• Capitolo 3 •

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I pensieri che aveva avuto la sera prima davanti alla ciotola di ramen quasi interamente intatta non l'avevano abbandonata.
Le pareva ancora di essere seduta con le ginocchia portate al petto, con i capelli portati sulla testa in una crocchia scomposta e con gli occhiali che aveva distrattamente inforcato per leggere meglio sul biglietto, che teneva ancora in mano.
Era sul divano, con una tazza di tè in mano e nell'altra il biglietto da visita di Ho-ji.
Era ovvio che avesse continuato a pensare a quell'offerta di lavoro e continuava a dire "Sarà veramente così spettacolare? Oppure è un'opportunità che mi darà false speranze come sempre?"
L'unica cosa che la spingeva a dire di sì all'offerta era il volto spento di sua madre.
Era vero che erano abbastanza soldi per pagare le cure in un solo bonifico bancario, ma era davvero sicura che avrebbe ricevuto tutti quei soldi entro fine mese?
Guardò la tv, dove passavano delle notizie sulla borsa coreana, cosa di cui non si era mai interessata e neanche in quel momento sembrava distrarla dai pensieri.
Pensò che avesse bisogno di un consiglio.
Erano le 9:30 del mattino e lei già si era preparata per andare da sua madre e parlarle di ciò che era successo.
Il trambusto in ospedale sembrava aumentato quella mattinata, che a lei sembrava come tutte le altre.
Salutò, cortesemente come al solito, i medici e sfilò verso la camera di sua mamma.
Si bloccò sul posto quando la vide attaccata al respiratore.
Due tubicini le entravano nel naso e poi si allungavano verso un macchinario.
Cercò di non mostrarle la sua ansia.
« Buongiorno, mamma. »
Min-So si voltò pesantemente verso di lei, abbozzando un sorriso stanco.
« Yi-eun, hai messo la mia giacca bianca. »
La ragazza si guardò, sorridendo: si era vestita elegante perché Ho-ji glielo aveva esplicitamente detto.
Non era ancora convinta di voler andare, ma per lei era sempre meglio prevenire piuttosto che curare, infatti aveva anche preparato la sua borsa.
« Ho bisogno di un consiglio. »
Le si avvicinò, cercando di non guardare i tubi che l'aiutavano a respirare, che non erano mai serviti prima di allora, facendo sbattere i tacchi degli stivaletti scamosciati sul pavimento immacolato dell'ospedale.
« Che genere di consiglio? »
Ansimò.
Si sedette, cercando di non stropicciare i pantaloni a palazzo che aveva indossato.
« So che può sembrare assurdo, ma la Big Hit mi ha fatto un'offerta di lavoro. »
Sapeva che sua mamma era moderna e conosceva tutti gli affari del Kpop e dei k-drama, che avevano sempre guardato insieme, perciò non aspettò molto per vedere i suoi occhi farsi grandi.
« Che genere di lavoro? »
« Dovrei essere la tutor dei BTS. Allenarli, condurli ad una vita sana e dovrei essere anche una coreografa e tutor di canto. »
Min-So sembrò riacquistare tutta l'energia persa in quegli anni.
« È fantastico! Quando inizi? »
Yi-eun sapeva che sua madre non la pensava come lei, che era molto diversa: lei era abituata a pensarci mille volte prima di fare una cosa, un po' come faceva suo padre.
« In realtà non ho ancora fatto il colloquio. Un agente della Big Hit mi ha detto che mi hanno notata tramite il mio profilo Instagram e sanno della YG e di te. Dicono che sono la più valida tra tutti. »
Min-So la guardò confusa, infatti le chiese
« Cosa aspetti ad andare allora? »
Yi-eun lasciò uscire tutte le sue preoccupazioni sospirando, poi disse
« Se mi stanno dando false speranze un'altra volta? Se tutti quei soldi che mi spettano per questo lavoro sono solo una cavolata? Come posso sapere che sono onesti? »
Min-So lasciò uscire una risatina, per poi fermarla ed esclamare
« Yi-eun, è la Big Hit! Non una catena di supermercati scadenti. Se sono venuti da te c'è un motivo. »
Si chiese come fosse possibile che non avesse mai pensato a ciò, seppure lei fosse molto sveglia e intelligente.
Il suo trauma la faceva bloccare.
« Essere la tutor dei BTS non è per tutti. Ti hanno proposto il lavoro, perciò vai a quel colloquio e dimostra loro che avevano ragione. »
Il suo cuore cominciò a battere così forte che lo sentiva addirittura nelle orecchie, così forte che non sentiva il "bip" monotono e stressante del macchinario che monitorava il battito cardiaco di sua madre.
« A che ora hai il colloquio? »
« Alle 11:30. »
Min-So sbarrò gli occhi, puntandoli sull'orologio appeso al muro, che segnava le 11:05.
« Va', svelta! »
Yi-eun guardò l'ora e impallidì.
« Pensi che ne valga la pena? »
Si alzò, con le mani tremolanti.
« Tu vali sempre la pena, amore mio.
Sei la figlia che tutti sognano e una cantante, rapper e ballerina eccezionale. »
Yi-eun non riusciva a trattenere le lacrime.
« Ti voglio bene, mamma. »
« Te ne voglio anche io. »
Si avvicinò a lei e le prese la mano.
« So che non puoi sentire che ti sto stringendo la mano, ma ti prometto che potremmo riabbracciarci, facendoti sentire il tessuto dei miei vestiti. Ti prometto che verrò a trovarti, qualunque cosa accada. Questo è il mio riscatto, per te e per me. »
Min-So guardò gli occhi lucidi di sua figlia e lasciò scendere silenziose lacrime, ma con il sorriso.
« Fai vedere chi sei. »

Erano le 11:25 e lei cercava di parcheggiare la macchina, tra parolacce e maledizioni agli automobilisti incapaci.
Aveva trattenuto le lacrime per tutto il viaggio, emozionata per la conversazione con sua madre, che sperava di vedere prima che fosse troppo tardi.
Quando finalmente scese dalla macchina non poteva credere di essere davanti all'agenzia della Big Hit.
Guardò per un ultima volta la facciata del grande palazzo, poi sospiro: era troppo tardi per tornare indietro.
Entrò con passo svelto e deciso ma non sapeva dove andare.
Si guardò intorno nella hall, gronda di persone che salivano e scendevano le scale, che entravano negli ascensori, chi parlava al telefono, chi parlava con un collega.
C'erano tantissime persone occupate nel loro lavoro e sembravano tutti precisi e professionali, tanto quanto l'ambiente.
« Alla fine sei venuta. »
Si voltò verso la sua sinistra, facendo sventolare i capelli lunghi e neri.
Guardò il viso bello e simpatico di Ho-ji, che le sorrideva con tanto di fossette sugli angoli della bocca.
« Hai la borsa con il cambio per le prove di questo pomeriggio? »
Si ritrovò destabilizzata: non pensava di trovarlo lì pronto per lei.
« Si, è in macchina. »
Fece un cenno con il capo verso l'ingresso, per fargli capire che era lì fuori.
« Perfetto, dopo pranzo la prenderemo. Seguimi pure. »
Ho-ji si attaccò il bottone della giacca, quel giorno di un blu scuro, facendole capire che doveva seguirlo verso l'ascensore.
« Incontrerai la manager dei ragazzi, ma non la vedrai molto spesso. Lei si occupa di affari burocratici, ma sai che dovrai contare su di lei quando dovrai far presente ciò che i ragazzi fanno e il tuo lavoro. »
Yi-eun annuì, fermandosi accanto e lui per aspettare che le porte dell'ascensore si aprissero.
« Chi è la manager? »
« Jo Da-mi. »
Sussultò quando sentì la voce di una ragazza arrivarle alle spalle.
Si voltarono entrambi per guardare il viso tondo di una ragazza, che aveva un taglio di capelli particolare e fuori dalla moda coreana, ma sembrava che a lei non importasse nulla, tant'è che anche l'abbigliamento era molto appariscente, seppur elegante.
« Tu sei la tutor, bene. Bel viso, un fisico magnifico e un look da Idol. »
Affermò con voce squillante, mentre li superava per entrare nell'ascensore.
« Saresti stata meglio al posto di Rosé, ma siamo grati alla YG di averci lasciato un talento così grande. »
Continuò, mentre i due ragazzi entrarono nell'ascensore e mentre pigiò il tasto numero 12.
« Potreste tenere le mie informazioni private... »
Cercò di dire Yi-eun, ma Ho-ji la interruppe dicendo
« Private? Io, Da-mi e il presidente siamo gli unici a conoscere tutto su di te, e ci impegneremo a tenere tutte le tue informazioni top secret. »
Yi-eun rimase sbalordita.
« Io e lui siamo gli unici su cui puoi contare per qualunque cosa. »
Aggiunse Da-mi, sorridendole, così come Ho-ji.
Si cominciò a convincere che forse era la svolta.
« Il presidente è in riunione, perciò andremo del mio ufficio e ti illustreremo ciò che devi fare. Poi andiamo a mangiare il miglior kimchi del quartiere e poi incontrerai i ragazzi facendoli provare immediatamente. »
Yi-eun non poté che annuire.

Choreographer { Park Jimin }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora