• Capitolo 19 •

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24 Febbraio 2018

La sveglia che suonò quella mattina le sembrò più fastidiosa del solito.
Erano state due settimane particolarmente intense: i ragazzi avevano lavorato all'incisione del nuovo disco, che si sarebbe tenuta solo tre giorni dopo.
Yi-eun correva da una parte all'altra ad aiutarli quando ne avevano bisogno, ma non l'avevano mai ripagata facendole ascoltare tutte le canzoni complete, tuttavia le promisero che gliele avrebbero fatte ascoltare in una data precisa: il 24 febbraio.
Quando si allungò, lamentandosi, nel letto per arrivare a prendere il suo telefono sul comodino e spegnere la sveglia e lesse sul display "24 febbraio" tirò fuori un urletto e si alzò dal letto in fretta e furia con un grande sorriso sulle labbra.
Si precipitò in bagno ma, quando arrivò davanti allo specchio, si fermò a guardarsi.
Perché era così felice di sentire le nuove canzoni dei ragazzi?
Si era affezionata così tanto a loro?
Sospirò: la risposta era si, con sua grande sorpresa.
Pensava di non potersi affezionare più a nessuno, a parte sua madre, che non aveva potuto vedere per tutto quel tempo, solo qualche chiamata qualche rara volta.
Invece, quei sette ragazzi avevano conquistato la sua fiducia, la sua simpatia e, solo uno di loro, aveva conquistato uno strano posto nel cuore della ragazza, che però non se ne rendeva conto.
Durante quelle settimane passate, Hoseok aveva continuato a stare con lei più del dovuto, e avevano instaurato un particolare rapporto, di cui Yi-eun non riusciva a definire la fine.
Con Jimin, invece, c'erano così tanti sguardi, molto più significativi degli abbracci e delle carinerie che Hobi le concedeva.
Non riusciva ancora a capire quelle sensazioni che con il ragazzo biondo sentiva, e che mancavano invece con Hoseok, che sembrava fosse fisicamente più vicino a lei.
Scostò i pensieri come le tende della doccia, che fece in fretta e furia.

Camminava da una parte all'altra della stanza, con l'ansia che la divorava: non vedeva l'ora di sentire le canzoni e l'eccitazione che le provocarono i ragazzi durante la colazione non l'aiutava affatto.
Mentre si sistemava il microfono attorno alla testa, aspettava che i tecnici finissero di sistemare i microfoni dei sette, che fecero ingresso poco dopo.
« È arrivato il momento! »
Esclamò Hoseok, correndo da lei, per poi darle un abbraccio, come era solito fare, e lei lo accettò, come faceva sempre, con tanto piacere.
Jimin la guardò, mordendosi il labbro.
Il basso ventre le fece solletico, ma non sapeva perché.
« Volete prima riscaldare la voce? »
Chiese Yi-eun, avvicinandosi alla postazione dove c'era un piccolo pianoforte e il suo computer.
La voce rimbombava nella grande sala prove, così come rimbombò il coro di "no" dei ragazzi.
La ragazza rimase piuttosto sbalordita, ma allo stesso tempo felice della risposta, dato che avrebbero subito cantato.
« Allora che aspettate? Forza, sto aspettando da troppo! »
Tutti risero alla reazione della ragazza, che si posizionò con la schiena al centro dello specchio per guardarli meglio.
« Stai diventando una ARMY sfegatata! »
Esclamò Jin, contagiando tutti con la sua risata.
Yi-eun, seppur stesse ridendo, pensava fosse davvero così: provava stima per ogni singolo ragazzo.
« Tu, nel frattempo, pensa già alle coreografie. »
Disse Namjoon, poi continuò
« Puoi azionare la playlist. »
Da allora, si sentì in cielo: ogni singola nota, parola, acuto, parte rap la trasportava e non si rese conto che quasi tutte le canzoni, singole, di gruppo, quartetti, trii, duetti erano state perfettamente cantate dalle voci che stava allenando.
Quando Jimin cantò la sua Serendipity i brividi che sentì furono così forti che pensava potesse cedere ad essi da un momento all'altro.
Era passata più di un'ora quando i ragazzi finirono di cantare la penultima canzone e Namjoon corse a bloccare l'ultima prima che iniziasse.
« Yi-eun, questa è una delle più importanti e abbiamo deciso di lasciarla per ultima. È l'unica di cui non hai sentito la base. »
Asserì Yoongi, lasciandola piuttosto perplessa: si chiese perché.
Quando Namjoon avviò la base, di cui lesse il nome "The Truth Untold", un brivido le passò la schiena quando sentì le voci dei vocalist alzarsi come un canto angelico.
Jimin le si avvicinò mentre cantò la sua parte e lei lo guardò negli occhi, con il cuore a mille.
« But I still want you. »
Sospirò, quando sentì le lacrime pungerle gli occhi: sentire canzoni così nel periodo in cui si trovava la sua vita non era l'ideale per non piangere.
Taehyung fece vibrare i vetri con la sua voce, mentre Jungkook alleviò le orecchie di tutti i presenti.
I tre rapper la guardavano seri, in silenzio, come se facessero parte della canzone anche se non avevano pezzi da interpretare.
Guardava i quattro ragazzi con occhi lucidi: Jin era il vocalist più bravo che avesse mai incontrato, Jungkook era il più piccolo, ma uno dei più bravi, Taehyung aveva la voce più bella della gruppo, mentre Jimin era spettacolare in tutto.
La guardò proprio alla fine e cantò
« And I still want you. »
Il silenziò calò sulla sala.
Yi-eun sorrise solo, cercando di nascondere il dolore che le avevano tirato fuori con tutte le canzoni dell'album dietro al suo bel volto, ma le lacrime ebbero la meglio.
Pian piano il sorriso si spense e lei non riuscì più a trattenere le lacrime.
Scivolò con la schiena sullo specchio, con una mano sul cuore e uno sulla bocca.
Tutti i ragazzi, come se stesse per cadere un vaso di ceramica costoso, si precipitarono da lei.
Jimin fu il primo ad arrivare e a poggiarle le mani sul volto.
Hoseok rimase da parte, metà preoccupato e metà infastidito.
« Eunnie, perché piangi? »
Mormorò Jimin, accarezzandole il volto con le mani in maniera delicatissima.
Yi-eun si sentì così tanto in colpa: aveva nascosto la parte più importante della sua vita, mentre loro si erano spogliati di tutti gli schermi, scrivendo loro stessi nelle loro canzoni, mostrandosi nella loro natura mentre gliele cantarono.
La ragazza si abbandonò a terra, portandosi con sé tutto il resto del gruppo, che la guardava preoccupato.
« Io... »
Mormorò lei, a pezzi: non si sarebbe mai aspettata di raccontare loro ciò che aveva nascosto, tantomeno raccontarglielo in quel modo.
Jimin, sedutosi accanto a lei, le prese la mano.
La ragazza lo guardò, con occhi grandi e bagnati dalle lacrime.
« Non vi ho mai raccontato nulla di me. »
Iniziò, e tutti si avvicinarono a lei, in un piccolo e irregolare cerchio.
Si sentì protetta.
« La mia vita non è semplice come sembra. »
Sospirò
« Ho perso mio padre non molto tempo fa in un incidente d'auto. »
Tutti si guardarono con occhi tristi, mentre lei cominciò a giocare con la mano e gli anelli di Jimin, che la fece fare, con il cuore a mille.
« Poco dopo che mio padre è venuto a mancare, a mia madre hanno diagnosticato la paralisi totale del corpo, che la sta divorando da anni ormai.
È arrivata ad uno degli ultimi stadi. »
Dopo quelle parole, tutti sembravano percepire il dolore nelle voce della ragazza.
Il cuore di ogni ragazzo faceva male, ma Jimin sembrava fosse quello che lo sentiva di più: forse per la vicinanza? O forse perché, in un qualche modo, erano collegati?
« C'è un modo per curarla? »
Si azzardò a chiedere Jungkook, con voce bassa e triste.
« Si, ma non ho abbastanza soldi per pagare l'intervento, o meglio, non ne avevo: con lo stipendio della BigHit posso salvarla dalla morte celebrale, riavendola su una sedia a rotelle e le gambe paralizzate, ma sarà comunque con me. »
Spiegò, guardando solo un attimo il più piccolo, poi tornò a guardare la mano di Jimin, poggiata sulla coscia fasciata dai jeans della ragazza.
