• Capitolo 5 •

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Si rese conto, soltanto mentre aspettava che l'ascensore arrivasse nella hall, che ciò che aveva fatto quel pomeriggio non era stato per niente male, constatando anche la bravura dei sette ragazzi.
Quando arrivò a destinazione, fece per uscire dall'ascensore ma Da-mi entrò, prendendola per un braccio, e dicendole
« Devi venire con me. »
Yi-eun guardò l'orario sul display dell'ascensore e vide che segnava le 17:26, poi le chiese
« Per fare cosa? »
« Devo farti vedere il tuo appartamento, nel caso decidessi di fermarti qui, che sarebbe la cosa più logica da fare. »
Guardava l'autorità della giovane ragazza sempre un po' perplessa: sembrava troppo giovane per il posto che rivestiva, seppur fosse la manager più efficiente che avesse mai visto.
« E poi, devo pur incontrare i ragazzi una volta a settimana: oggi è giovedì e non li ho visti per niente da venerdì scorso. »
Continuò, voltandosi a guardarla, poi le chiese
« Be', com'è andata? »
Yi-eun era stata inondata da una miriade di parole perciò stentò un momento a risponderle, poi disse
« Bene, abbiamo ripassato le coreografie. Mi hanno detto che ne avevano bisogno. »
Da-mi annuì, poi disse, quando la campanella dell'ascensore suonò,
« Questo è il piano degli appartamenti: ognuno ne ha uno, mentre quella è la sala comune e la cucina, in caso voleste cucinarvi qualcosa insieme. Questo è quello che dovrebbe appartenere a te. »
Ogni volta veniva stupita da ciò che Da-mi aveva in serbo per lei.
Guardò la porta in legno bianco e poi la tessera che la ragazza le aveva porto.
La afferrò e la ringraziò, poi entrarono nell'appartamento.
Era persino più moderno di casa sua: era bianco, con particolari in legno chiaro, con una grande vetrata che lasciava ammirare Seoul, ma quello era solo il salotto: chissà com'erano il bagno, la camera da letto e la cucina.
« Ovviamente è gratis solo se rimani a vivere qui. In caso ti fermassi solo qualche giorno, sono circa 270.000 won a notte. »
Yi-eun quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
« Mi conviene andare a prendere le mie cose e tornare qui non appena ho finito. »
Affermò lei, nascondendo un sorriso divertito.
« Hai capito bene, mia cara. Questo mi fa capire che hai accettato. »
Da-mi fece sbattere i tacchi sul pavimento, per farle capire che doveva seguirla nuovamente.
« Accettato cosa? »
« L'offerta di lavoro. »
Rispose Da-mi, con fare ovvio, mentre frugava tra una cartella piena di fogli.
« Adesso vado a prendere le pratiche burocratiche che dobbiamo mettere a termine, quindi contratto e firma.
Tu potresti portare questo a Jimin? Sono sicuramente nella sala comune. Torno subito! »
Le lasciò in mano una cartella blu, su cui c'era scritto "Park Jimin".
Sentì le porte dell'ascensore chiudersi, così da alzare lo sguardo.
"È un sogno questo?"
Si guardò intorno, abbagliata dalla bellezza di quell'appartamento: era abituata ad una casa moderna ed elegante, ma non a tutto quel lusso.
Un trillo ripetitivo la fece sobbalzare e la scaraventò fuori dai suoi pensieri, tirò fuori dalla tasca dei jeans il telefono, il quale le mostrava una chiamata da parte di sua madre, si affrettò a risponderle.
« Mamma! »
« Tesoro, com'è andata? »
« Mi hanno presa, lavorerò qui da domani. L'unica pecca è che devo trasferirmi in un appartamento della Big Hit e lasciare casa. »
« Tesoro, non importa della casa. Si vedrà cosa fare, ma nel frattempo sono così orgogliosa di te. »
Yi-eun sorrise, consapevole che non sarebbe riuscita a vederla.
