• Capitolo 22 •

148 5 0
                                    

_

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

_.*._.*._.*._.*._.*.*._.*._.*._*.*._.*._.*_.

Seoul è poetica di notte, perché l'assenza di luce naturale ne definisce i contorni che di giorno non si possono notare a causa dello smog.
Era quello che aveva sempre pensato sin da ragazzina, che aveva esplorato in lungo e in largo la vastità della città, ritrovandosi in posti anche poco frequentati, che le permisero di capire quanto fosse bella Seoul in tutti i suoi aspetti, e non solo quelli belli.
Non riusciva a dormire, come al solito.
Era un cliché, ormai, che avesse troppi pensieri per la testa, che aveva cercato di allontanare nel montare un'altra coreografia: anche DNA era pronta, oltre che a Mic Drop, che aveva mostrato ai ragazzi il pomeriggio passato, così che potessero completarla.
C'era stato uno strano clima in sala: sembrava che non riuscisse a guardare Jimin che, nonostante avesse lavorato benissimo come al solito, sembrava giù di morale.
In un qualche modo, si era sentita in colpa di aver baciato Hoseok, che invece sembrava più felice del solito, con grande gioia nel suo cuore, anche se lei era tutt'altro che felice.
Perché il suo cuore si era spezzato nel vedere gli occhi di Jimin distrutti quando li aveva visti baciarsi?
Era stato quello, forse, il segnale che le diceva che, molto probabilmente, Hobi non era il ragazzo fatto per lei, perché se fosse stato il contrario se ne sarebbe fregata della reazione di Jimin.
E invece non era così.
Difatti se ne stava davanti alla vetrata della sua camera, rannicchiata con le braccia al petto sulla poltroncina che era il comodo posto per ammirare il panorama.
Pensava a Jimin, a Hoseok e al tanto lavoro che avevano da fare, ed anche al fatto che l'indomani sarebbero stati impegnati nell'incisione ufficiale del disco, e lei sarebbe dovuta essere presente quando la casa discografica le avrebbe teso la mano.
Era agitata e non poco, ma quello era l'ultimo dei suoi problemi.
Inoltre, il fatto che sua madre non le rispondeva più alle chiamate ed ai messaggi non l'aiutava affatto.
Improvvisamente, il cellulare trillò.
Volse il capo verso il tavolino dove era poggiato e inforcò gli occhiali che aveva in mano per non sporgersi a prenderlo e per poter leggere la notifica da lontano.
Era un messaggio dalla banca, che recitava
"Sono stati importati 4 milioni di won sul suo conto corrente da BigHit Entertainment."
Senza neanche pensarci, si allungò per afferrare il telefono, per controllare se si fosse addormentata o se quella era la realtà, ma il suo conto corrente le diceva che era sveglia.
Sorrise: finalmente avrebbe potuto pagare l'intervento a sua madre, ma la sua euforia fu bloccata da un rumore improvviso.
Le parve il rumore di una porta che viene sbattuta e il rumore pesante dei passi di una persona arrabbiata, aumentati dal silenzio totale della notte: ma chi poteva essere all'una di notte?
Si alzò velocemente, avanzando verso l'ingresso: era sempre stata una persona curiosissima e spesso ficcanaso, infatti non ci mise molto a guardare dallo spioncino della porta. Rimase spiazzata quando vide Jimin camminare pesantemente verso le scale che portavano sulla terrazza.
Senza neanche pensarci, infilò le scarpe e una giacca, prese la chiave e mise in tasca il telefono, poi uscì.
« Jimin? »
Lo chiamò, ma lui aveva già intrapreso la scalata.
Si affrettò a raggiungerlo: il clima non era piacevole come quello di diverse sere prima, e se fosse uscito si sarebbe sicuro preso un raffreddore o un mal di gola.
« Yah! Jimin. »
Avanzò il passo, rabbrividendo soltanto al brutto clima delle scale che portavano alla terrazza.
Salì i gradini due a due, fermando il ragazzo, che aveva appena toccato la maniglia della porta.
Si voltò a guardarla, con un viso cupo.
« Tutto bene? »
Gli chiese, a diversi gradini di distanza.
« Si. »
Sospirò il ragazzo, che si voltò di nuovo verso la porta, ma fu bloccato di nuovo
« Stasera è troppo freddo per stare in terrazza. Verresti a bere un tè con me? »
Jimin sospirò di nuovo: lei mica poteva sapere che stava male per averla vista baciarsi con Hoseok e non poteva neanche sapere che lui non voleva sentire quei sentimenti, non voleva accettarli, ma lei non aveva fatto nulla di male.
« Va bene. »
Lasciò la maniglia della porta, voltandosi ancora una volta verso di lei, con le mani in tasca.
Lo guardava con un piccolo sorriso: era felice che avesse accettato.
Così, senza fiatare, si rifugiarono nell'appartamento di Yi-eun, che accese le luci dell'ingresso e poi si recò in cucina.
Jimin si guardò intorno, lasciando le scarpe accanto a quelle che aveva appena tolto la ragazza, e poi poggiò la giacca sull'attaccapanni, sorridendo quando vide la sua giacca e la sua sciarpa come se appartenessero alla ragazza.
Si fece cupo, però: perché tutto quello che avevano fatto per legarsi sembrava essere svanito in un attimo?
« Preferisci té verde o normale? »
Si affacciò alla porta, con una scatola piena di bustine con varie tisane e infusi e, guardando l'espressione contrariata di Jimin, boccheggiò e poi disse
« Altrimenti ho il té alla vaniglia o la tisana allo zenzero. »
Il ragazzo avanzò verso di lei, dicendo
« Va bene del té verde. »
Yi-eun gli sorrise, poi lo invitò a sedersi.
Mentre trafficava per mettere su l'acqua a bollire, gli chiese
« Adesso puoi dirmi cosa non va? »
Jimin la guardò accigliato: era malinconico e pensieroso, ma non credeva lo mostrasse così tanto.
La ragazza si voltò, coprendosi le spalle scoperte con il maglioncino calante che copriva anche gran parte delle gambe, nascoste da un paio di leggings.
Jimin la guardò legarsi i capelli in modo disordinato e poi, prendendoli dalla scollatura del maglione, inforcò gli occhiali.
Pensò che fosse tremendamente bella anche senza trucco e senza vestiti eleganti, e quello lo fece rattristire.
« Non c'è niente che non va, ed è forse questo il problema. Tutti sono felici nel fare progressi e raggiungere obiettivi in tutti gli ambiti, ma è come se non fossi soddisfatto, e non parlo sotto il punto di vista lavorativo. »
Non poteva mica dirle che gli faceva male vederla con Hoseok e neanche che lui non poteva innamorarsi di lei.
« Ti manca qualcosa. »
Asserì Yi-eun, che spense i fornelli e mise l'acqua in due tazze, che contenevano già le bustine di tè.
« O qualcuno. »
Mormorò il ragazzo, pensando che non lo sentisse, ma in realtà aveva capito proprio bene, così si voltò con bocca aperta e viso malizioso, portando le tazze sul tavolo.
« Allora lo vedi che sei fidanzato! »
Esclamò e Jimin si coprì le guance con le mani e scosse la testa.
« Non lo sono! »
« Allora chi è quel qualcuno che ti manca? »
Il cuore gli diceva di dire "tu", ma la testa gli diceva che non era assolutamente possibile, non poteva innamorarsi di lei, e guardarla bere dolcemente il té non aiutava la situazione.

« Non lo sono! »« Allora chi è quel qualcuno che ti manca? »Il cuore gli diceva di dire "tu", ma la testa gli diceva che non era assolutamente possibile, non poteva innamorarsi di lei, e guardarla bere dolcemente il té non aiutava la situazione

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

« Non... aish! Smettila di mettermi in difficoltà! »
Rise Jimin, fingendosi arrabbiato.
« Okay, va bene! Prima o poi me lo dirai. Intanto sono soddisfatta del fatto che ti ho tolto quelle labbra in giù. »
Non se ne era neanche reso conto che si era dimenticato di essere triste, deluso, confuso, e quella situazione gli fece scattare una domanda nella testa
"È davvero lei quella che mi manca? Quella che mi fa solo pensare cose positive e che mi rende felice?"
Improvvisamente, però, bevendo il suo té nella tazza bianca, gli venne in mente la domanda che le avrebbe dovuto fare sin da quel pomeriggio.
« Quindi, sei ufficialmente fidanzata con Hobi? »
Yi-eun si stupì di quella nota infastidiva che gli rovinava la voce, ma finalmente poté esporre ciò che pensava a una persona di cui si fidava.
« In realtà no e il bacio di oggi mi ha fatto capire che non è la persona giusta per me, per quanto sia bello e dolce con me. Glielo dirò non appena avremo tempo. »
A Jimin gli si illuminarono gli occhi: si era convinto che lei fosse perdutamente innamorata di Hoseok e invece lei stava dicendo il contrario.
« Davvero? »
Yi-eun alzò un sopracciglio nel sentire la voce euforica del ragazzo e si chiese perché fosse così soddisfatta e non infastidita dal comportamento di Jimin.
« Cioè... ehm, intendo dire che tutti ci saremmo aspettati la nascita di una coppia tra voi due. »
Jimin cercò di non mostrarsi felice, anche se lo era eccome, nonostante non volesse ammettere il perché.
Yi-eun fece spallucce
« Te l'ho detto: nulla è certo nella vita. »
Jimin le sorrise, catturandole lo sguardo e incatenandolo nel suo.
In quel momento, sembrò che le lancette dell'orologio sul muro della cucina rallentassero.
Tutto era fermo, tranne loro due.
Le macchine fuori sulle strade, le luci, i respiri degli altri, la musica che risuonava lontana da qualche pub di Seoul: solamente i loro cuori e le loro menti erano vivi, fin quando Yi-eun non riabbassò lo sguardo sulla tazza tra le sue mani.
In quel momento tutto ripartì.
« Domani posso pagare l'intervento di mia madre. »
Cambiò argomento: cosa era successo pochi istanti prima non lo sapeva, ma sembrava essere appena uscita da un bel sogno, così come Jimin, che sorrise
« Sono davvero felice. Mi piacerebbe conoscere tua madre. »
Yi-eun sorrise nell'immaginare quale sarebbe potuta essere la reazione di sua madre nel vedere Jimin.
« Ne sarebbe felice, ma sono sicura che il suo Bias è Taehyung: è innamorata di Hwarang. »
Jimin ridacchiò, poi bevette un altro sorso di té, poi la guardò furbo e chiese
« Il tuo qual è? »
Yi-eun lo guardò, con il viso rilassato ma lo sguardo come innamorato.
« Sei tu. »
Confessò, facendo arrossire Jimin, che la continuò a guardare in tutto ciò che faceva: tutto di lei gli piaceva, come si muoveva, come parlava, il suo sguardo, il suo modo di fare.
« Sono onorato, ma sarei più onorato se fossi il Bias di tua madre. »
Yi-eun lo guardò, fingendosi arrabbiata, ma poi addolcì lo sguardo quando disse
« E ci posso riuscire solo perché sono sicuro che è come te. »
La ragazza scosse la testa, poi disse
« Ti sbagli: io sono come mio padre.
Sono timida, misteriosa, ma quando mi apro posso essere la ragazza più pazza e euforica che esista. »
Jimin si trattenne nel dire "ed è per questo che mi piaci", infatti si limitò a sorriderle.
Yi-eun sentiva che in quel momento le loro menti si erano fuse, così come i loro occhi, i loro sguardi, le loro parole.
Si sentiva completa, stando insieme a lui e a nessun altro, senza fare nulla, soltanto a chiacchierare. Vederlo spensierato e sorridente, non solo con la bocca ma anche con gli occhi, la rendeva automaticamente felice.
« Penso che sia meglio che vada, si è fatto tardi. »
Jimin si alzò, seguito da Yi-eun, che sarebbe stata tutta la notte a parlare con lui.
« Resterei tutta la notte a parlare con te, ma domani ho un disco da incidere. »
Le batté forte il cuore e pensò le avesse letto la mente.
« Grazie di tutto, Eunnie. »
Come se una forza estranea l'avesse spinta, si alzò in punta di piedi e gli lasciò un bacio sulla guancia.
Il cuore di Jimin batté forte e i suoi occhi si sbarrarono, ma le sorrise quando lei lo guardò
« Buonanotte, Chim. »

Choreographer { Park Jimin }Where stories live. Discover now