Capitolo 33

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Ivan's pov

Continuo a rigirarmi fra le coperte, sperando di riuscire ad addormentarmi prima o poi.

Sbuffo sdraiandomi di schiena, scalcio via le coperte e punto lo sguardo sull'orologio appeso alla parete.

Sono le cinque, quindi sono sei ore che non riesco a dormire.
Fantastico.

Gli argomenti che abbiamo trattato a cena, ieri sera, mi hanno fatto aprire gli occhi su molte cose.

Ad esempio il fatto che Anita abbia solo sedici anni, nonostante io l'abbia sempre considerata più grande da quando è qui.

Per tutto il periodo che abbiamo passato insieme, mi è sembrato quasi di essere in una bolla nella quale il tempo non passava mai.

L'arrivo di Marco e Christian mi ha fatto tornare alla realtà, costringendomi a far scoppiare quella bolla e affrontare le mie responsabilità.

Sospiro mentre cambio posizione per l'ennesima volta, spostando lo sguardo verso la finestra.

Il sole è quasi sorto completamente, perciò decido di alzarmi dal letto e fare qualcosa di produttivo, tanto non riuscirò ad addormentarmi.

In corridoio incontro Vladimir, anche lui ha la faccia assonnata e le occhiae, evidentemente neanche lui ha chiuso occhio.

Alza lo sguardo verso di me, passandosi una mano fra i capelli spettinati, ultimamente gli sono cresciuti parecchio.

"giorno" sbadiglia "non hai dormito neanche tu?"

Il suo sbadiglio mi contagia, mi porto una mano alla bocca mentre scendiamo le scale per raggiungere la cucina.
Se non bevo del caffè cadrò per terra dal sonno.

"ho passato tutta la notte a rigirarmi tra le coperte, il pensiero che dovranno tornare in Italia non mi usciva dalla testa"

Mi sorride debolmente, sedendosi sullo sgabello della cucina.

Faccio altrettanto, incrociando le braccia sul ripiano e poggiandovi la testa sopra.

Sento dei passi alle mie spalle e una mano che si posa sulla mia spalla destra, riconoscerei il suo tocco fra mille.

Alzo la testa di scatto, incontrando i suoi occhi verdi, sembra che neanche lei abbia dormito molto, e guardando alle sue spalle mi accorgo che anche Elisabetta sta sbadigliando, un po' più pallida del solito.

Ritorno ad osservare gli occhi verdi, leggermente arrossati, mentre penso a quanto mi sia mancato il mio piccolo koala.

Le sue braccia si avvolgono al mio collo, le mie fanno lo stesso circondando i suoi fianche per stringerla a me, permettendomi, dopo tanto, di sentire di nuovo quell'odore dolce con il quale mi svegliavo la mattina.

Apro gli occhi solo per vedere che anche Vladimir stringe a se Elisabetta, mentre nasconde il volto fra i capelli rosa che stanno perdendo un po' del colore della tinta.

Torno a chiudere gli occhi volendomi concentrare solo su noi due, sul calore della piccola peste che ora stringe la mia maglia in due pugni.

Ascolto il battito del suo cuore, in sincronia con il mio, mi culla come se fosse una ninna nanna e probabilmente, se non fosse per il campanello che suona, ora avrei cominciato ad addormentarmi.

Scosto un po' Anita per andare ad aprire, lei si aggrappa al mio braccio seguendomi in salotto.

Sorrido a questo gesto, dopo tanto tempo che non ci sfioravamo neanche, è bello sentirla vicina di nuovo, anche se sarà per poco.

un amore costretto...forse [in revisione] Where stories live. Discover now