• Capitolo 35 •

110 8 0
                                    

_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*•_*

Jimin era rientrato dal bagno con mille pensieri in testa, tra cui quello di ritrovarsi con una miriade di persone, tra cui Ye-ji, nella sala prove, dopo quello che era successo con Yi-eun.
In realtà, non era successo nulla, dato che quel ragazzo li aveva interrotti.
Tuttavia, si erano esplicitamente (o quasi) detti che erano gelosi l'uno dell'altra, ma la cosa non gli bastava.
Quel desiderio di baciarla non si era ancora avverato, e la cosa lo disturbava, ma tutto il caos che era nella sua mente si placò alla vista della sala prove svuotata dalle persone che prima la popolavano.
Vide solo i sei membri seduti a terra e i loro visi non trasparivano nulla di buono.
« Cos'è successo? » Esordì, entrando con fare preoccupato vedendo i visi lividi dei suoi compagni.
« Tu lo sapevi? » Yoongi si voltò verso di lui con occhi arrabbiati, ma lui era più confuso che mai.
« Cosa? » Chiese ancora, non riuscendo a capire cosa fosse successo e cosa rendesse i suoi amici seri come se fossero ad un funerale.
Jungkook, a quel punto, alzò il braccio destro, che gli porgeva il suo cellulare.
Il fatto che nessuno si fosse alzato alla sua entrata e non avessero nemmeno alzato lo sguardo per vederlo avvicinarsi a loro gli fece venire l'ansia.
Nessuno fiatò, soltanto Yoongi aveva tirato fuori rabbiosamente una domanda, che sembrava incolparlo di chissà cosa.
Dunque, si dovette accontentare del telefono di Jungkook.
Prima di guardare lo schermo, diede una veloce occhiata a tutti e, ancora una volta, rabbrividì vedendo la tensione tra i membri.
Così, abbassò gli occhi sullo schermo, ma dopo che lèsse le parole nere sullo schermo bianco desiderò di non averlo mai fatto.

"YG Entertainment: scandalo!
Rosé delle BLACKPINK non doveva essere tra il quartetto: pare che sia stata raccomandata da un imprenditore, amico di suo padre, e al suo posto ci sarebbe dovuta essere Choi Yi-eun.
Fonti certe e dirette testimonianze affermano la verità dello scandalo: Yi-eun si trovava lì al momento dei provini e delle selezioni, e sembrava essere la prescelta tra i giudici, ma alla fine Rosé ha vinto. Non si sa chi sia questa ragazza e dove si trovi ora."

Nonostante avesse finito di leggere, non alzò gli occhi dallo schermo.
Gli si fecero lucidi.
« Allora? Lo sapevi o no che la tua ex è una raccomandata e che quella che adesso vuoi è una bugiarda?! »
Yoongi fu il primo che si alzò. Gli andò incontro, strappandogli il cellulare dalle mani, che continuò a guardarsi.
Cosa voleva dire tutto ciò?
Non disse nulla.
Non sapeva che dire.
Ecco a cosa si riferiva Rosé la notte in cui si erano detti addio.
« No, ma lei è solo una bravissima cantante, una strepitosa ballerina, una che sa cantare tutte le parole di Agust D senza sbagliare. Lei non ha mai avuto il coraggio di fare il provino per essere Idol, no! »
L'ironia nella voce arrabbiata di Yoongi era un qualcosa di agghiacciante per quanto fosse vera.
Eppure, lui non provava rabbia.
Forse delusione? Nemmeno.
« Yah, Yoongi-ah, basta. » Namjoon cercò di frenare il flusso di coscienza del suo amico, con scarsi risultati
« Cosa?! Nam', ci ha mentito per tutto questo tempo! Ora ci dovremmo affidare a lei? »
Nessuno provò più a proferire parola, con l'unica eccezione di Hobi, che mormorò
« Magari è una fake news. »
Yoongi lo guardò stupito, poi disse
« E come fanno a sapere il suo nome? Non è mica una famosa, almeno da quanto dice. »
Jimin ancora non alzava lo sguardo da terra.
Non riusciva a provare nulla in quel momento. Rabbia, sgomento, delusione, tristezza: non riconosceva nulla di tutto ciò nella strana assuefazione in cui si era ritrovato in quel momento.
« Dobbiamo parlare con lei. »

Il cuore le batteva così forte che le rimbombava nei timpani.
Il respiro era così irregolare che le diede il mal di testa.
Le mani le sudavano e tremavano, ma le sue gambe si muovevano, decise, ritmate.
Sapeva dove poteva incontrare Da-mi, l'unica che poteva darle spiegazioni e l'unica che meritava di ascoltare la sua rabbia.
Non ci mise molto a trovarla: era davanti alla porta della sala comune.
La ragazza dai capelli corti si voltò, insieme a Ho-ji, quando sentirono i suoi passi decisi avvicinarsi a loro.
« Yi-eun, ti stavamo cercando. Dobbiamo dirti una cosa. »
Affermò, con voce dispiaciuta.
Entrambi avevano uno sguardo afflitto e colpevole, ma non provò pietà.
« La stessa cosa che avreste dovuto dirmi stamattina?! »
Da-mi in un primo momento boccheggiò, poi disse
« Immagino tu abbia letto l'articolo. »
« Perché non me lo hai detto subito?! Mi hai solo invitata a dire la verità ai ragazzi, senza darmi una spiegazione valida per farlo. »
Da-mi abbassò lo sguardo
« Te l'avrei detto stasera, o per lo meno quando avresti deciso di parlare con i ragazzi. »
Yi-eun si passò una mano sul viso e poi entrambe tra i capelli, e sbuffò
« Pensi che io viva in una bolla di vetro? Pensi che non avrei scoperto dell'articolo prima che tu ti fossi decisa a raccontarmi ciò che è successo?! »
Da-mi non sapeva più cosa dire, ma non poteva sicuramente starsene zitta davanti alla disperazione della ragazza.
La faceva rabbrividire il suo sguardo rabbioso, ma il suo corpo che al contrario manifestava la più grande ansia e paura.
« Mi dispiace... »
Ho-ji, invece, se ne stette zitto, con il viso triste.
« Ma certo! A te dispiace adesso, e dopo che mi dovrai guardare dire la verità ai ragazzi cosa proverai? Pena? Pietà?
Che faccia avrete entrambi quando i ragazzi non riusciranno a guardarmi neanche più in faccia dopo che scopriranno che ho nascosto loro una cosa del genere, che ho nascosto loro di essere la vera quarta BLACKPINK, e non Rosé?! Tu dovevi prepararmi, ma senza tergiversare! Ora sono qui, con le spalle al muro e non ho via di scampo, né da loro e nemmeno dal mondo fuori! »
Quando finì di parlare, osservò bene gli sguardi di Da-mi e Ho-ji e in un primo momento non capì perché erano puntati dietro alle sue spalle, ma quando si voltò riuscì a interpretare i loro occhi persi.
I sette ragazzi erano schierati davanti a lei, tutti con lo sguardo più triste e deluso che avesse mai guardato nei loro occhi puri e trasparenti.
« Allora è vero quell'articolo. »
Asserì Yoongi, con voce arrabbiata.
Yi-eun aveva perso ogni capacità di parola, li guardava uno ad uno e i suoi occhi si fecero sempre più appannati.
Non riusciva bene a capire cosa provava in quel momento: prima sentiva rabbia, poi delusione, poi paura, ma in quel momento sembrava che tutte le emozioni avessero lasciato il suo corpo, come un'anima che lascia il corpo morto di una persona.
Tuttavia, quando i suoi occhi si incastonarono negli occhi di Jimin riuscì a sentire un fremito.
Il ragazzo aveva due occhi grandi e grondi di lacrime, ma il suo viso era impassibile.
Non riuscì più a capire nulla, ma ci fu una sola cosa che riuscì a pensare in quel momento: "si fideranno ancora di me?"
Lasciò cadere una lacrima, che sembrava contenere tutte le paure, tutte le ansie, tutto il senso di colpa che le facevano dolere il cuore, che ancora non smetteva di cessare il suo battito.
Non disse nulla.

Choreographer { Park Jimin }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora