• Capitolo 26 •

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« ...I'm really just fine, fine fine... »
Canticchiava quel pezzo da ormai due ore, ma non le veniva in mente nessun passo adatto per quella coreografia. Voleva che tutte fossero perfette e diverse l'un l'altra, ma era complicato in quel momento inventare la terza coreografia: aveva bisogno d'aiuto.
Si sedette sconsolata sul letto, guardando l'orologio sul suo telefono, che segnava le 2:32. Sospirò: il sonno non sembrava volersi impadronire di lei quella notte. Era la prima (dopo quella passata con Jimin) in cui non chiudeva occhio, forse perché aveva avuto molta ispirazione per le coreografie, e l'adrenalina nata dal ballo non aiutava assolutamente la situazione. Inoltre, continuava a chiedersi cosa avesse fatto Jimin per essere così arrabbiato e nervoso. Aveva spesso camminato davanti alla sua porta, pensando a ciò che avrebbe potuto dire o fare per parlare con il ragazzo, ma le parole di Yoongi e Taehyung continuavano a saltellare nella sua mente: « Quando sta così, non ci si può ragionare. Forse, se avremo fortuna, quando si sarà calmato! »
Tuttavia, lei non era riuscita a trattenersi nel poggiare l'orecchio sulla sua porta per avvertire qualsiasi rumore, ma non riuscì a sentire nulla sia perché Jimin sembrava morto, ma anche perché doveva evitare di farsi vedere con la guancia spalmata sul legno dai ragazzi o da Ho-ji, che spesso l'aveva guardata con la fronte corrucciata.
Per evitare figuracce, se ne tornò sconsolata in camera.
Poi, dopo aver parlato con Hoseok, un pesante macigno le aveva liberato il petto e riusciva a pensare con più lucidità, arrivando alla conclusione che forse non era Hobi quello che le faceva venire le farfalle nello stomaco, ma Jimin. Come aveva anche detto sua madre: non poteva che essere un'innamoramento sano e molto controllato.
Tuttavia, quella notte, sembrava che tutto ciò che provava lo aveva tirato fuori ballando e non riusciva a riportarlo nella custodia mentale che teneva come un tesoro.
"Come vorrei che Jimin fosse qui con me per ballare." Pensò, e senza neanche accorgersene, tirò su le gambe e si precipitò alla porta, dove indossò le scarpe.
Non sapeva perché volesse dirigersi da Jimin, consapevole che lo avrebbe dovuto svegliare (cosa non molto sana, considerando che la mattina seguente dovevano provare le nuove coreografie ed impararne altre in vista del tour che si sarebbe tenuto ad agosto), ma voleva andare da lui: per una volta voleva seguire il suo cuore e non la sua testa.
Aprì piano la porta, per evitare il rumore, ma si pentì di ogni sua scelta quando guardò il corridoio. Un senso di rabbia si sollevò nel suo stomaco quando vide quegli inconfondibili capelli biondi ondulare sopra alla sua figura magra e vestita completamente di nero, il profilo fin troppo bello e conosciuto, l'andatura elegante e slanciata camminare frettolosamente verso l'ascensore, dentro il quale sparì.
Il suo senso di rabbia si trasformò in dolore quando capì da quale stanza proveniva Rosé: era la stanza di Jimin, il quale sembrò chiudere proprio in quel momento la porta.
La ragazza che le aveva portato via il suo sogno, la possibilità di salvare sua madre, la speranza di essere felice era appena uscita dalla stanza del ragazzo che le stava pian piano rubando il cuore.
Gli occhi le pizzicavano: com'era possibile una cosa del genere? Poteva essere chiunque la donna con cui Jimin aveva passato la notte, invece era proprio lei.
"Cosa ci fa lei qui?!"
Non si capacitava di come nessuno le avesse mai detto niente di ciò, considerando che Ho-ji e Da-mi erano sempre al corrente di tutto ciò che i ragazzi facevano.
Infilò rabbiosamente la tessera della camera nella tasca e filò via, verso l'unica persona che in quel momento poteva e doveva ascoltarla.
Nel frattempo, respirava frettolosamente: perché a lei e perché proprio Jimin?!
Le lacrime sembravano ancora non voler uscire, nonostante i nervi sembravano aprire tutti i rubinetti.
L'ascensore si aprì quasi subito quando arrivò al sesto piano, lì dove alloggiava l'unico che poteva darle una vera spiegazione.
Si precipitò alla porta, chiedendosi perché ciò che aveva visto le stava facendo ribollire il sangue nelle vene e le stava facendo così male.
Suonò il campanello e bussò alla porta.
« Svegliati, pabo! »
Gridò, ma non ci volle molto per essere accontentata.
Un Ho-ji assonnato e confuso aprì la porta.
« Cosa diavolo stai facendo?! Vuoi svegliare tutta l'agenzia? »
A Yi-eun non importava se si fossero alzati tutti: che sentissero!
« Perché Rosé è appena uscita dalla camera di Jimin? »
Andò dritta al punto, rendendosi solo ora conto di quanto la sua voce fosse spezzata e delusa.
Ho-ji, dopo quella domanda, sembrò svegliarsi completamente e guardò la ragazza dritta negli occhi. Aveva le ciglia bagnate, le labbra tremanti e lo sguardo di chi ha bisogno di gridare al mondo cosa stava provando in quel momento.
« Speravo di non dover mai arrivare a parlare di questo. » Confessò il ragazzo, invitandola ad entrare e, mentre lui accese la luce della cucina e si sedette, Yi-eun rimase sull'uscio della porta, in penombra, in silenzio, aspettando una risposta che non tardò ad arrivare
« Lei e Jimin si frequentano da qualche tempo, forse un anno. Sono stati sempre bravi a non farsi scoprire, così lo abbiamo sempre coperto. Non so se la YG sappia qualcosa a riguardo, ma al momento non girano voci. »
A Yi-eun era venuta la nausea.
Ci volle qualche secondo prima che riuscì a distogliere lo sguardo dagli occhi dispiaciuti di Ho-ji.
« Dovevate dirmelo subito. » Mormorò, delusa.
« E rischiare che non accettassi il lavoro? Sbaglio o lo avresti fatto se avessi saputo che Rosé va a letto con Jimin? »
Non sapeva se quella morsa allo stomaco era stata creata dal fatto che no, non avrebbe accettato il lavoro, o per il fatto che Jimin e Rosé fossero praticamente fidanzati.
« Quante altre cose mi avete tenute nascoste? » Chiese, arrabbiata.
Ho-ji poggiò le braccia sul tavolo, e disse
« Nessuna, Yi-eun. »
La ragazza storse la mascella.
« Sei arrabbiata perché te lo abbiamo tenuto nascosto, o perché si tratta di Rosé e Jimin? »
Yi-eun si fermò un momento: era da quella notte che le sue emozioni e pensieri correvano indisturbati, e quell'attimo non fu utile per chiudere tutti i cassetti mentali.
« Entrambe. » Asserì, abbassando lo sguardo sulle sue mani e lasciando che i suoi occhi si riempissero di lacrime.
Successivamente, alzò il capo per guardare Ho-ji e lasciò cadere una lacrima.
Il ragazzo sorrise e disse « Mi dispiace per averti tenuto nascosta questa cosa, non pensavamo potesse uscire allo scoperto o darti così tanto fastidio. »
In quel momento, la sua rabbia esplose
« Come posso non odiare il fatto che lei si trovi anche qui, dopo avermi portato via tutto?! »
Ho-ji si alzò e le andò incontro.
« Hai ragione. »
La guardò alzare lo sguardo nei suoi occhi, vedendole nelle iridi nere una grande e indomata sofferenza che uscì fuori con le sue lacrime. Strinse le labbra e poi disse, con voce debole
« E perché proprio Jimin? »
Il ragazzo sentì il cuore di Yi-eun sgretolarsi, mentre il suo si strinse in una morsa di tristezza e dispiacere per quella ragazza, che non riusciva a trovare tregua.
Non poté far altro che stringerla tra le sue braccia, mentre lei mormorò
« Per tutto questo tempo ho fatto in modo di non guardare il loro successo, e adesso me la ritrovo nella mia nuova casa, nella mia nuova famiglia. »
Ho-ji le accarezzò i capelli, poi disse sorridendo
« Sta' tranquilla, nessuno te la porterà via! »
Yi-eun pregò veramente che non avrebbe più perso nulla.

La mattina seguente si precipitò in sala per riscaldarsi e provare prima che i ragazzi arrivassero: non aveva voglia di vedere nessuno, nemmeno Jimin.
Aveva subito una sorta di delusione la notte passata, come se lui dovesse sapere chi era veramente la ragazza che si portava a letto, la stessa che aveva preso il suo posto. Tuttavia, aveva promesso a Ho-ji che quello sarebbe stato un segreto da custodire tra di loro: nessun membro doveva sapere che lei sapeva tutto, soprattutto Jimin, altrimenti avrebbe smascherato anche lo scandalo della YG Entertainment.
Mentre allenava le spaccate, si guardò allo specchio. Se Jimin era innamorato di Rosé, allora era destinata ad essere sempre sconfitta da quella ragazza.
Sospirò e allungò la schiena.
Rimase in silenzio, ascoltando "Best of Me", ripassando a mente la coreografia, e poi anche "Mic Drop" e "I'm Fine", che però non era ancora completata.
Lo avrebbe fatto con i ragazzi, ma la cosa la spaventava, considerando che era molto scossa, arrabbiata e nervosa.
Prese un grande respiro quando vide la porta della sala aprirsi, accogliendo i sette membri insieme al loro chiasso e risa.
La guardarono alzarsi da davanti lo specchio e sorridere, ma sapevano e capirono subito c'era qualcosa che non andava in lei.
Sorrideva, si, ma aveva gli occhi gonfi e spenti.
Si guardarono tutti in volto, persino Jimin, che era piuttosto assonnato e solitario quella mattina.
Capirono che dovevano far qualcosa, così Namjoon guardò Jimin e gli fece un cenno con il capo.
Il ragazzo si chiese perché proprio lui e non Hoseok, considerando che era il suo fidanzato, ma non obbiettò sia perché non voleva far arrabbiare il suo leader, e sia perché dentro il suo cuore voleva parlarle, ora che non aveva più nessun fardello da sostenere, se non quello della presunta relazione con Hobi.
Così si avvicinarono al centro della sala, ma solo Jimin avanzò verso Yi-eun, che stava preparando la scaletta per la giornata, infatti non si accorse di lui.
Le guardò la schiena scoperta da un top e le gambe fasciate dalla tuta nera che le arrivava a coprire fino all'inizio delle caviglie, poi aveva un paio di scarpe dalla para alta, infilate e legate alla bene e meglio: da brava ballerina, doveva essere veloce a cambiarsi.
Jimin trattenne un sorriso: era tremendamente bella, anche vestita sportiva e pronta a sudare con loro.
« Stai bene? »
Le poggiò la mano sulla schiena, ma lei sobbalzò e si tirò su, scansandosi.
Jimin la guardò interrogativo, essendo sicuro che le sue mani non erano assolutamente fredde da farla scattare ed allontanarsi, con ancora la penna in mano, con la quale scriveva i nomi della canzoni.
Tuttavia, non sapeva che aveva provato un senso di ribrezzo, ricordandosi con chi era stato la notte passata, ma il suo tocco bruciava ancora sulla sua pelle. Era una dualità infinita ciò che si era creata in Yi-eun: lo odiava per il fatto di Rosé, ma sentiva di amarlo in un qualche modo.
« Si, tutto bene. Iniziamo il riscaldamento? »
Tutti erano assurdamente confusi, ma presto furono distratti dalle coreografie di Yi-eun, soprattutto da I'm Fine, che dovettero terminare insieme a lei.
Uscì un bel lavoro e tutti ne erano soddisfatti, tranne Yi-eun.
Si sedette sconsolata davanti al computer, mentre i membri raccoglievano le loro cose.
Jimin continuava a guardarla: se si era fidanzata con Hoseok, perché lui non era con lei adesso che era così triste?
Si voltò verso il suo amico mentre raccoglieva la bottiglietta d'acqua da terra.
Hoseok sembrava piuttosto tranquillo, mentre chiacchierava con Jin.
Gli fece venire il nervoso, così avanzò verso di lui e gli sussurrò
« Yah! Perché non vai da lei? »
« Non ha bisogno di compagnia adesso. »
Rispose sereno Hobi, per poi sfilare via dopo avergli rivolto un bel sorriso dispiaciuto.
Jimin ci dovette riflettere e sapeva che lei non era abituata a sfogarsi, ma il fatto di vederla così tremendamente giù di morale gli faceva contorcere lo stomaco, anche se era arrabbiato con lei per avergli mentito.
Tuttavia, Jimin non sapeva che si stava sbagliando di grosso.

Choreographer { Park Jimin }Where stories live. Discover now