🌊 Questa non è la lettera scarlatta 🌊

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Capitoli letti: 1 (su 1)

Recensore: kelpie (a.k.a. ciambella198)


Una delle grandi passioni di kelpie è l'estetica, in una definizione ben distante da quella Kantiana, nonostante ne condivida l'interesse per le forme, intese però come apparenza, in particolar modo quando tali forme rispecchiano o si adattano all'oggetto, o contenuto, rappresentato o celato al loro interno. Nelle forme di linguaggio, parlato o scritto, questo si applica nella sagomatura e nella costruzione dei periodi, maggiormente rigogliosi di principali e subordinate, quanto di espressioni ed immagini, che si rincorrono l'un con l'altra, portando gli occhi attenti di un lettore o le orecchie di un ascoltatore alla più completa concentrazione, pena la mancata comprensione.

E quindi?

E quindi, è sempre un piacere trovare un testo che rispetti questa mia piccola fonte di intrattenimento puramente intellettuale, come quello di cui vi parlerò oggi.


"Questa non è la lettera scarlatta" è una riflessione che l'autore, CristianPantano93, consegna al mondo di Wattpad su temi pertinenti a quelli trattati nell'opera da cui prende il nome, "La lettera scarlatta", ampliandone la sfera temporale e spaziale, in modo da osservare come alcuni fenomeni non siano stati una caratteristica della società puritana americana, ma anzi fossero una caratteristica ricorrente e persistente in diversi tipi di società, seppur con un peso diverso.

E per coloro che non hanno avuto il piacere di leggere "La lettera scarlatta", romanzo che in ogni caso vi consiglio, come vi consiglio il film "Easy A" molto liberamente ispirato al romanzo, esso usa la storia di una donna accusata di aver commesso adulterio, e perciò marchiata con una lettera A scarlatta come segno distintivo del crimine che aveva commesso secondo la comunità, per far riflettere i contemporanei, e anche i posteri, sui valori e le idee di una società che, per certi versi, non era cambiata tanto da quella puritana del secolo precedente alla pubblicazione del libro ed ivi descritta.


Premesse ultimate, passiamo alla recensione.


La prima cosa che dovete sapere nell'approcciare la storia è che nulla è stato lasciato al caso, come si può riscontrare sin dalla stessa descrizione, nonché motivo per il quale, questa volta, non separerò la valutazione della copertina da quella del riassunto di presentazione: infatti un lettore si approccerà a "Questa non è la lettera scarlatta" osservando un disegno di una palma in riva al mare, ma solo prestando un'attenzione maggiore, in alternativa non avendo bisogno degli occhiali da vicino come la vostra bucaneve preferita, si potrà notare anche un segno di color giallastro fra le onde, segno che assume la forma di una lettera "A", non scarlatta, come ci ricorda sempre il titolo. L'aver indicato questo dettaglio nella descrizione è ottimo, ed al contempo introduce e richiama il tema centrale affrontato nel testo, di cui qui sotto parlerò.

Seguendo un criterio temporale, l'autore ci introduce all'opera "La lettera scarlatta", ripercorrendone i temi e dimostrandone l'esistenza in periodi, e testi, gran lunga precedenti al libro stesso, confrontandoli successivamente a come essi sono descritti e contestualizzati nella società americana del Settecento. Quella che viene infatti definita come misoginia, di cui ci viene descritta l'etimologia, odio verso le donne, e l'istituzione del patriarcato come dominante all'interno di una società, contribuiscono a tutta una serie di pregiudizi ed etichettamenti che ancor oggi sono rivolti nei confronti delle donne. Ed è l'utilizzo della parola "oggi" che preme all'autore e che rende la sua riflessione tutt'altro che vecchia o scontata, toccando anche argomenti come la femminilità associata a debolezza, in particolar modo nelle espressioni denigratorie spesso affibbiate da e ad uomini, e di come questi pregiudizi spesso si trovino nel pensiero e nelle opinioni anche delle stesse donne, che in tal modo si giudicano e condannano fra loro.

Gli spunti offerti di ragionamento e riflessione non sono pochi, e ciascuno potrebbe essere oggetto di lunghe indagini o discussioni, che spesso vengono dibattuti da personaggi importanti e non, dal vivo, in televisione e anche sui social, non tutti costruttivi su quest'ultimi, purtroppo. Il punto di questo testo non è però solo convincervi dell'opinione dell'autore, che porta avanti le proprie argomentazioni basandosi su esempi e mai a vuoto, ma anche permettere al lettore di rifletterci sopra, nel suo non essere volutamente esaustivo, e formarsi quindi una sua opinione.

Per quanto riguarda la scrittura, ammetto che non è un testo semplice, essendo tuttavia in italiano. Un italiano che personalmente invidio all'autore.


É un testo quindi consigliato solo ad alcuni? Probabilmente qualcuno risponderebbe in modo affermativo, argomentando che la scrittura complessa e retoricamente ricca potrebbe scoraggiare i lettori, io invece credo che "Questa non è a lettera scarlatta" possa essere letta da tutti coloro che hanno una buona conoscenza dell'italiano, superando i primi attimi di incertezza, supportati da riflessioni ingannevoli quali "non ci sto capendo niente", esercitandosi quindi alla comprensione di uno scritto che non solo lasci al lettore degli spunti su cui riflettere, ma anche una dimostrazione di come la nostra lingua possa essere ancora oggi usata ai suoi estremi.

Posso solo concludere che l'autore sia un ottimo paroliere e conoscitore della nostra lingua, e per questo lo ringrazio per avermi chiesto di recensire il suo testo e per le sue parole su un tema su cui purtroppo ancora oggi vi è la necessità di discutere.



Sono Kelpie e questa non è stata la solita recensione.

Alla prossima.

The Legendary BookWhere stories live. Discover now