« Allora è fatta, Yi-eun, è quasi arrivata la fine del mese e l'agenzia è puntuale nei pagamenti. »
Cercò di rassicurarla Namjoon, ma lei scosse la testa, lasciando scendere altre lacrime
« Sta avendo complicazioni a livello cardiorespitatorio e si ipotizza che non riuscirà a superare il trapianto di midollo, anche se ne hanno prenotato uno compatibile con lei. »
Il silenzio calò nella stanza, che assunse un'atmosfera cupa.
« Meglio provarci, però: abbiamo bravi medici che riusciranno a farle superare l'intervento. Meglio su una sedia a rotelle che senza vita, giusto? »
Yi-eun guardò verso il viso di Jimin e ne rimase abbaiata, non solo dalla bellezza infinita del ragazzo, ma anche dal fatto che il suo ragionamento era stato identico a quello che continuava ad avere nella mente, per cercare di non cadere in depressione come aveva fatto diversi mesi prima.
« Si, lo penso anche io. »
Gli sorrise, poi prese un respiro profondo: mancava ancora un'altra parte.
« Se mia madre dovesse morire, io ne sarei in parte responsabile. »
Confessò, ma Yoongi la riprese subito
« Non hai colpe, Yi-eun. »
« Si, invece. »
Alzò lo sguardo, guardando il ragazzo e mostrando a tutti che in quel momento non era solo triste, ma anche arrabbiata da morire.
« Sapete perché? Perché dopo la morte di mio padre mi sono dovuta rimboccare le maniche per sostenere economicamente casa e le cure di mia madre, che aveva dovuto per forza rinunciarne per mangiare, avere corrente e acqua a casa.
Le avevo promesso che avrei cercato un lavoro che mi avrebbe reso ricca e quindi, grazie al mio grande talento nel ballare, cantare e rappare, ho studiato e mi sono allenata fino alla fine per diventare una come voi, un Idol. »
Tutti si guardarono, mentre lei tirò fuori un sorriso e una risatina amari, poi continuò, ma non poteva assolutamente dire tutta la verità: aveva fatto una promessa alla BigHit, i ragazzi non dovevano sapere del suo provino per le BlackPink.
« Ma sono solo una codarda e ho abbandonato l'idea, tergiversando su una misera scuola di danza, in cui facevo l'insegnante. »
I ragazzi si guardarono dispiaciuti, ma non ebbero il tempo di dirle nulla perché lei continuò a parlare
« Poi, una sera Ho-ji si è auto-invitato a casa mia per mangiare del ramen ed eccomi qui. »
Tutti pensavano che fosse una storia fuori dal normale, che quella ragazza soffriva ogni secondo della sua vita.
Ogni respiro che faceva era sofferenza, ma si vedeva che cercava di non essere più abbattuta dagli scheletri nel suo armadio.
« Mi dispiace aver inaugurato l'album così, ma siete stati spettacolari. Ho già qualche idea per le coreografie.
Direi che da domani possiamo riposarci fino a domenica, così abbozzo le coreografie e ovviamente, se avete delle idee, proponetele.
Siete meravigliosi, tutti quanti. »
Sorrise, sentendosi più leggera: pensava di non poter confidarsi con loro, che sarebbero stati freddi, professionali, distaccati, ma così non era.
Si stavano dimostrando ragazzi d'oro, dal carattere meraviglioso, disponibile e, ognuno nella propria personalità, pronti ad accoglierla.
« Grazie a te, Yi-eun. Sei speciale e supererai tutto questo, che non meriti. Andrà tutto bene, se staremo uniti. »
Namjoon si allungò a prenderle una mano e parlò a nome di tutti, che non riuscirono a star fermi e si catapultarono verso di lei.
« Abbraccio! »
Esclamò Taehyung, seguito da urletti dal resto del gruppo.
Yi-eun sorrideva, schiacciata tra le braccia dei suoi ragazzi.
Era felice, ma qualcosa ancora non la lasciava essere tranquilla.

Choreographer { Park Jimin }Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin