• Capitolo 24 •

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L'odore di disinfettante, di ambiente sterilizzato e di medicine le ricordava, ogni volta che le arrivava nel naso, le immense ore di attesa per poter avere la sua dose di vaccino quando doveva riceverne uno.
Tuttavia, non era l'unica cosa che le veniva in mente quando sentiva quell'odore: e di quello si sentiva sfortunata, considerando il fatto che le portava alla mente soltanto la malattia della madre.
L'ospedale era un viavai calmo di persone, medici, infermieri e pazienti, ed era piuttosto un ossimoro.
« Buongiorno, dovrei incontrare il dottor Park, il primario del reparto di Choi Min-So. »
Una signora dalla pelle olivastra, il viso stanco e segnato dal sonno mancato della notte passata in ospedale alzò lo sguardo su Yi-eun, che si contorceva gli anelli nelle mani curate, appoggiate sul bancone, dietro al quale la signora parlò
« Tra dieci minuti dovrà visitare proprio Choi Min-So, se vuole aspettarlo nella camera di sua madre, vada pure! »
La sua voce era piuttosto scocciata, come se avesse ripetuto quelle parole milioni e milioni di volte, tanto quanto aveva visto quella povera e dolce ragazza davanti a quel bancone.
Yi-eun annuì e fece un cenno con il capo per ringraziarla, troppo presa dalla foga di poter rivedere finalmente sua madre.
Si precipitò verso la camera di Min-So, tirando fuori dalla borsa il certificato del bonifico bancario sul conto corrente del dottor Park.
Non aveva aspettato neanche un secondo: la mattina appena sveglia si era precipitata al computer per potersi togliere dal conto corrente 3 milioni di won per poter pagare l'intervento di sua madre e aveva chiesto a Da-mi di stamparle il certificato del bonifico, che aveva ritirato in segreteria prima di correre in macchina.
Non aveva neanche avvertito i ragazzi che il pomeriggio non ci sarebbe stata: aveva mangiato un panino veloce ed era corsa via, decidendo di spiegare loro la situazione solo in seguito.
Aprì la porta della camera, vedendo la piccola e magra figura di sua madre, immobile sul letto.
Si voltò soltanto con il collo verso di lei e le sorrise, debolmente, ma i suoi occhi dicevano che stava sorridendo a trentadue denti.
« Tesoro mio! »
Mormorò, accogliendo sua figlia, che aveva le lacrime agli occhi per la commozione.
Le diede un bacio in fronte, assaporando il sapore di una mamma, quel sapore inconfondibile e sempre buono, che le era mancato da morire.
« Mamma, ti ho pagato l'intervento! Potrai tornare a muovere la parte superiore del tuo corpo, e potrai venire ad incontrare i ragazzi! Potrai finalmente uscire da qui e tornarci solo per visite di controllo. »
Yi-eun sognava di dire quelle parole da anni e la commozione era talmente tanta che non riuscì a trattenere lacrime di gioia e sembrava che sua madre, in quel momento, fosse rinata.
I suoi occhi brillarono, il pallore si accese in una luce rosea eterea e sembrava come se stesse per spiccare il volo.
« Sei la mia ragione di vita, Yi-eun! »
Esclamò, lasciandosi prendere la mano, ormai quasi insensibile.
« Ce l'ho fatta mamma. »
Pianse ancora Yi-eun, lasciandosi andare ad un sorriso malinconico, pensando a tutto ciò che le era stato ridato.
« Come stai, tesoro? Com'è la BigHit? Ed i ragazzi? »
Yi-eun sorrise
« È tutto fantastico, mamma!
Sono tutti meravigliosi e non vedono l'ora di conoscerti, quindi fai presto a rimetterti in sesto. »
Min-So la guardò orgogliosa, ma qualcosa le diceva che c'era qualcosa che doveva dirle.
« È successo qualcosa, Yi-eun? »
La ragazza la guardò negli occhi e poi li abbassò sulle sue cosce: la leggeva senza bisogno di parole.
« Effettivamente si. »
La donna aspettava che sua figlia finisse di prendere un grosso respiro e poi l'ascoltò parlare
« Hoseok ed io ci siamo baciati, ma penso che sia una cotta passeggera per lui, dato che sembra soltanto attrazione fisica. Vorrei dirgli che non ho intenzione di ferirlo iniziando una relazione seria prima che la cotta sfoci in qualcos altro, dato che non è quello che voglio. »
Min-So annuì, ma sapeva che quello non era tutto.
« Perché tu sei innamorata di un altro, vero? »
Yi-eun arrossì
« Non so definirlo innamoramento, ma sento che solo quando sto con lui mi sento me stessa, mi sento bene ed è come se lo cercassi ovunque! Vorrei che lui fosse sempre con me, a parlare, scherzare e anche fare qualcosa che vada contro le regole. Jimin è così... speciale. »
Min-So ridacchiò
« Se non lo definisci essere innamorati, come vorresti descriverlo?! »
Yi-eun si spostò la frangetta dagli occhi e sospirò: era veramente innamorata di Jimin?
« Sii onesta con te stessa, tesoro mio.
Prenditi il tuo tempo per metabolizzare, ma di a quel povero Hoseok quello che pensi. Sono sicura che ti capirà! »
Yi-eun sorrise
« Grazie mamma, avevo bisogno di te. »
La porta della stanza si aprì, facendo finire quello scambio di complicità tra mamma e figlia.
« Buongiorno! »
Il dottor Park entrò nella stanza con una cartella clinica in mano ed un bel sorriso.
« Min-So! Hai visto le novità? Potrai guarire finalmente, e tutto per merito della tua fantastica figlia. »
Yi-eun si alzò dalla sedia, porgendo una riverenza al dottore, il quale poi prese in mano il foglio del bonifico bancario che gli diede la ragazza.
« Mi dispiace interrompervi, ma non è orario di visita, quindi sono costretto a chiederti di seguirmi fuori, signorina. »
Yi-eun annuì comprensiva, ma allo stesso tempo malinconica: dovette salutare a malincuore sua madre, promettendole che sarebbe tornata prima dell'intervento.
Seguì, così, fuori dalla stanza il dottore, che le mise una mano sulla spalla e le disse
« Potrò procedere con l'intervento solamente tra due o tre settimane, quando avrà finito il ciclo di cura nell'apparato cardiocircolatorio: vogliamo che affronti l'intervento con sicurezza e senza problemi. La prego soltanto di non dire nulla di quello che ci siamo detti qualche settimana fa, va bene? »
Yi-eun pensava che quel dottore dovesse essere la persona più buona e meritevole di tutto l'universo: stava salvando sua madre.
« La ringrazio immensamente, dottore! »
« Sono io a ringraziare lei, mi ha consentito di salvare sua madre. »

La sensazione che si prova quando si finisce di portare a termine tutti gli impegni che ci si è prefissati è una delle più belle al mondo.
Nonostante Yi-eun amasse e volesse provare quella sensazione, sembrava che scappasse via da lei: aveva pagato l'intervento a sua madre e si sentiva ormai leggera, pronta per volare in cielo ed essere serena, tuttavia doveva ancora parlare con Hoseok, sotto consiglio di sua madre.
Voleva andare a bussare alla sua porta, considerando che mancava ancora un po' alla cena e, anche se lo avrebbe visto solo in sala comune per mangiare, non poteva parlargli davanti a tutti.
Prese un grosso respiro e fece per bussare, ma una voce alle sue spalle la fece sobbalzare.
« Ehi! »
Si voltò di scatto, incontrando il viso solare, ma pensieroso di Hoseok.
« Hobi! Ti stavo cercando, per poterti parlare di una cosa. »
Il ragazzo sembrava piuttosto sorpreso
« Davvero? Anche io sono venuto a cercarti per parlarti di una cosa, ma il tuo appartamento era vuoto. »
Yi-eun guardò verso dove il pollice del ragazzo aveva indicato, cioè il corridoio che portava al suo appartamento, dopodiché tornò a guardargli il volto e poi disse
« Oh, ero in ospedale da mia mamma. Ho potuto pagare l'intervento! »
Hoseok ebbe una scintilla negli occhi e alzò gli zigomi in un bel sorriso
« Ma è fantastico! Sono così felice per te. »
Le diede un piccolo abbraccio e Yi-eun si stupì di come fosse più distaccato e "amico" in quel momento: cosa completamente strana per Hoseok, che fino alla mattina stessa doveva avere una cotta per lei.
« Cosa volevi dirmi? »
Gli chiese allora Yi-eun, una volta staccatasi dal piccolo e tenero abbraccio.
« Oh, ehm... Entriamo? »
Asserì il ragazzo, con un po' di incertezza, indicando la porta con la chiave magnetica, che fece scattare la serratura.
Hoseok la invitò a sedersi in cucina e le porse una scatola di biscotti, di cui ne prese uno, mentre lui si sedeva e diceva
« Allora, ehm... Io non voglio ferirti, ed è per questo che voglio dirtelo prima che magari questa "cosa" - e qui fece con le dita il simbolo delle virgolette - sfoci in qualcosa di più grande.
È vero che ci siamo baciati e che c'è stata una sorta di attrazione fisica, e tu sei bellissima, bravissima, simpaticissima e tutto ciò che è bello in questo mondo, ma penso che questa piccola relazione, se posso definirla così, debba finire prima che magari diventi qualcosa di più grande e che non meritiamo entrambi. »
Yi-eun si fermò con il biscotto a mezz'aria e con un boccone ancora fermo tra i denti, che si mossero subito dopo aver realizzato ciò che il ragazzo disse.
Le aveva forse letto la mente? Oppure era solo un inquietante ma rilassante coincidenza?
Non riusciva a capire se quello che provava era felicità del fatto che nessuno dei due avrebbe sofferto o se era ancora lo stupore di aver trovato una persona che pensava esattamente le stesse cose su cui aveva riflettuto a lungo.
Non sapeva nemmeno quanto tempo stette ferma così, in quella posizione, fin quando Hoseok disse
« Non voglio che tu ci rimanga male! Dimmi qualcosa. »
Dopodiché tirò fuori le labbra e abbassò il capo, in una dolce e simpatica smorfia.
«Hobi, io la penso esattamente come te.
Non voglio che si trasformi in un qualcosa che non riusciremo a concludere.
Sto da Dio con te, sei fantastico e sono fortunata ad averti incontrato, ma sono certa che la nostra è destinata ad essere una meravigliosa amicizia. »
Hoseok, allora, non poté che tirare un sospiro di sollievo ed abbracciarla, ancora una volta.
« C'è qualcun altro che merita di più il tuo amore e tu meriti l'amore di quella persona. »
Yi-eun, che aveva il viso schiacciato sul petto del ragazzo con un bel sorriso sul volto, si impietrì e sbarrò gli occhi: di chi stava parlando?
Era una frase generica o si riferiva a qualcuno in particolare?
« Ora che ho tolto questo macigno dal petto, cosa volevi dirmi tu? »
Hoseok la lasciò andare e le sorrise divertito, ma si accigliò quando Yi-eun si grattò la nuca, ridacchiando e pronta a spiegarle la strana e divertente coincidenza.
« Ehm... »

Choreographer { Park Jimin }Where stories live. Discover now