• Capitolo 40 •

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Ripercorse tutta la serata con la mente, mentre guardava la mano di Jimin stringerle il polso. Il ragazzo la trascinava con sé, e quindi poteva vedergli solo la schiena muscolosa muoversi sotto il tessuto tirato della camicia bianca.
Aveva la mente leggermente offuscata dall'alcol: capiva bene cosa stesse succedendo, ma allo stesso tempo si sentiva libera di fare qualsiasi cosa.
Jimin, che invece reggeva bene l'alcol, non sentiva per niente tutti i drink che Ye-ji gli aveva portato, e in quel momento vedeva solo le labbra di Yi-eun poggiarsi castamente su quelle di Bang Chan.
Era arrabbiato: lui non si era spinto a così tanto, anche se voleva farla ingelosire e fargliela pagare per ciò che gli aveva detto la sera precedente in sala comune.
Perché lei lo aveva fatto, dopo tutto quello che avevano detto?
« Yah! Mi vuoi far fare il giro di tutta l'agenzia? »
Sospirò rabbiosamente quando sentì la voce divertita di Yi-eun: non le importava nulla di ciò che aveva fatto?
In ogni caso, lo avrebbe scoperto.
Non proferì parola fin quando non arrivarono nel suo appartamento: lì nessuno avrebbe potuto disturbarli, anche se si poteva ancora percepire la musica in lontananza.
« Cosa c'è?! » Affermò Yi-eun, non appena si chiuse la porta alle spalle.
In realtà, sapeva benissimo cosa Jimin volesse dirle, ma non poteva dargliela vinta subito.
« Scusa se ho interrotto il tuo bellissimo bacio con quello lì! »
Disse rabbiosamente Jimin.
Lo guardò bene: era troppo bello, ancor di più perché era arrabbiato. Inoltre, la camicia gli stava da Dio.
"Yi-eun, riprenditi!"
« Si chiama Bang Chan! E comunque, potevi benissimo limonare anche tu con quella gatta morta. »
Jimin ridacchiò
« Avrei potuto fare ben altro con Ye-ji, ma non ho voluto farlo. »
Yi-eun incrociò le braccia al petto: il tono che usò Jimin era accusatorio, ma traspariva anche altro che non riuscì a cogliere.
« Perché mi hai portata qui? »
Jimin la guardò arrabbiato, e anche un tantino nervoso
« C'è davvero bisogno che te lo dica? Mi pare abbastanza chiaro, Yi-eun. »
La ragazza sperava con tutta se stessa che quelle parole le aveva davvero dette, e soprattutto sperava che fossero quelle che avrebbe voluto sentire.
Tuttavia, quella sera doveva fargliela pagare per la gelosia che le aveva fatto nascere con Ye-ji.
« Sinceramente, mi sfugge. Perché? »
Fece la finta tonta.
Jimin scosse la testa e sospirò: com'era complicata!
« Se non hai intenzione di parlare, torno da Bang Chan. »
Jimin sentì un bruciore allo stomaco, che lo fece scattare proprio nel momento in cui Yi-eun abbassò la maniglia della porta.
Con un braccio chiuse la porta con uno scatto, con l'altro la fece voltare.
« Yah! Non ci credo al fatto che tu non abbia capito. Non pensare di fare la difficile con me. »
Yi-eun sorrise, ma dentro era tutto un fuoco: quella situazione, il viso di Jimin, il suo corpo ben fasciato dai vestiti, il tocco alcolico la stavano facendo impazzire, e la cosa non le dispiaceva.
« Pensavo ti piacessero le sfide. »
Jimin storse il capo e la guardò negli occhi.
« Di solito le vinco sempre, ma perché tu sei così? »
Yi-eun non riuscì a trattenersi
« Le hai vinte con tipe come Rosé e Ye-ji, non pensare di essere così tanto forte. »
Jimin si morse il labbro e fece un passo verso di lei.
Quelle luci fioche dell'ingresso del suo appartamento lo rendevano ancora più attraente di quanto non lo fosse già, ma metteva in mostra anche il fatto che, ancora una volta, Ye-ji aveva coperto di cipria le sue labbra.
« Scommettiamo che vinco anche con te? »
Yi-eun ghignò: non conosceva l'aspetto del suo carattere che l'aveva portata sempre ad essere davanti a tutti.
Odiava perdere, e non lo faceva mai.
E il fatto di essere stata assunta alla BigHit dopo lo scandalo della YG ne era la prova: aveva vinto ogni sua sfida.
« Non ci riusciresti. »
Si avvicinò di un passo anche lei.
« E perché no? »
Ancora un altro passo.
« Perché stai dimostrando che ho vinto io. »
Jimin la guardò negli occhi: aveva ragione, ma in quel momento non gli interessava. Ce l'aveva davanti, e anche lei si stava avvicinando a lui.
« Dovevi proprio baciarlo quello lì? »
Yi-eun lasciò uscire una risata
« Perché? Cosa hai da dirgli? »
Effettivamente, Bang Chan era davvero molto bello, ma Jimin era anche orgoglioso, non poteva di certo ammetterlo davanti a lei.
« E quella lì, perché si ostina a coprirti di cipria le labbra?! Non mi piace. »
Aggiunse arrabbiata, guardandogli le labbra.
« Allora toglila. »
A quelle parole, perse un battito.
Lo guardò negli occhi: traspirava purezza e desiderio. Una combo micidiale.
Sapeva che non si riferiva alle dita, come aveva sempre fatto: capì al volo cosa voleva, lo stesso che voleva lei.
Così, si avvicinò lentamente: lo stava facendo per davvero?
Jimin si lasciò sfuggire un piccolo sorriso: voleva davvero farle credere che stava vincendo lei.
Le poggiò una mano sulla vita e la spinse verso il muro, al quale si appoggiò con l'avambraccio. Nel frattempo le poggiò le labbra sulle sue.
Yi-eun si sentiva sciogliere, in tutti i punti del corpo. Il suo stomaco era in subbuglio e non riusciva a non staccare la mente dal profumo di Jimin.
Non si tirò indietro al bacio, anche perché non poteva farlo fisicamente: gli avvolse le braccia attorno al collo e approfondì il bacio.
Le sue labbra erano morbide, proprio come se le era immaginate. La sua mano le strinse la vita, mentre lei fece passare una mano tra i suoi capelli.
Le loro labbra scivolavano le une sulle altre, mentre respiravano pesantemente.
Jimin era in estasi: quanto lo aveva desiderato quel bacio. Ne aveva avuto un piccolo assaggio segreto, ma in quel momento desiderò di averlo fatto molto prima.
Non si sarebbero mai aspettati di finire così.
O forse si?
In ogni caso, non era importante se se lo stessero aspettando oppure no: ciò che contava era che ci erano finalmente riusciti.
Non esistevano più segreti che potessero ostacolare quel bacio puro e appassionato allo stesso tempo.
Jimin iniziò a percorrerle il corpo con la mano libera, mentre l'altra aveva ancora la presa salda sul muro.
Yi-eun cercò di non sospirare e di concentrarsi solo sulle sue labbra, ma il busto del ragazzo si attaccò sempre di più al suo, permettendo ai due cuori di sentirsi a vicenda e scoprire quanto fossero emozionati.
Si staccarono solo per un momento, per guardarsi negli occhi e respirare affannosamente.
Tuttavia, non avevano più nulla da dire: tutta la rabbia era sfumata via, e anche quel profondo desiderio che avevano, e che continuarono a far avverare avvicinandosi ancora e baciandosi di nuovo, ma in quel momento vollero ancora di più.
Jimin cominciò a stringerle forte i fianchi, poi scese giù, in modo tale da arrivare a sollevarle le gambe per farle staccare i piedi da terra e portarla verso la sua camera da letto.
Yi-eun si rese conto di quanto ci sapesse fare, ma soprattutto che lei assecondava ogni suo movimento, come se sapesse già cosa stesse per fare.
Come una coreografia.
Sapeva anche che la sua sicurezza era aumentata a causa dell'alcol, ma sapeva benissimo che era quello che voleva.
Jimin non era assolutamente ubriaco, infatti vedeva i suoi occhi trasparenti e non offuscati.
Riuscì a goderselo bene quando la poggiò delicatamente sul letto: lo guardò bene negli occhi, e il solo suo sguardo rendeva tutto il suo corpo più bello di quanto non lo fosse già.
Era completamente assorbita da ogni sua singola piccola parte.
Le sorrise, poi riprese a baciarla.
Non avevano capito quanto si desiderassero fino a quel momento.
Yi-eun sentì la mano di Jimin alzarle pian piano il vestito per poterle toccare la coscia, mentre lei aveva già intrapreso a sbottonargli la camicia.
Era giusto tutto ciò? D'altro canto erano due colleghi...
Scacciò via ogni tipo di pensiero che stava riapparendo, dato che l'alcol stava sparendo per dare posto alla razionalità.
Buttò via la sua camicia come ogni sua preoccupazione, e guardò il tatuaggio sul fianco di Jimin.
"Never Mind."
Sorrise: era quello lo spirito che doveva avere per concedersi per una volta la sua felicità e il suo desiderio di amore, che sembrava avere per la prima volta in tutta la sua vita.
Aveva fatto tante esperienze, alcune avrebbe anche potute risparmiarsele, ma in quel momento sentiva un desiderio diverso.
Guardò Jimin sfilarle il vestito e sperò che fosse così anche per lui, ma non ci mise molto a capire che non voleva arrivare dritto al punto. Iniziò a darle leggeri baci sul collo, facendola rabbrividire, poi con delicatezza arrivò alle clavicole, poi al seno, poi al ventre, fino al suo interno coscia.
Rabbrividì sempre di più e inarcò la schiena.
Jimin sorrise: voleva farle capire che non gli sarebbe importato cosa avessero fatto quella notte, voleva solo farle capire quanto volesse stare con lei, farla sentire desiderata, e soprattutto voleva iniziare a mettere i puntini sulle i.
Lei si era da sempre presa cura di lui, ora toccava a lui fare la sua parte.
Yi-eun aveva bisogno di amore, e in quel momento era l'unico modo che aveva per farla sentire amata.
La toccava come se fosse la porcellana più fragile che potesse esistere.
Yi-eun sentiva ogni singolo centimetro di pelle in estasi, e si sentiva valorizzata.
Jimin sembrava volerle far capire che voleva solo amarla quella notte, tanto che ancora non aveva scostato i suoi slip.
Tornò di nuovo su, con il viso su quello di Yi-eun, che gli poggiò le mani sul volto e lo baciò di nuovo, facendolo adagiare su di lei in modo tale da poter ribaltare la situazione.
Mentre si trovava a cavalcioni su di lui, gli slacciò i pantaloni, di cui si liberò poco dopo, poi tornò a baciarlo.
Il fatto che volessero baciarsi piuttosto che fare altro era già di per se una dimostrazione d'amore, ma nessuno dei due lo riusciva a capire.
Yi-eun cominciò a muoversi su di lui, che iniziò ad assecondare ogni movimento stringendole i fianchi.
Era stato tutto così veloce, ma piacevole allo stesso tempo.
Avevano saltato diversi step, ma a chi importava realmente in quel momento?
Jimin la fece ritornare sotto di lui, e le sorrise mentre allungò la mano per raggiungere il cassetto del comodino, da cui prese un profilattico.
Yi-eun, nel frattempo, gli rese il tutto più difficile dandogli dei baci sui pettorali, che lo stavano facendo avvampare.
Era strano l'effetto che aveva su di lui: lo rendeva dolce, vulnerabile e soprattutto non impassibile.
Soprattutto quando la guardò negli occhi per chiederle il permesso: lo sapeva che non era ubriaca, l'aveva vista in condizioni peggiori, e aveva capito che era totalmente consenziente, ma non voleva costringerla a fare nulla solo perché trasportata dalla situazione.
Tuttavia, Yi-eun voleva solo tenerlo stretto e baciarlo, così gli sorrise.
Il fatto che fosse così sicura di se lo rendeva ancora più attratto da lei.
Così, senza aspettare ancora, decise di andare avanti.
Mentre si muoveva ritmicamente e la guardava in estasi, si stupì di quanto fosse bello essere con la persona per cui si prova qualcosa. Il fatto che avesse fatto tutto ciò con Rosé per una questione di abitudine gli aveva fatto perdere la concezione di amore, anche in intimità, ma quella notte Yi-eun sembrava riuscire ad accenderlo di nuovo.
Inoltre, Yi-eun ci sapeva fare, ma il fatto che fosse innamorata di lui rendeva il tutto ancora più facile e naturale, non forzato e puro, per quanto possibile.
L'appartamento di Jimin fu inondato di sospiri e suoni di baci: più grande dimostrazione di amore di quella non poteva esserci.

Choreographer { Park Jimin }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora