• Capitolo 10 •

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« Scrivete canzoni, le prime che vi vengono in mente. Componete musica, senza star a pensare troppo al ritmo per un primo momento. Poi, ballate e improvvisate perché le coreografie usciranno sempre fuori da quello che avete dentro. »
Le parole che aveva detto Yi-eun la mattina passata in sala prove gli erano rimaste scolpite nella mente.
Da quando l'avevano salutata dopo aver finito di provare quasi tutte le coreografie (iniziando in parte a pensare ad applicare le correzioni da lei fatte) non aveva smesso di pensare a lei.
Vedeva nei suoi occhi un buio che lo incuriosiva da morire e non sapeva perché Yoongi avesse pensato che potesse avere una cotta per lei soltanto perché l'aveva difesa, oppure lo aveva scoperto guardarla quando non ce n'era un determinato bisogno?
Aveva pensato a quello tutto il tempo che era stato in palestra, dove lei non c'era.
Aveva detto loro di rinforzare tutti i muscoli, tant'è che anche l'addetto alla palestra era rimasto sconvolto da quanti esercizi erano riusciti a fare, quando un anno prima vedevano la palestra si e no due volte a settimana (se erano fortunati).
Si chiedeva dove fosse stata Yi-eun tutto il pomeriggio, anche mentre faceva la doccia, mentre cenava tranquillamente nel suo appartamento e anche durante le ore di sonno mancate: erano le 1:07 e ancora non aveva chiuso un occhio.
Si sarebbe aspettato di dormire non appena avrebbe messo la testa sul cuscino per la stanchezza della giornata lavorativa, ma così non era stato.
Si era anche messo a pensare alla sua cartella clinica, cosa che ancora non gli andava giù, ma Da-mi gli aveva assicurato che sarebbe cambiata in meglio.
Ma allora cos'era quel pensiero che non lo lasciava dormire?
Gli occhi di Yi-eun gli tartassavano la mente così violentemente da non riuscire a dormire?
E cosa gli stava succedendo?
Pensava sempre a lei in quanto una novità e una speranza nell'ambito lavorativo?
Oppure perché lo attraeva?
Scostò violentemente le coperte, come se in quel modo potesse mandare via i pensieri, ma ebbe come risultato una gran fretta nel mettersi gli abiti più comodi che avesse, le scarpe da ginnastica e scendere in sala prove.
Sarebbe stata aperta? Sperava di sì: perché lui in quel momento doveva ballare e sfogare tutta la sua rabbia.

Non si era neanche azzardata a infilarsi nel letto: sapeva già che sarebbe stato inutile.
Troppi pensieri le rimbalzavano nel cervello tenendola sveglia.
Il pomeriggio in cui i ragazzi erano stati in palestra lo aveva passato nell'ufficio di Da-mi, che la informò del fatto che i ragazzi avrebbero rilasciato alla fine dell'estate del 2018 il nuovo album, mentre alcune canzoni le stavano già scrivendo e componendo.
Le aveva chiesto esplicitamente di poter pensare a delle coreografie non appena i ragazzi avessero dato il via libera all'intero staff musicale di ascoltare le canzoni, per poterle poi incidere.
La cosa la eccitava alquanto, seppur avesse cominciato ad agitarsi: si chiedeva se fosse all'altezza.
Poi, come se non bastasse, la scena di quella mattina della discussione con Yoongi non le era mai andata via dai pensieri.
Non si preoccupava tanto per Yoongi: aveva capito che non si riusciva a fidare di lei, cosa che invece gli altri sembravano riuscirci pian piano, e che ci sarebbe riuscita solo dopo avergli assicurato un bell'esito dal nuovo album.
La preoccupava di più il fatto che credesse che Jimin aveva una cotta per lei: non era di sicuro andata lì per flirtare con uno dei ragazzi, ma le pareva che gli sguardi che si lanciava con Jimin ed il fatto che lo trovasse il più bello tra tutti (cosa secondo lei era impossibile dato il livello di bellezza del gruppo) la faceva dubitare.
Che l'avesse attratta fisicamente?
Tuttavia, non si erano mai parlati al di fuori del contesto lavorativo, a parte quando erano stati bloccati nello stanzino, ma era stato un incontro così veloce che neanche lo considerò tale: eppure la giacca che era appesa all'attaccapanni del suo appartamento diceva il contrario.
Aveva pensato più volte a restituirgliela, ma appena la prendeva in mano per portarla indietro sentiva il suo profumo dolce e mascolino e la poggiava di nuovo.
Si dava della stupida da sola, ma non voleva assolutamente pensare troppo a quel "futile dettaglio" e decise di dargliela soltanto quando gliel'avesse richiesta.
I troppi pensieri le misero un gran mal di testa e aveva bisogno di sfogarsi e c'è cosa migliore per una ballerina di andare in sala prove?
La risposta è ovviamente no.
Si aspettava però fosse chiusa, quando in realtà trovò la porta aperta.
Accese tutte le luci della sala e si guardò allo specchio sulla parete opposta all'ingresso.
Aveva messo degli abiti sportivi: doveva essere comoda.
Poggiò la giacca e collegò il telefono alle casse e mise la musica a volume non troppo alto (seppur la sala fosse insonorizzata), poi iniziò a riscaldarsi.
Quando terminò la prima canzone, iniziò Lie di Jimin.
Improvvisamente si guardò allo specchio con occhi determinati e iniziò a ballarla, ricordando ogni singolo passo della coreografia, immergendosi in essa e senza accorgersi che qualcuno era entrato nella sala.

Si chiese perché si era ridotto a non dormire la notte per arrivare in sala prove, che vedeva tutti i giorni.
Decise, però, di non farsi più domande, cosa molto difficile quando sentì la sua canzone provenire da dentro la sala.
Si accigliò e aprì la porta.
Rimase sbalordito, ma decise di non dire nulla.
Guardò la ragazza muoversi sui passi così familiari della sua coreografia, senza sbagliare un passo, senza fare errori e senza accorgersi che lui era lì.
Il cuore gli batteva forte: non poteva credere che vedere ballare qualcuno gli potesse far venire così tanti brividi sul corpo e si chiese se lei fosse effettivamente reale.
Quando la canzone terminò lei aprì gli occhi e sobbalzò quando vide Jimin davanti alla porta riflesso sullo specchio.
Si voltò a guardarlo, poi lui le sorrise.
« Devi usare la sala? Se vuoi vado via. »
Disse lei frettolosamente, ma Jimin tirò fuori la mano destra dalle tasche e la scosse davanti a lei.
« Non voglio che te ne vada. »
Yi-eun cambiò espressione: da imbarazzata divenne sorridente, spostando il peso del corpo verso la sua schiena e facendo sorridere anche Jimin.
« Sei davvero bravissima. »
Le disse, mentre iniziò una canzone di G-Dragon.
« Anche tu lo sei. »
Affermò, voltandosi per non fargli vedere il rossore sulle guance e andando a bloccare la musica.
« Be', ho tanto da imparare. Sembra che tutti questi anni non siano serviti a nulla. »
Yi-eun lo guardò dispiaciuta, poi disse
« Anche le esperienze peggiori fanno imparare, forse anche più di quelle positive. »
Jimin la guardò con occhi dolci, poi annuì.
Yi-eun lo guardò finché lui non le chiese
« Ti va di ballare insieme? »
Per Yi-eun quella era ben più di una proposta di ballo, era anche una richiesta di amicizia indiretta.
« Che canzone vuoi ballare? »
Gli chiese allora lei, dopo aver annuito.
« Che ne dici di Spring Day? »
Yi-eun aveva studiato bene quella coreografia quando le ragazze della scuola di danza le avevano esplicitamente chiesto di riproporla, perciò non poté che accettare.
« Cerchiamo di interagire tra di noi, magari mi passi un po' della tua energia positiva. »
Ridacchiò Jimin, che andò a mettersi in posizione, mentre Yi-eun cercò con le mani tremanti la canzone sul suo telefono.
Successivamente corse verso la sua posizione prima che iniziasse.
« Proviamoci. »
Rispose lei, poi prese un grosso respiro: non doveva assolutamente pensare che stava per ballare con Jimin una coreografia così bella, doveva pensare a liberare la mente come faceva ogni volta che ballava.
Iniziarono a ballare e quasi subito trovarono degli attimi di complicità mentre ballavano i passi sulla canzone.
Si guardarono più volte mentre ballavano e più volte si sorrisero.
Jimin sentiva una sorta di atmosfera positiva in quella sala e stando con lei si era dimenticato di tutto: della visita, del lavoro, delle preoccupazioni.
Sembrava come se lei riuscisse a sgombrargli la mente, ed anche lei sentiva lo stesso: non pensava a niente, solamente a lui.
Si voltarono entrambi verso lo specchio e si sorrisero mentre ballavano anche l'ennesimo pezzo della coreografia, e quando Yi-eun sentì che stava per terminare si dispiacque.
Cercarono di terminare nel miglior modo possibile, ma quando si voltarono uno verso l'altra, la scarpa di Jimin urtò quella in movimento di Yi-eun, che perse l'equilibrio andando a finire addosso a Jimin, che anche lui non ebbe più la stabilità e cadde a terra, con la ragazza sopra.
Scoppiarono a ridere, mentre ancora non si erano accorti di come si erano ritrovati a terra e soltanto quando cercarono di riprendere fiato se ne resero conto.
Si guardarono solo per un istante negli occhi felici, poi Yi-eun arrossì e si rialzò dal corpo caldo e scottante di Jimin.
« Scusami. »
Gli disse, porgendogli la mano, che lui prese e la usò per rialzarsi.
« È stata colpa mia. »
Le disse, quando finalmente furono entrambi in piedi.
Si guardarono ancora e ancora, fin quando Yi-eun disse
« Meglio andare a dormire, domani dobbiamo allenarci di nuovo. »
Jimin non poté che darle ragione, seppur fossero entrambi coscienti che dopo quell'esperienza nessuno dei due avrebbe preso sonno.

Choreographer { Park Jimin }Onde histórias criam vida. Descubra agora