Capitolo 22 ~ Ultimo Saluto

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Eloyn

É sempre stata una battaglia tra la mia mente e il mio corpo, da una parte c'era la me conscia che il mio legame con lei era sbagliato, che il modo in cui ci guardavamo era sbagliato. La mia parte razionale mi diceva di agire, di prenderla alla sprovvista e adempiere ai miei doveri, perché è ciò che andava fatto, era quello per cui mi ero addestrata. Ma poi c'era il mio corpo, quella parte di me che mi tradiva sempre, che voleva e bramava. Che non teneva conto delle responsabilità e dell'onore, se umana o vampira. Era quel lato di me che odiavo e che ho soppresso chissà per quanto tempo che ero stata qui. Forse ogni singolo giorno, forse ogni singolo secondo con lei...
Era stremante ogni volta capire cosa fare, se lasciarsi andare ai propri desideri più intimi o rimanere fermi sui propri principi. Ci sono state volte in cui ci sono caduta, momenti in cui l'ho lasciata baciarmi, toccarmi, e altre volte in cui l'ho allontanata lasciandola confusa. Non era colpa sua, questo lo sapevo. Se fossi rimasta fedele alla mia morale tutto questo non sarebbe successo, se avessi continuato ad odiarla, forse, avrei ancora meritato un posto a tavola nella mia vecchia casa.

Ho tradito la mia specie.

L'ho lasciata avvicinarsi a me un'altra volta. Le ho permesso di chinarsi difronte a me, di toccarmi e capelli e di guardarmi. Non sopportavo quello sguardo che mi stava rivolgendo. Odiavo quei occhi che mi guardavano come se fossi l'unica cosa importante per lei. Odiavo tutto del suo viso, i suoi capelli rossi, i suoi occhi grigi, e le sue labbra perennemente tinte dal quel rossetto rosso che a volte rimaneva impresso sul mio collo. La guardai intensamente, in cerca di risposte. Ma più la guardavo, più vedevo che la donna che aveva attaccato il mio villaggio, la donna che sembrava avesse l'inferno dentro, non era la stessa che avevo di fronte. Quando spostò lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra capii subito i suoi pensieri e non la fermai. Si sporse e premette le sue labbra contro le mie, ma non andò oltre, sapeva che era tutto quello che poteva ottenere e era tutto ciò che potevo dare. Ma in quel breve momento mi sentii libera e in pace da ogni responsabilità e finalmente capii. Avevo bisogno di quel calore, di quel contattato, mi ero concentrata per tutta la vita sulla mia vendetta senza mai dare dare spazio all'amore, e adesso che ne avevo bisogno mi ritrovavo a desiderare l'affetto dell'unica persona a cui non dovevo chiederlo.

Fui la prima a creare distanza tra noi, ma non so cosa la fece scattare. Mi ritrovai il suo corpo contro il mio e le sue braccia che mi circondavano. Era una presa forte, una di quelle che ti travolgono completamente, ed era confortevole, così tanto che i miei occhi si riempirono di lacrime nuovamente.

"Mi dispiace tanto," disse in tono mortificato.

Io affondai il viso nella sua spalla bagnandole i capelli e le mie mani si avvinghiarono alla sua maglia. Non potevo credere che ci ero ricaduta di nuovo, ma non mi importava perché questa volta lo stavo facendo per me, perché ne avevo bisogno era qualcosa che volevo, che desideravo, e questo momento non l'avrei mai dimenticato, perché fu la prima volta che non sentii nostalgia di casa.

Alla fine ero così esausta che tra pianti e singhiozzi finii per addormentarmi. Mi fidai abbastanza da lasciarmi andare, da essere vulnerabile difronte a lei. Avrebbe potuto farmi di tutto e invece quando mi risveglia avevo la testa poggiata sul suo petto e il mio corpo disteso sul suo per rendermi il sonno più confortevole. Infatti quel letto era così scomodo che la notte riuscivo a stento a prendere sonno.

"Farò mettere dai materassi," disse mentre ancora mi riprendevo, "in caso finissi qui nuovamente." Rise.

Io sorrisi ed alzai la testa verso di lei, non prendendo bene le misure. Era così strano come ogni volta che eravamo a pochi centimetri l'una dall'altra, provavo sempre sensazioni diverse. E senza pensarci troppo misi le mani ai lati delle sue spalle e mettendo forza sulle braccia mi tirai su, quasi intrappolandola sotto di me. Alzò lo sguardo, con la testa appoggiata contro il duro letto, e mi guardò con confusione e sorpresa. Io la guardavo e pensavo che ormai solo agli occhi degli altri ero la sua schiava, perché forse lei aveva smesso da tempo di considerarmi come tale.

𝓘𝓢 𝓘𝓣 𝓛𝓞𝓥𝓔?  (girlxgirl)Where stories live. Discover now