Capitolo 33.

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Il mattino seguente mi svegliai giusto in tempo per prepararmi, mi alzai dal letto e andai in bagno per farmi una doccia veloce dopodiché presi la divisa di Hogwarts e la toga; mi vestii velocemente e andai al piano inferiore per la colazione. Il tavolo era pieno di cibo e Draco non era al suo posto, con un po' di dispiacere presi posto e comincia a mangiare dei toast.

Finii di fare colazione e di prepararmi, i bagagli si trovavano ai piedi della porta d'ingresso e rimasi ferma ad aspettare qualsiasi segno da parte di Draco. Non tardò ad arrivare quando dalla cima delle scale lo vidi con addosso un completo nero, i capelli sistemati con del gel e una valigetta in mano. Non incrociai il suo sguardo e uscii di casa con i suoi passi alle spalle. Senza dire una parola si mise accanto a me, guardava dritto davanti a lui e mi porse la mano e io appoggiai la mia sulla sua, si girò a lanciarmi uno sguardo e poco dopo ci smaterializzammo. Dobby avrebbe portato i nostri bagagli alla stazione.

La stazione brulicava di maghi, piccoli e grandi, che scappavano da tutte le parti. I bambini che avrebbero cominciato il primo anno salutavano i genitori con le lacrime agli occhi, facendomi spazio tra le persone salii poi sul treno e mi sedetti nel vagone riservato ai Serpeverde. Piano piano i posti si occuparono e il mormorio si fece più forte, una ragazza si era seduta accanto a me ma appena Pansy Parkinson le lanciò un'occhiata maligna, la ragazza si alzò lasciandomi da sola.

Draco entrò nel vagone poco dopo prendendo posto con i suoi amici di scuola, mi lanciava, ogni tanto, mi qualche occhiatina di sfuggita ma niente in più. Il treno prese a camminare e per occupare il tempo mi misi a leggere.

"Aprite il finestrino, c'è un sacco di spazzatura in mezzo a noi." Pansy si tappò il naso guardandomi con cattiveria. Sentii le risatine dei suoi amici riempire l'aria, mi misi più vicina al finestrino ignorandoli. Guardai sott'occhio Draco che teneva gli occhi sulla Gazzetta del Profeta.

Il treno prese più velocità, la voce di Pansy era fastidiosamente forte, alzai gli occhi e la vidi appoggiata a Draco che accarezzava il suo braccio. Una fitta di gelosia mi strinse lo stomaco, vederli così vicini mi ricordava tutti i nostri momenti. Draco non la guardava, parlava con un suo amico; mi sentii un po' sollevata.

Non eravamo ancora arrivati a destinazione quando Pansy si era alzata dal suo posto e stava venendo verso di me muovendosi lentamente. Cercai di ignorarla nonostante tutti gli occhi addosso a noi.

"Hai un gran coraggio a tornare a scuola nonostante nessuno ti consideri." Sorrise passandosi la lingua sui denti, si mise seduta davanti a me. La mia indifferenza, evidentemente, la rendeva nervosa poiché picchiettava le unghie lunghe sul tavolo in mezzo a noi.

"Hai scordato la lingua a casa?" Mi stuzzicò, chiusi con un tonfo il libro e la guardai rivolgendogli un sorriso.

"Non mi interessa quello che pensi tu, Pansy." Le risposi abbassandomi sul tavolo. Un tic nervoso le fece muovere la palpebra destra e arricciò le labbra riprendendosi subito dopo.

"Uh hai le palle." Ridacchiò, spostai lo sguardo verso Draco e vidi che teneva gli occhi fissi su di me con uno sguardo serio. Mi sentii avvampare ma cercai di controllarmi. Mi voltai di nuovo verso Pansy e le feci un cenno con la mano come a dire 'sisi'.

"Credi di essere migliore di me, Grace?" La sua voce si fece più dura e ci ritrovammo faccia a faccia.

"No Parkinson, non lo penso. Lo sono!" La sfidai con gli occhi, fece un'espressione di disgusto e mi prese con la mano una grande ciocca di capelli.

"Sei semplicemente una troia, sei lo scarto della famiglia Malfoy. Fossi in te scenderei dal piedistallo." Disse tirandomi più in basso dai capelli. Mi sentivo la testa formicolare, non le diedi sazio e presi anche io una parte dei suoi capelli e le sorrisi.

Stepbrothers; Draco Malfoy Where stories live. Discover now