• Capitolo 1 •

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Febbraio 2018.

« Ci vediamo domani, ragazze. Siate puntuali! »
Salutò anche le ultime ragazze che uscirono dalla sala, poi scollegò il computer dalle casse e lo ripose adeguatamente dentro la sua custodia.
Successivamente si voltò verso gli specchi a prendere la borsa, dentro la quale aveva posto i suoi vestiti prima della lezione di danza, che si era appena conclusa.
Scostò le punte e anche le scarpe di latino americano, poi riuscì a raggiungere i suoi anfibi.
Tolse la tuta e infilò i jeans e il resto dei vestiti, indossando anche il cappotto e la sciarpa pesante.
Si guardò finalmente allo specchio, osservando stancamente lo chignon ormai disordinato dopo le tante ore di lezione.
Insegnare a dei bambini e bambine di cinque anni e poi a dei e delle diciottenni tutti i generi di danza esistenti era fin troppo stancante per ciò che le davano in cambio.
Solo 535.000 won al mese per quattro ore giornaliere in cinque giorni della settimana.
Non poteva lamentarsi però, perché quello era ciò che poteva fare per aiutare sua madre.
Lasciò la stanza libera per la lezione di hip-hop dei ragazzi più grandi.
Quando aprì la porta si ritrovò davanti l'insegnante di hip-hop.
Un ragazzo biondo, dal bel viso, da un cervello adulto e dalla grande simpatia era lì davanti a lei, che fece un salto quando se lo vide davanti a lei.
« Felix! Mi hai fatta spaventare. »
Il ragazzo ridacchiò e si grattò imbarazzato la nuca.
Era più piccolo di lei di due anni, ma pensava fosse fin troppo cresciuto per la sua età.
« Scusa, noona. »
Yi-eun addolcì la sua espressione costantemente triste da ormai due anni e gli sorrise
« Non serve che usi l'onorifico, te l'ho già detto. »
Il ragazzo le sorrise imbarazzato, ancora.
« Sai che lo dimentico! »
Yi-eun sorrise, di nuovo.
Quando vide che dietro le spalle di Felix cominciavano ad arrivare diverse persone, si affrettò a salutare il ragazzo e a sfilare via.
« Devo andare, ci vediamo domani! »
Non le piaceva stare in compagnia di troppe persone, ormai. Preferiva starsene per conto suo.
Non si fidava delle persone: aveva paura che anche loro potessero darle false speranze.
Ricevette un altro bel sorriso da Felix, uno dalla segretaria della scuola di danza, poi si ritrovò a riassumere la sua solita espressione triste, impassibile, solida come non era mai stata.
Era cresciuta con il sorriso sul volto, spensierata, facendo esperienze di tutti i generi (forse anche sbagliate), con il motto "carpe diem" sempre nella testa, anche quando a sua madre avevano diagnosticato la paralisi totale del corpo, che sarebbe arrivata piano, sgretolandola pian piano.
Era sempre stata sicura che il lavoro di suo padre e l'aiuto che dava sua madre come segretaria in uno studio medico avrebbe potuta salvarla, ma suo padre morì in un incidente d'auto circa tre anni prima.
Lo stipendio di sua madre non poteva sancire tutte le spese e la licenziarono a causa della sua malattia che aveva preso il sopravvento.
Soltanto allora Yi-eun capì che il suo sogno di diventare Idol era anche la valvola di salvataggio di sua madre, ma lei non ci era riuscita e il lavoro che aveva in quel momento non poteva aiutarla.
Salì in macchina dopo essere scappata dal freddo coreano.
Accese l'aria calda e poi afferrò il telefono, chiamando
« Mamma! »
Disse euforicamente.
« Tesoro. »
« Ho finito ora di lavorare, adesso passo a trovarti, va bene? »
Dovette aspettare alcuni secondi, durante i quali accese la macchina.
« Ti aspetto. »
« A tra poco. »
Mise giù la chiamata e, sospirando, partì verso l'ospedale.
Odiava sentirla debole, ormai senza forze, con gambe paralizzate, insieme al busto.
Le braccia cominciarono a cederle.
Ballare, per Yi-eun, era anche un riscatto per sua madre: era come se si muovesse anche per lei.
Ancora provava rancore, rabbia e tristezza, soprattutto quando sentiva che le BlackPink stavano spopolando in tutto il mondo, oltre che in Corea del Sud.
"Potevo esserci io al posto di Rosé."
Pensava sempre e spesso lo diceva a sua madre, che puntualmente le accarezzava la guancia.
Tra i suoi pensieri, arrivò in ospedale, posto ormai molto familiare per lei.
Scese velocemente e si affrettò ad entrare.
Salutò cortesemente i medici, che avevano tutti un viso familiare, poi avanzò verso la stanza di sua madre.
Bussò e poi entrò.
Il viso incavato, pallido, ma sorridente di sua madre la accolse.
« Ciao, mamma. »
Disse, andandosi a sedere sulla sedia accanto al letto.
« Yi-eun, com'è andata a lavoro? »
La ragazza le sorrise: era forse l'unico momento in cui sorrideva veramente.
Avere sua madre vicino la faceva vivere, come se potesse darle l'energia persa da tempo.
« Stancante! Oggi c'era lezione di moderno ed è sempre un osso duro per quasi tutti i ragazzi più timidi. »
Min-So ridacchiò, poi le disse
« Sei una bravissima insegnante e una bravissima ragazza. »
Yi-eun le sorrise e poi cambiò argomento
« Domani mi daranno lo stipendio, quindi possiamo aggiungere altri 300 won alla somma per le tue cure. »
Sapeva che erano pochi, che ci metteva tanto a raccoglierli e che la sua malattia era più veloce, ma la amava anche per questo: sacrifici, lacrime e lavoro per lei.
Allungò a fatica il braccio verso di lei solo per poterle accarezzare la guancia e confortarla.
Non poteva stare a casa sua in quelle condizioni, così Yi-eun si ritrovò a vivere da sola ma ad andare a trovare sua mamma tutti i giorni, ma non poteva stare molto.
Così si ritrovò a salutare sua mamma solo dopo mezz'ora e la cosa la disturbava alquanto tutte le volte che andava a trovarla.
Difatti, ogni volta che saliva in macchina per tornare a casa, lasciava scendere qualche lacrima.
Non era felice e mai lo sarebbe stata se sua madre non fosse guarita.
Cercò di scacciare i pensieri accendendo la radio.
« ... fonti certe hanno dichiarato che i BTS potrebbero essersi voluti quasi sciogliere durante questo anno per disturbi nel gruppo. I fan sono stati sconvolti e sperano in qualcosa che possa fargli cambiare idea se in futuro questo malsano pensiero potesse mai ritornare nelle loro menti! Cosa farà la Big Hit per risolvere questi problemi e per portare questi talenti ancora più in alto? Pensateci, miei cari spettatori, durante questa canzone delle Red Velvet! »
Quasi non la toccò quella notizia, sapendo che non avrebbero mai sciolto un gruppo così famoso e spettacolare.
Non potevano esserci tutti quei problemi e non ci sarebbe mai stata una persona a tale livello.
Canticchiò la canzone delle Red Velvet mentre svoltava l'angolo che faceva il negozio di alimentari vicino casa sua.
Tutto le sembrava normale, come tutte le sere e, come tutte le sere le brontolava lo stomaco.
Parcheggiò l'auto nel parcheggio davanti casa sua e, dopo aver preso le sue cose e chiuso la macchina, si fermò a guardarsi riflessa nel finestrino.
I capelli che aveva sciolto le andavano davanti agli occhi a causa del vento freddo e il trucco era quasi del tutto intatto.
Ogni volta che si guardava si sentiva rotta dentro.
Lasciò scivolare una lacrima.
« Choi Yi-eun? »
Sobbalzò, affrettandosi ad asciugare il volto.
Guardò dall'altro lato della sua macchina un ragazzo, stringendo in mano le chiavi, sua unica arma se avesse voluto farle del male.
« Si? »
Mormorò.
« Bella serata, non credi? »
Chiese, guardando il cielo scuro.
Si chiese se la stesse prendendo in giro: si congelava.
« Preferisci fare una passeggiata o offrirmi qualcosa di caldo da mangiare? »
Yi-eun pensò avesse a che fare con un pazzo, seppur incarnato in un bellissimo ragazzo dalla postura impostata in un abito elegante e una targhetta sul petto, che non riusciva a leggere.
« Scusami, ma tu chi sei? »
Il ragazzo si ricompose, guardandola con viso mortificato
« Oh, che maleducato. Sono Lee Ho-ji. »
Cercò nel catalogo mentale di tutte le persone che conosceva con quel nome, ma nessun viso era come quello del ragazzo ancora dietro la macchina e il nome non le suonava affatto.
Il ragazzo capì che ancora non riusciva a capire cosa volesse da lei.
« Sono un agente della Big Hit Enterteinment. »
Yi-eun ridacchiò, senza emozioni.
« Mi stai prendendo in giro? Ascolta, non voglio nessun appuntamento, neanche se sei il figlio dei vicini. Non ho tempo per queste cose. »
L'ultima frase la mormorò mentre avanzava verso il portone di casa, con le chiavi della macchina ancora in mano mentre tirava fuori dalla borsa quelle della porta.
« Yah! Non ti sto prendendo in giro. »
Anche Ho-ji fece i suoi stessi passi, con voce agitata.
« Ah si? E allora io sono Rosé delle BlackPink. »
Lo disse con un grande odio nella voce, mentre apriva la porta di casa, dentro la quale avrebbe camminato se non avesse detto
« Saresti dovuta essere al suo posto. »
Si bloccò sul posto: come poteva saperlo?
Si voltò lentamente.
« Come fai a...? »
Lo guardò negli occhi, mentre lui la guardava con un sorriso educato sul volto.
« Saperlo? Te l'ho detto: sono un agente della Big Hit. »
Lo guardava ancora un po' interdetta e incredula, ma quando tirò fuori il suo tesserino e lèsse con attenzione ciò che c'era scritto e la targhetta sul petto, qualcosa le disse che doveva ascoltarlo.
« Allora, preferisci passeggiare o mettere qualcosa sotto i denti? Se vuoi ordiniamo del ramen. »
Così, non volendo assolutamente prendere un raffreddore, si ritrovò ad aspettare del ramen seduta al tavolo della sua cucina insieme ad uno sconosciuto. Per un attimo si chiese se si fosse bevuta il cervello.
« Come sai chi sono? »
Fu la prima cosa che gli chiese, e lui fece spallucce, prendendo dalla tasca il suo telefono, smanettandoci per qualche secondo e poi mostrandole lo schermo.
« Il tuo profilo Instagram parla da solo.
Canti, rappi e balli tutti i generi di danza. »
Yi-eun annuì, poi spiegò
« Sono insegnante di danza. »
« Benissimo! Hai anche esperienza. »
Ancora non capiva cosa volesse.
« Come fai a sapere che ho fatto il provino per la YG Entertainment? »
Ho-ji si schiarì la voce
« Che rimanga tra noi: la YG non è una delle agenzie più forti che esistano, le BlackPink vanno avanti perché sono amate dal pubblico di tutto il mondo, altrimenti si sarebbero sciolte dopo pochi mesi dal debutto. »
Yi-eun si accigliò, come se volesse chiedergli "E con questo?".
Così Ho-ji continuò a spiegare
« Con questo intendo dire che risalire ai dati dei concorrenti ai provini tramite altri agenti non è difficile. »
« E perché sei risalito ai miei dati? »
Aprì la bocca per parlare, ma al posto della voce, il campanello suonò.
« È arrivato il ramen. »
Mormorò Yi-eun, che lo portò in tavola in un minuto.
« Allora? »
Disse, poco dopo che Ho-ji iniziasse a mangiare.
« Tu non hai fame? Sono le 20:45. »
Le chiese, con la bocca piena di noodles.
In effetti, doveva mangiare, ma la fame le era diminuita dopo quell'incontro.
« Mangerò solo quando mi dirai perché sei risalito ai miei dati. »
« Va bene, allora... »
Inghiottì i noodles, poi iniziò a parlare solo quando Yi-eun prese una manciata di noodles.
« Come penso che tu sappia, i BTS sono entrati in crisi quest'anno perché non abbiamo più validi tutor di canto, ballo e rap. Ovviamente sarebbero gli stessi che dovrebbero allenarli a dovere, fargli da tutor, montare le coreografie... hai capito insomma! »
Pensava fosse simpatico quel suo modo di fare.
« Non vogliamo che i BTS si sciolgano per crisi che non riguardano direttamente loro e per questo, come agenti, dobbiamo tutelarli. »
Yi-eun lo ascoltava mangiando.
« Stiamo cercando dei validi tutor, incaricati dal nostro presidente.
Quindi, anche io ho fatto le mie ricerche e sono risalito a te.
Sei la più valida tra quelli che abbiamo trovato. »
Yi-eun quasi si strozzò con il brodo del ramen.
« Mi stai proponendo di fare la coreografa dei BTS? »
« E non solo. Ti sto proponendo di diventare la loro allenatrice, tutor di canto, di ballo. Aiutarli con l'interpretazione e a tenere una vita sana, un po' come la tua. Ti sto proponendo, soprattutto, di essere la loro ombra. »
Per un attimo pensò di dirgli "Si, accetto.", ma poi cominciò a ragionarci su.
« Come posso sapere che non è una cavolata e che è un lavoro giusto per i miei canoni? »
Ho-ji le sorrise, poi disse
« Vieni domani mattina alle 11:30 alla Big Hit per il colloquio. Vestiti elegante, ma porta le tue cose per le prove e l'allenamento. »
Yi-eun si ritrovò davanti un foglietto con su scritte indicazioni stradali e il numero di telefono di Ho-ji.
« Ho già avuto troppe delusioni nella vita, che non è mai stata facile per me. »
Gli spiegò, guardandolo finire il suo ramen.
« Non voglio che siate anche voi un'altra delusione. »
Poggiò le bacchette di legno del piatto, poi si alzò, riallacciandosi la giacca che coprì la cravatta nera.
« Vieni a provare: lo capisci da sola se ne vale la pena. »
Si alzò anche Yi-eun, confusissima e agitata.
« Ah, sono 4 milioni di won al mese. »
Lo guardò negli occhi, come per capire se la stesse prendendo in giro, ma essi trasparivano solo verità e purezza.
« Pensaci. »
Nel tragitto verso la porta, gli disse più volte
« Non so, non mi fido di nessuno ormai. »
ogni volta che le ripeteva che era perfetta per il ruolo che dovevano coprire nell'agenzia.
Gli aprì la porta, mentre lui la ringraziava della cena.
« Se decidi di provare, ci vediamo domani alle 11:30. Se non vuoi provare, tieniti la tua vita sconfitta. È una rivincita per ciò che ti ha fatto la YG e sarà una svolta per te stessa. »
Yi-è un si morse il labbro, ancora troppo pensierosa.
« Pensa a te e pensa a tua madre. »
Lo guardò allontanarsi senza respirare, poi chiuse la porta.
Erano quelle le parole che le fecero scattare qualcosa dentro di sé che mai aveva provato.

Choreographer { Park Jimin }Where stories live. Discover now