il paradiso. Mi girai nelle coperte, ma cera un peso alla mia destra che mi impediva di muovermi liberamente. Mi arresi e aprii gli occhi. Non ero pronta ad accettare la realtà, ma lei era proprio lì, non potevo evitarlo.

Era esattamente rimasto tutto uguale. La nostra vecchia camera, tutti quei ricordi... La stanza era totalmente illuminata, era probabilmente pomeriggio presto, ma io non avevo appetito. Il dolore che sentivo allo stomaco non era fame, era più legato a quello che provavo. Con la coda dell'occhio potevo vedere il suo corpo accanto al mio, era sul fianco. Ma avevo paura di voltarmi e guardarle il viso. 

"Buongiorno, adorata," disse sottovoce. 

La sua voce fece scattare qualcosa in me, una primordiale paura. In quel frangente la donna forte che avevo scolpito in me cadde in frantumi. Mi voltai leggermente e forse fin troppo velocemente, ma dovevo farlo, prima o poi avrei dovuto rivedere quegli occhi, quindi prima l'avessi fatto prima queste paure sarebbero finite. Ma quando i nostri occhi si incontrarono non riuscii a mascherare il terrore sul mio viso. Non so cosa vide lei nel mio sguardo, ma quello che provai fu come un'atroce tortura. Non riuscii nemmeno a sbattere velocemente le palpebre per scacciare via le lacrime perché i miei occhi si era pietrificati, spalancati, sotto il suo sguardo. 

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora