12

3.1K 74 8
                                    

Cambiare casa?
Forse dovrei farlo...
ma con quali soldi? Non è passato nemmeno un mese dal mio incarico, devo aspettare ancora un po'.

Mi sveglio presto, Theo dorme ancora e per una volta non lo vedo così arrabbiato con il mondo.
Osservo i suoi tatuaggi illuminati dal sole che entra dalle veneziane
Una rosa sulla mano, che prosegue lungo tutto il braccio con un ramo di albero, un ciliegio per la precisione. Sulla spalla ha una tigre con le fauci spalancate, un serpente che ci gira attorno e va dietro la schiena.
Sul petto ha un elefante e diverse rappresentazioni di fiori e teschi.
Come si sarà fatto tutti quei tatuaggi?
A me non dispiacciono assolutamente, ma il mio corpo è bianco, come una tela ancora plastificata, proverei terrore a fare anche una sola virgola sul polso.
Il suo viso di profilo è duro, lineare e divino, riesco a definire gli spigoli della sua mandibola e l'inizio della barba rada.
Amo gli uomini con la barba, li voglio nella mia vita.
Non troppo lunga, ma abbastanza folta da sembrare grandi divinità norvegesi si. Non mi dispiacciono affatto.

Apre gli occhi e mi trovo ad osservarlo "hey" bisbiglio
"Riesci a camminare?" Spiritoso
"Ah ah" mi alzo e in effetti sento una sensibilità acuta ad ogni passo, l'interno coscia che trema sotto ogni carico di un passo, rimango ferma alla porta per prendere fiato "non scherzavi quando mi hai avvisata"
"Io non scherzo mai"

Cosa vuoi che sia un'altra doccia assieme?
Nulla, esatto.

Ci baciamo fino a soffocarci nel calore dell'acqua, non prova a penetrarmi, perché sa che il dolore è ancora troppo forte, si limita a trascinarmi verso di lui mentre ci massaggiamo la pelle e sprofondiamo nella bocca dell'altro.
Passa al collo e anche questa volta mi ritrovo ad ansimare e guardare in alto, nella speranza di non cadere a terra dato che mi toglie tutte le forze.
Lo sento ringhiare di piacere, il suo corpo si appoggia sul mio e sento sulla sua schiena ogni muscolo tendersi, lì dove il serpente continua il suo viaggio.

Lascio che sia lui a comandare, perché porta piacere ad entrambi, non riesco a capacitarmi di quanto sia grande rispetto a me, possente e stabile, mi bacia le orecchie e passa al viso "sei come miele per le api"
Le nostre lingue danzano fino a rendere l'intera stanza piena di sospiri e ditate sul vetro del box doccia.
È molto meglio della vita che vivevo con Chris.
"Tra una settimana andrò via" mi dice spegnendo l'acqua
Osservo le gocce d'acqua che scivolano giù dai suoi pettorali e che gocciolano dai suoi capelli fradici
"Dove?"
"In montagna, devo ristrutturare la mia seconda casa"
"Fa freddo?"
"Abbastanza"

Già sento il vuoto, dentro di me e sulle mie labbra, vorrei che i nostri corpi non si staccassero mai.

__
Al lavoro:

Riesco a sedermi decentemente sulla sedia senza provare troppo dolore, avvio la videoconferenza e ascolto per 4 ore un uomo troppo pieno di se, convinto di poter alzare le azioni dell'azienda Monroe e ristabilire l'ordine del mercato finanziario.
E io che ne so? Controllo fatture.

"Le porto qualcosa da mangiare?" Entra la domestica
"Un semplice panino con prosciutto e fontina mi andrà più che bene grazie"

Entra poco dopo Theo, la mia bocca si asciuga immediatamente.
Porta una camicia bianca è un paio di pantaloni blu scuro, dal tessuto della camicia intravedo alcune linee spesse dei tatuaggi
"Dovresti venire anche te" apre il discorso sedendosi sul divano poco più in là della scrivania.
Siamo lontani qualche metro, lui con le gambe aperte ed io composta sulla mia sedia, che cerco di spegnere le sensazioni che sento nel basso ventre.
"Ho del lavoro da fare"
"Lo farai lí"
"Non credo di-"
"Piers potrebbe ancora entrare qui, sa sicuramente i nostri spostamenti e lasciarti qui sola è l'ultima cosa che farei, soprattutto perché mio padre ha trovato finalmente una segretaria modello"
Perché sposta l'attenzione sul Capo? È come se cercasse scuse per portarmi su con lui, ma capisco il suo carattere e so che aprirsi con le persone non viene naturale a molti.
"Se la metti così, allora vengo"

Entra la domestica "grazie mille"
"Stai composto Theo, ti conosco fin da quando eri piccolo, le donne non si conquistano così" gli da un pizzicotto sulla guancia e se ne va con la sua camminata lenta e a scatti"
"Wow, è qui da tanto"
"Talmente tanto da avermi fatto crescere come un figlio"
__
Mi suona il telefono, è Chris
"Senti, ho preso tutto, ti lascio le chiavi sotto lo zerbino"
"Perfetto, buona vita" mi mette giù ancora prima che finisca di dirlo
"Che bambino" dico scioccata
"Chris?"
"Si"
"Ora non hai più scuse per rimanere in quella casa"
"Ci penserò dopo, ora devo finire un paio di fatture"

Penso debba andare, ma rimane lì ad osservarmi
"Che c'è?"
"Sei brava a fingere di non ricordarti nulla"
Fiotti di calore bollente mi salgono su per la schiena "sto lavorando"
"Come la mi faccia era immersa nelle tue cosce e come tu annaspavi per cercare aria"
"Theo" strigo le gambe per non cedere alla tentazione
"Ti procuro così tanto piacere che non riesci a controllarti nemmeno a lavoro, devi essere una di quelle donne desiderose di fare di tutto, ma che hanno troppa vergogna di provare"
"Ti prego, non è il momento" bisbiglio facendo cenno alla porta "potrebbe sentirci"
"Se n'è andata via subito dopo averti portato il panino"
"Non puoi mischiare sesso e lavoro, sono due cose separate"
"Ah si?" Si alza e inizia a venire da me, con andatura spavalda e schiena rilassata, un Dio sceso in terra
"Se fosse per me ti sbatterei su questo tavolo, ma non bisogna mischiare come hai detto tu"
"Non hai fatto il pieno ieri sera e stamattina?"
"Con te sono sempre a secco" si china per incontrare i miei occhi, troppo calore da sopportare in quella stanza.

Mi bacia, mi morde il labbro fino a farmi gemere, non smette, incalza il ritmo per poi cercare la mia lingua.
Non posso resistergli, è una calamita alla quale è impossibile sottrarsi
Ma posso fare di meglio.
Mi stacco, sposto tutto ciò che ho sulla scrivania, sento chiavi cadere e la borsa rotolare giù.
Lo faccio sdraiare sul tavolo, lui è convinto di avercela fatta.
Striscio fino in cima, lo guardo e mentre cerca di iniziare ciò che più desidera, allungo la mano e riprendo il mio panino
"Mai fermare il pasto di una donna" do un morso proprio davanti a lui, che piano piano realizza di non aver vinto la battaglia.
Uno schiaffo forte sul fondoschiena attiva in me un desiderio ancora più forte di dargliela vinta, ma ormai è fatta.

1-0 per Sarah.

Anche se ha già vinto minimo 3 volte contro di me.

The Master // IN REVISIONE Where stories live. Discover now