Capitolo 30.

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Aprii lentamente gli occhi per via di qualcosa che mi solleticava il collo, guardai in basso e la mano di Draco mi accarezzava, mi strofinai gli occhi e mi resi conto che la testa non mi faceva male come prima; la poca luce che emanava la luna illuminava un po' la stanza. Alzai leggermente la testa fino ad incontrare lo sguardo di Draco.

"Come ti senti?" Mi chiese dolcemente. I dolori sparsi per il corpo non erano scomparsi, guardando meglio il viso di Draco notai come fosse diventato ancora più violaceo il livido sotto l'occhio.

"Meglio." Risposi schiarendomi la voce, avevo la gola secca. "Ho sete, molta sete." Ammisi, Draco si voltò verso il comodino e prese un bicchiere d'acqua che probabilmente lui stesso aveva preparato. Lo ringraziai con un sorriso e portai il bicchiere alla bocca, sembrava che non bevessi da un'eternità. Passai il bicchiere a Draco che lo rimise al suo posto.

"Quanto ho dormito?" Gli chiesi passandomi una mano sui capelli, lo sentii ridacchiare.

"Un bel po'..." rispose, lo guardai e il suo sguardo era tutt'altro che divertito. Aveva profonde occhiaie e gli occhi piccoli per via della mancanza di sonno.

"Non hai dormito?"

"No." Rispose secco spostando lo sguardo altrove. Appoggiai una mia mano sulla sua e con il pollice gli accarezzai la pelle, sentii qualcosa di ruvido e quando abbassai lo sguardo su esse mi saltò il cuore in gola.

"Draco..." sussurrai, le sue nocche erano ricoperte di sangue pestato, taglietti e intorno ad essi piccoli lividi. "Io... mi dispiace..." mormorai desolata. Non riuscivo a respirare, non mi capacitavo del fatto che fosse tutta colpa mia. Solo mia.

"Ti dispiace?" Rise, non era una risata di gusto, era una risata amara, sarcastica e forzata. "Tu non hai fatto nulla, se io non... se non fossi arrivato-" si fermò, non continuò la frase, evidentemente si sentiva più in colpa lui di quanto dovesse sentirsi suo padre.

"Tranquillo, non fa nien-" cominciai a parlare ma Draco scattò in piedi facendomi spaventare. Aveva uno sguardo furioso, camminava avanti e indietro davanti a me.

"Non fa niente? Come sarebbe a dire?" La sua voce si alzò, lo guardai spaventata. "Lui poteva farti tanto, tanto male. Sono un coglione, dovevo rimanere qui, con te." Tremava di rabbia, si passava continuamente la mano tra i capelli e non riusciva a stare fermo. Mi misi seduta stringendo le ginocchia al petto, non volevo sentire più nulla. Ripensai a Lucius, agli schiaffi, alle parole e a Dobby; senza rendermene conto, piansi, di nuovo.

"Cazzo! L'avrei dovuto uccidere con le mie mani." Draco si avvicinò al muro e cominciò a prenderlo a pugni. Piansi a singhiozzi, volevo che si calmasse. Quando si voltò verso di me e mi vide, venne ai piedi del letto, strisciò su di esso e mi prese il viso tra le sue grandi mani.

"Non piangere, scusami, perdonami!" Mi strinse in un abbraccio, piansi più forte. La sua mano accarezzò i miei capelli, mi lasciò piccoli baci sulla nuca. "Basta piangere, guardami." Mi alzò il viso costringendomi a guardarlo.

"Sei con me, sei al sicuro. Io non permetterò che ti venga più fatto del male." Il suo viso non era più segnato da quella tristezza che mi aveva fatto contorcere le budella, dopo quelle parole aveva un'espressione di sicurezza, stringeva la mascella e mi guardava con massima serietà. Mi sentii un intero sciame di farfalle nello stomaco, la sua vicinanza mi fece salire i brividi come la prima volta.

Senza dire una parola annuii e con il pollice mi ripulì il viso dalle lacrime. Mi strinsi nella sua mano e gli sorrisi, notai come il suo corpo si rilassò immediatamente. In quel momento non contava più nulla, non importava come si era allontanato da me, volevo che mi restasse accanto. Lo guardai per un po', scrutai con gli occhi, il suo viso segnato dalla stanchezza e dalla rabbia che si era leggermente affievolita. Anche in quelle condizioni restava il ragazzo più bello che avessi mai visto.

Stepbrothers; Draco Malfoy Where stories live. Discover now