• Capitolo 39 •

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Di solito, dopo un'intensa giornata di lavoro come quella che aveva appena trascorso, non amava uscire. Piuttosto preferiva starsene nel suo comodo letto, avvolta dalle sue profumatissime coperte, con una bella tisana calda e la tv accesa.
Quel giorno, invece, contro ogni sua aspettativa, era molto vivace e attiva.
Sapeva benissimo il motivo della sua euforia e carica, ma non voleva ammetterlo: il party che Da-mi aveva deciso di organizzare per i membri della BigHit come segno di ringraziamento per il buon lavoro svolto in quei giorni era un'occasione d'oro per stare con Jimin.
La sua teoria era fondata sulla gelosia del ragazzo: dato che non voleva assolutamente fare nessun primo passo, in quanto avesse da sempre ammesso tutto lei. Doveva stuzzicarlo in qualche modo. Se davvero provava qualcosa per lei, come sembrava dimostrare da settimane ormai, doveva reagire a qualche sua mossa, come quella di indossare quel vestito pieno di paillettes, corto abbastanza da poter attirare l'attenzione di tutti.
Quando lo aveva indossato, insieme ai tacchi vertiginosi, si era catapultata nella sé stessa diciottenne che riusciva a baciare, o ad arrivare oltre senza alcun ritegno, qualche bel ragazzo incontrato in discoteca. Doveva tirare fuori la ragazza senza paura di far vedere quanto sapesse far cadere tutti ai suoi piedi, rimanendo nel ritegno. Lo aveva sempre fatto, era brava a farlo.
Si volle quasi schiaffeggiare al ricordo della ribelle adolescente senza pudore che era stata: tuttavia, quelle esperienze sembravano iniziarle a servire in un qualche modo.
Il suo piano era divertirsi, ma allo stesso tempo capire cosa volesse Jimin: era solo attrazione fisica, oppure era innamorato tanto quanto lo era lei di lui?

Il suo piano era divertirsi, ma allo stesso tempo capire cosa volesse Jimin: era solo attrazione fisica, oppure era innamorato tanto quanto lo era lei di lui?

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Jimin si guardava intorno: ricordava di non essere mai stato in quella stanza della sua agenzia. Sembrava un'enorme discoteca, allestita molto bene a parer suo dai manager. D'altro canto, Da-mi non si smentiva mai.
Sentiva che quella sera l'atmosfera era piuttosto positiva, anche se moriva dalla voglia di vedere Yi-eun. Sentiva che sarebbe successo qualcosa quella sera.
Il fatto che non fosse ancora mai riuscito a baciarla per bene mentre lei era vigile e cosciente lo faceva innervosire, ma non era paragonabile alla rabbia che provava nei confronti della sua paura nel dichiararle ciò che provava per lei.
« Yah! Ye-ji ti sta portando drink da mezz'ora e tu ti limiti a berli e basta? Invitala a ballare. »
Yoongi gli diede una spallata, che fece ondeggiare il ghiaccio nel bicchiere che teneva in mano.
« Non mi va, e non mi interessa. »
Fece spallucce, sorridente.
Yoongi sapeva benissimo chi stesse puntando: era ovvio e palese a tutti come Jimin guardava Yi-eun. Gli serviva solo un po' di coraggio.
Taehyung si avvicinò ai due, poi disse
« Hyung, Jimin: questa sera ci divertiamo! Ricordate le parole di Da-mi! »
La manager aveva detto loro che avrebbero potuto fare ciò che volevano, dato che il presidente era d'accordo: a patto che non venissero fuori scandali e che durante il tour sarebbero stati ancor più ligi al dovere di quanto non lo fossero già.
Jimin era sollevato, così come anche tutti i ragazzi, al sicuro tra persone che lavoravano per loro, nella loro agenzia.
« Va' da Ye-ji. »
Ripropose Yoongi, facendo scuotere la testa a Jimin, che però fu distratto da Taehyung, che ghignò e disse
« Però prima da' un'occhiata. »
Dopodiché si voltò verso dove il suo migliore amico aveva fatto cenno con il capo, e perse un battito.
Yi-eun aveva fatto ingresso nella sala, e sembrò che tutto si era bloccato: la musica, le luci, il chiasso, la gente che ballava in pista. Esisteva solo lei: sapeva che era bellissima ogni giorno, ma quella sera era la donna più bella che avesse mai incontrato in vita sua. Il vestito brillante le fasciava perfettamente il corpo, e lo trovava molto elegante nonostante fosse terribilmente corto, ma fu attirato dai bei capelli mossi che faceva oscillare dietro la schiena. Per non parlare del trucco impeccabile come sempre.
Una idol.
« Bevi, Jimin! Mi sembri accaldato. »
Jungkook sbucò da dietro di lui, e lo fece risvegliare dal piccolo sogno in cui era entrato.
« Stasera mi state proprio antipatici! »
Non sapeva come difendersi: era rimasto a contemplare la bellezza di Yi-eun troppo spudoratamente, ora doveva pagarne le conseguenze. Ma davvero gli importava di quello che pensavano i suoi compagni? Avevano solo che ragione.
Così, bevve tutto d'un sorso il suo drink: aveva bisogno di spigliatezza, ma rimanendo sobrio.
Dopodiché, si voltò di nuovo verso la pista: Yi-eun si era avvicinata a Bang Chan. Improvvisamente, gli iniziò a bruciare lo stomaco.

Choreographer { Park Jimin }Where stories live. Discover now