Mancano 4 giorni

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Narratore onnisciente

Aveva le mani nei capelli da svariati minuti ed attendeva che il cuore si fermasse e smettesse di correre come quando un ciclista scende dalla sua bici e aspetta di poter camminare ancora, senza sentire la sensazione di star ancora pedalando.

Tutto ciò che aveva evitato per anni, tutto ciò che aveva sperato non accadesse... era accaduto oggi, senza avviso è senza peccato.

Non era dispiaciuta, no... il suo inconscio era stato finalmente nutrito di soddisfazione, come se fosse stata l'ape Regina in un alveare pieno di miele dorato.
Una dolce vendetta, un dolce peccato.

La sua vestaglia color perla era pesante lungo le gambe, intrisa di sangue e strappata a causa dei piedi nudi che ci erano corsi sopra.
Sotto le unghie iniziava a seccarsi lo stesso sangue che con fiotti sempre più lenti e scuri uscivano dal corpo inanimato dell'uomo che per anni l'aveva ingabbiata in se stessa.
I palmi delle sue mani sottili erano infastiditi dalle croste rosse che si sbriciolavano a terra...

Lei osservava il corpo, sorrideva pure
Per la prima volta in anni, sentí una scossa partire dal basso ventre, una scossa talmente potente che fu seguita da un lieve conato di vomito.
Aveva in mano la vita di quell'uomo, o meglio... l'aveva avuta per diversi minuti...
Erano le 21:45, l'enorme orologio dorato affisso sulla parete del muro portante dell'entrata segnava inesorabilmente l'ora del decesso.

Quella scossa al basso ventre era segno di una liberazione istantanea, da catene vecchie e ancora doloranti...

Piers era morto e si meritava ogni pallottola ricevuta in corpo.

__

La madre di Theo era una donna calorosa, lo era stata fino a quel giorno, ora però poteva riprendersi tutto ciò che aveva perso... non tutto, ma molto.
Prese il telefono fisso e con le mani ferme e lo sguardo rilassato chiamó il figlio.

L'adorato figlio che per anni aveva allontanato e che pensava fosse diventato come Piers.

Theo rispose subito, come un cane che ama il padrone, disse una "ciao mamma"

Lei sorrise, prese in mano la pistola e la mise sul tavolo, non si sentiva in colpa, si sentiva bene come quando arrivi a destinazione dopo una camminata lunga e in salita... e senti i dolori piacevoli dei muscoli indolenziti.
"Figlio adorato, la mamma sta bene"
"Mamma, cosa è successo, ti sento strana"
"Le telecamere hanno filmato tutto, non dovremmo mai più guardarci le spalle"

Theo non riusciva a capire e nonostante la calma immensa nella voce della madre, l'aspetto macabro dell'accaduto si acuiva sempre più
"Mamma..."
Quando Theo aveva risposto, era seduto sul divano con le gambe di Sarah appoggiate sulle sue, stavamo cercando di recuperare il loro rapporto e poco prima di rispondere stavano parlando di viaggi e strane creature marine che alcuni video su YouTube avevano filmato...
"Passami Sarah"
Voleva dirlo ad una donna.
Voleva condividere la gioia nascosta con una donna che era stata toccata da quel mostro

"Pronto, Signora Monroe?"
"L'ho ucciso" senza esitare, un groppo alla gola di Sarah si fermò, appoggio la mano libera sulla guancia di Theo e lo guardò spaventata a morte
"Cosa sta dicendo?"
"È venuto a trovarmi, voleva risolvere e poco dopo mi ha messo le mani addosso, gli ho sparato una cartuccia da 20 proiettili"
"Lei..."
Sarah non era così forte, si butto su Theo e lo scosse, iniziava già a singhiozzare dallo spavento, anche se non l'aveva vissuto lei in prima persona
"Come sta??" Le chiese, ma ancora prima di poter aver risposta, Theo le prese il telefono e chiese spiegazioni, era teso ed estremamente spaventato
"Siamo liberi, sono libera... ora chiamo la polizia" disse dopo avergli raccontato la storia.

Non un secondo di attesa, prese le chiavi della macchina, Sarah lo rincorse e si chiusero le portiere alle spalle.
Mai aveva guidato così veloce, poteva dimezzare la durata del viaggio ma non poteva precipitarsi in pochi minuti.

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La polizia arrivò velocemente, Tate fece vedere la dichiarazione degli armamenti e mostrò i video di sicurezza, non c'era nulla di sbagliato, se non la presenza di quell'uomo in casa sua... e questo lei lo sapeva bene.
Gli agenti ricoprirono la scena con cartellini numerati, ma Tate invitò a non sprecarli, offrì del caffè come una buona e libera donna poteva fare.

"Sono sicura avesse un'arma negli stivali, l'aveva anche quando mi stupró decenni fa" disse
L'agente capì poco più, la invitó a sedersi ma lei rifiutó, le piaceva stare in piedi, guardare il corpo di Piers dall'alto verso il basso, posizionato in una forma innaturale e divertente... si disse.

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Quando Theo spalancò la porta di casa Monroe, non trovó molto, ma trovó la madre sorridente.
"Sono libera" ripeté "abbiamo vinto"

Un lungo abbraccio tra i due riempi il cuore della donna tanto da farla crollare e rendere L'adrenalina creatasi prima nulla. Ora era fragile e tra le braccia del figlio cresciuto si sentiva come una bambina ancora ferita.
"Sarah, Sarah" la cercò "dove sei?" Con occhi pieni di lacrime pesanti troppo dense per scivolare via
La abbracciò forte e la riempí di baci come una mamma fa con i figli "sarebbe venuto anche da te"

Come faceva a saperlo?
Lo aveva capito dalla conversazione che aveva avuto con lui. Le aveva detto che era la prima di una lista...
Si sbagliava, perché risultò la prima e l'ultima.

Consegnò i video con audio.

La ragione era dalla sua parte. Si versó un lungo sorso di vino rosso e se lo gustó ad occhi chiusi.
Avrebbe pulito con fierezza il marmo sporco, ma l'avrebbe fatto la mattina dopo... voleva goderselo ancora un po'

Mancavano 4 giorni...
Theo e Sarah si stringevano forte le mani dietro le loro schiene, Sarah era devastata e Theo non riusciva a parlare, la notte passó e il sole risalí imperterrito.

Ora mancano 3 giorni.

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CARISSIMI.
Uno dei miei capitoli preferiti!
We love to see a sweet revenge🤫✨

The Master // IN REVISIONE Место, где живут истории. Откройте их для себя