Capitolo 3.

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La voce di Draco risuonò tra le quattro mura della sua stanza, il mio cuore si fermò, non avevo il coraggio di voltarmi. Oltre alla seccatura di sentirlo mormorare stavo morendo dalla vergogna. Tenni quel maledetto libro stretto al petto.

"Mi hai sentito bastarda? Che cosa ci fai in camera mia?" Urlò. Strizzai gli occhi e alzai le spalle. Non volevo affrontarlo.

Sentii i suoi passi avvicinarsi a me e poi una presa stretta intorno al mio braccio, mi sballottolò con forza e mi tirò giù dallo sgabello, appoggiò entrambe le mani ai lati delle mie braccia e mi piantò davanti a lui. Non avevo il coraggio di aprire gli occhi.

Mi aspettai che mi strappasse il libro dalle mani o qualche serie di insulti, ma non parlò. Sentivo il mio respiro farsi più pesante, Draco mi aveva terrorizzata per anni, da bambino mi rinchiudeva nei sotterranei per ore, al buio. Per colpa sua per molto tempo ebbi incubi indescrivibili.

Prendendo coraggio aprii gli occhi e lo guardai, aveva una faccia furiosa, le narici leggermente dilatate e le mani strette in due pugni. Mi guardava fisso, senza sbattere le palpebre. Appena i nostri sguardi si incrociarono, gli occhi di Draco si lasciarono andare alla pietà, non troppo però.

Attaccò nuovamente la sua mano al mio braccio e cominciò a camminare verso la porta tirandomi dietro.

"Vattene via su!" Grugnì.

Senza farmelo ripetere due volte scappai via, appena sentii la sua porta sbattere ebbi un sussulto ma contemporaneamente mi rilassai. Scivolai lungo il muro freddo e nero sedendomi per terra, mi portai le mani, che ancora stringevano quel libro, sulla testa. Il cuore non smetteva di battere all'impazzata, cercai di fare respiri calmi e lenti. Avevo imparato quel metodo quando Draco all'età di sette anni mi trascinava nei sotterranei di casa sua e mi rinchiudeva in una stanza al buio, inizialmente urlavo e piangevo cosa che avrebbe fatto qualsiasi bambina a quell'età, ma col passar del tempo mi abituai a quel nero che mi circondava ogni volta che finivo lì dentro.

Era Narcissa la mia salvatrice, la prima volta mi aveva trovata addormentata per terra in un lago di lacrime. Ero una piccola bambina di sette anni che si era addormentata per via della stanchezza dovuta al pianto, ricordavo ancora il pavimento freddo e duro.

Scoprii poi che Narcissa mi aveva cercata per tutta la Villa, spaventata che mi fosse successo qualcosa. Narcissa capì che era stato Draco l'artefice di tutto quello e l'aveva minacciato di mandarlo dal custode del giardino se non le avesse detto dove mi trovassi.

Il custode del giardino era un uomo alto, magro e con metà faccia ustionata. Aveva lunghe dita, la bocca cucita ed era senza capelli. Draco era terrorizzato da quel uomo da bambino, il suo incubo più grande sarebbe stato quello di ritrovarsi nella casetta di legno con lui. Io invece, ci passavo interi pomeriggio lì dentro, mi nascondevo da Draco quando non riusciva a lasciarmi in pace.

Frankie, così si chiamava il custode, non mi cacciava mai via, mi preparava sempre una tazza di cioccolata calda con sopra delle caramelle zuccherate. Non parlavamo poiché lui non ne aveva la possibilità ma faceva capire tanto attraverso i suoi occhi, neanche lui aveva una certa simpatia per il signorino Malfoy, anzi appena lo vedeva gli faceva sempre qualche smorfia per farlo spaventare, e funzionava, Draco scappava via piangendo e urlando. La sua reazione migliorava qualsiasi mio giorno triste.

Poi crescendo non funzionò più, non avevo più dosi di risate che mi migliorassero le giornate. Crescendo cominciai ad andare meno spesso da Frankie, ma lui conosceva il mio dolore interiore, sapeva cosa mi faceva passare Draco, ero sicura di avergli visto una lacrima scendere quando gli raccontai che Draco mi aveva scritto sul braccio 'bastarda' con un pezzo di vetro.

Ancora potevo sentire la pelle rialzata in quella zona del braccio a distanza di anni. Draco me ne aveva fatte di tutti i colori, mi fece piangere e fece crescere dentro di me un odio profondo nei suoi confronti.

Mi alzai dal pavimento e con tutte la compostezza di questo mondo riuscii a raggiungere Narcissa. Era sul divano che leggeva un libro.

Lei e i suoi stupidi libri.

Mi avvicinai al tavolino ai piedi del divano e lasciai cadere il libro su di esso, Narcissa alzò gli occhi dal libro e mi guardò da sopra gli occhiali.

"Odio tuo figlio!" Sputai con disprezzo buttandomi su una poltrona rosso fuoco.

Stepbrothers; Draco Malfoy Where stories live. Discover now