• Capitolo 37 •

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Il fatto che quella mattina trovasse la sveglia più rumorosa del solito era insolitamente strano: come tutti odiava il trillare continuo della suoneria del telefono, accompagnata anche dalla vibrazione costante, ma alla fine ci era abituata e ogni mattina se ne faceva una ragione. Tuttavia, quella mattina era davvero insostenibile. Forse era il mal di testa, forse il troppo sonno, o addirittura entrambi.
Tirò fuori la testa dal cuscino con un grugnito, poi si fece forza sulle braccia per sollevarsi ed arrivare finalmente al comodino. Si sollevò su un fianco e spense finalmente la sveglia: erano le 7:15, ciò voleva dire che in meno di un'ora avrebbe finalmente chiamato sua madre via Skype, dato che il dottore aveva categoricamente detto no a tutte le visite dirette. Min-So era troppo debole, così tanto da non potersi permettere neanche un leggero raffreddore.
Yi-eun se n'era ormai fatta una ragione: preferiva ovviamente aspettare mesi per rivederla, piuttosto che non vederla mai più.
Si tirò su a sedere e si passò una mano sul volto: come c'era arrivata lì? Non doveva bere così tanto. Si riproverò da sola, ma allo stesso tempo cercò di compatirsi: il dolore che le pervase lo stomaco al pensiero di quello che era successo con l'articolo ed i volti delusi dei ragazzi le ricordarono perché lo avesse fatto.
Tuttavia, ancora non riusciva a ricordare come fosse arrivata sana e salva in camera sua, ma non ci volle molto per esporre un'ipotesi al suo cervello.
« A che diavolo di ora hai la sveglia?! »
Si trattenne nell' urlare, ma si alzò comunque con le mani sul petto, che spingevano il telefono.
Quando vide Jimin crogiolarsi tra le sue coperte, senza maglietta, con i capelli disordinati, il viso rilassato, ma assonnato, improvvisamente iniziò a sentire caldo.
« Che cosa ci fai tu nel mio letto? » Chiese, allora.
Non sapeva minimamente a cosa pensare: quel macigno che aveva sul petto da quando aveva aperto gli occhi, in quel momento sembrava essersi affievolito. Al momento, lo scandalo della YG e gli occhi vuoti dei sette membri sembravano essere scomparsi dalla sua mente.
Aveva quasi paura della risposta del ragazzo, che invece si tirò a sedere sul letto, passandosi le mani tra i capelli.
Yi-eun strinse le labbra: nemmeno la bellezza di Jimin riusciva a contrastare l'ansia che iniziò a provare in quel momento. Era inevitabile che "pensasse male", ma allo stesso tempo tentava di inventare i film più plausibili che si erano potuti verificare la sera prima.
« Eri ubriaca. Bang Chan ti ha trovata su un divanetto del quarto piano e ti ha portata qui, ma poi io ti ho accompagnata a casa. »
Mormorò, alzandosi.
Yi-eun approfittò del fatto che le desse le spalle per potersi guardare: aveva ancora indosso i vestiti del giorno prima. Dunque quello era da escludere. Se fosse accaduto, non se lo sarebbe mai e poi mai perdonata. "Per quello devo essere sobria e sveglia!"
Scosse la testa: perché le stavano venendo in mente pensieri del genere?
« Si, ma perché eri nel mio letto? » Jimin non aveva ancora risposto a quella domanda.
Il ragazzo si voltò verso di lei, con la sua maglietta tra le mani e, mentre la indossava, disse
« Mi hai chiesto tu di restare, ricordi? »
No, ovviamente non ricordava nulla.
« No, altrimenti non te lo avrei chiesto. » Asserì, ma non in modo scontroso, era piuttosto disperata. Cosa diavolo era successo allora?
Jimin la guardava in modo strano quella mattina: le sembrava più bella del solito, forse per quel piccolo e dolce bacio che le aveva lasciato sulle labbra, o forse per il profumo che emanavano i suoi vestiti e le coperte, o forse semplicemente perché era innamorato.
Yi-eun lo guardò con occhi spenti. Sapeva cosa aveva iniziato a frullare nella sua testa: ora aveva paura a presentarsi davanti a loro, ma non ricordava nulla di quello che gli aveva detto la sera precedente. Non voleva dirle nulla: avrebbe fatto finta di nulla.
« Sono stata un peso? » Chiese allora imbarazzata.
Jimin gli sorrise sincero e disse « Non ho mai visto una persona ubriaca più gestibile di te. »
Era forse un complimento? Yi-eun era più confusa che mai.
Non riusciva neanche a godersi la bellezza di quel ragazzo appena sveglio, ma il suo cuore batteva forte.
Il suo telefono squillò

Choreographer { Park Jimin }Where stories live. Discover now