Nel frattempo, si indirizzò verso la sala comune per consegnare la cartella a Jimin.
La cosa la metteva piuttosto in ansia: erano comunque delle celebrità, e incontrarle al di fuori del lavoro era una sensazione strana per lei.
« Ti voglio bene, mamma. »
« Anche io. »
« Mi dispiace doverti lasciare adesso, ma ho delle pratiche da sbrigare. Ti chiamo stasera. »
Sentì il saluto di sua madre, poi attaccò la chiamata e ripose il telefono in tasca, mentre i suoi stivali battevano il tacco sul pavimento lucido.
Si stava dirigendo verso la sala comune, chiusa da una porta scorrevole grigia a doppia anta.
Si chiese se fossero lì, così avvicinò l'orecchio alla porta.
« Com'è possibile che sia solo lei? L'agenzia non ha più soldi per pagare esperti in ogni ambito? »
Yi-eun si accigliò nel sentire la voce di Yoongi dire quelle parole e tese ancora di più l'orecchio.
« Magari lei lo è. »
Un'altra voce intervenne e sembrava quella di Taehyung.
« Taehyung-ah, non può essere esperta in canto, rap e ballo, non è assolutamente possibile! »
Un'altra volta, la voce di Yoongi la prese di mira: aveva capito che stavano parlando di lei.
« Gli Idol possono essere eccezionali in tutto, perché dici così? »
Hoseok spuntò dal nulla, facendo azzittire per qualche secondo il gruppo.
« Sta seguendo degli Idol, è ovvio che debba avere anche lei caratteristiche simili. »
La voce calda e inconfondibile di Taehyung spezzò il brutto silenzio che si era creato.
« Non abbiamo ancora sentito come canta e rappa, magari è davvero solo una tutor. »
Jungkook cercò di far ragionare Yoongi, che però disse
« C'è qualcosa che non mi quadra in quella ragazza. »
« Yoongi, non fare così. Se la nostra agenzia l'ha scelta c'è un motivo o forse più di uno. Dobbiamo essere fiduciosi. »
Poteva percepire che Jin stesse sorridendo dal suo tono di voce.
« Effettivamente, Yoongi hyung ha ragione. Non abbiamo bisogno di false speranze, ma di sole certezze. Non possiamo assolutamente permetterci delle persone che fanno errori a nostri discapito. »
Yi-eun si morse il labbro alle parole di Jimin: aveva ragione e anche tanto, e sembravano rispecchiare ciò che era successo.
« Jimin, non mettertici anche tu. Non possiamo non aver fiducia adesso come adesso. »
Namjoon lo riprese immediatamente.
« Hyung, pensaci. Yoongi ha ragione a pensare che l'agenzia l'abbia fatto per rimpiazzarli tutti dato che non ha soldi per pagare quattro diversi specialisti.
Io dico di dover stare attenti e capire se quella ragazza è qui per ciò che è, e non per mancanza di soldi dell'agenzia.»
Jimin lo disse con così tanta pacatezza nella voce che pensò fosse una registrazione, ma sentiva che qualcosa ribolliva dentro di lui.
« Non poss- »
Il "tin" dell'ascensore la fece sobbalzare, così da ricomporsi e far finta di camminare verso la sala comune.
« Yi-eun. »
La chiamò Da-mi.
Si voltò a guardare la ragazza, cercando di nascondere l'espressione scossa e pensierosa a causa della conversazione dei ragazzi.
« Hai consegnato la cartella a Jimin? »
Yi-eun guardò la cartella, poi disse
« Stavo andando, ma ho ricevuto una chiamata e ho tardato. »
Da-mi le sorrise, poi disse
« Andiamo insieme, così puoi compilare queste cartacce e non ci pensiamo più. »
Sperava intendesse andare nel suo appartamento (cosa che ancora non credeva fosse vera) a compilare i vari moduli, ma Da-mi si avventurò verso la sala comune e a lei toccò seguirla.
« Basta fare festa, abbiamo cose più importanti da fare. »
Esclamò Da-mi, entrando nella sala, senza neanche bussare.
Yi-eun fece la sua entrata con la sua bellissima figura, sotto lo sguardo indagatore di tutti i presenti, ma quello di Jimin sembrava trapassarla.
« Come va, manager? »
Chiese Jungkook a Da-mi, nel frattempo Yi-eun ispezionava la lussuosissima sala, che era un salotto enorme, con tanto di cucina coperta da vetri opachi.
« Sono contenta della nostra nuova recluta. Sarà la svolta. »
Yi-eun si fece piccola piccola dietro a Da-mi, sotto gli sguardi attoniti di tutti.
« Jimin, ho i risultati della tua visita. »
Da-mi prese gentilmente la cartella dalle mani di Yi-eun che guardava Jimin alzarsi e prendere la cartella.
« Per quanto riguarda te, comincia a compilare questi fogli. »
Da-mi poggiò circa dieci fogli sul tavolo, intorno al quale i ragazzi sedevano su dei piccoli divani di pelle scarlatta.
« Compilali pure, poi lasciali in reception da Gul-mi quando scendi per andare a prendere le tue cose. Per la cena, ci pensiamo noi. Ciao, ragazzi. »
Da-mi era davvero una ragazza esuberante, anche quando parlava e si atteggiava, ma pensava sapesse bene quello che doveva fare.
Infatti, voleva stare ancora con lei, e non con quei ragazzi, conoscendo ciò che pensavano su di lei.
« Da-mi è davvero fantastica. »
Affermò Namjoon, mentre Yi-eun si sedette sull'unico posto libero, lasciato tale da Jimin, che se ne stava pensieroso davanti alla finestra, leggendo la cartella che gli avevano dato.
« Si, lo è, come anche Ho-ji. »
Affermò Yi-eun, afferrando la penna che aveva lasciato Da-mi sui fogli, che cominciò a compilare.
« Domani abbiamo lezione di canto? »
Le chiese Jin, affianco a lei.
Alzò lo sguardo dai fogli per puntarli sul bel viso di Jin, che la guardava con occhi grandi.
« Non è una lezione, non ho niente da insegnarvi. Sono a vostra disposizione per aiutarvi. »
Mise l'ultima firma anche nel contratto dell'appartamento, poi guardò il gruppo.
Tutti la guardavano, tranne Yoongi, impegnato con il telefono e Jimin, che aveva chiuso la cartella e guardava lontano fuori dalla finestra.
Continuò a guardarlo preoccupata, mentre si portava una mano sulla bocca per appoggiarvici.
« Resterai ad abitare qui? »
Le chiese Taehyung, sorridendole.
« Si, nell'appartamento di fronte. »
Spiegò, sentendo il clima agitarsi quando Yoongi cominciò a sospirare.
Dopo quello che aveva sentito, sapeva che non si fidava di lei, ma non aspettava lo facessero sin da subito.
« Adesso vado, ho alcune cosa da sbrigare. Ci vediamo domani mattina e spero di farvi trovare a vostro agio. Vorrei lavorare con voi in serenità e non sarò io a decidere ciò che fare perché sapete da soli dove dobbiamo lavorare. Lascio a voi il libero arbitrio. »
Si alzò, mentre parlava.
Sperava che quelle parole potessero confortarli.
« Speriamo anche noi che tu ti possa trovare a tuo agio. »
Le disse Hoseok, sorridendole.
Come prima, la guardavano tutti tranne Yoongi e Jimin.
Si salutarono, poi Yi-eun scomparve dietro la porta.
Mentre scendeva con l'ascensore si chiedeva perché Jimin non avesse ascoltato le parole che aveva rivolto agli altri e perché le dispiacesse del suo sguardo malinconico.
Sospirò: sperava che tutto sarebbe andato per il meglio.

Choreographer { Park Jimin }Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang