Capitolo 3

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             ☁️Capitolo revisionato☁️

                    You're all that I can trust
                         Facing the darkest day

Anita's pov

"sono iniziate da questa mattina le operazioni dei vigli del fuoco per rimuovere l'albero e mettere la strada in sicurezza.
Gli agenti stanno ancora indagando sull'identità delle vittime e su chi siano i loro familiari.

Passiamo ora alla politica, il sindaco..."

Spengo la televisione non volendo ripensare a ciò che è accaduto ieri.

Non appena sono arrivata a casa mi sono barricata dentro.
Ho chiuso a chiave la porta e serrato tutti gli scuri, tanto che quando mio padre è tornato a casa si è precipitato nella mia camera credendo fossero entrati i ladri.

Non ho avuto il coraggio di raccontargli l'accaduto perciò ho mentito facendogli credere di aver chiuso tutto a causa del temporale.

Da questa mattina i telegiornali non fanno altro che parlare dell'incidente, le immagini del suv schiacciato sotto l'albero sono su tutte le prime pagine dei giornali locali.

Ma la cosa più sconvolgente è la quantità di merce illegale che la polizia ha ritrovato nel bagagliaio dell'auto: pistole, fucili, stupefacenti, sonniferi, catene, siringhe e persino passaporti falsi.

Per questo motivo le indagini ora si stanno concentrando sull'identità di queste persone e sul motivo per cui erano in Italia, visto che a quanto sembra sono di origine russa o quantomeno slava.

Io invece continuo a chiedermi che cosa volessero da me, come mai abbiano tentato di rapirmi.

Pensando a ciò che trasportavano nell'auto il primo pensiero che mi è venuto in mente è che potessero
essere dei criminali.
Non siano criminali qualunque bensì uomini appartenenti alla mafia.

A questo punto un dubbio mi sorge. Cosa posso aver fatto per provocare la mafia russa?

Il mio telefono squilla, interrompendo le mie riflessioni.
Lo recupero dal tavolino davanti al divano e rispondo

"Tesoro come stai? Ho saputo quello che è successo e quando ho riconosciuto la via di casa tua mi sono preoccupata"

L'ansia mi assale nel momento in cui sento la voce della mia migliore amica.
Non posso raccontarle ciò che è successo, andrebbe nel panico più di quanto lo sia io.

"Sì ehm, sto bene. L'albero ha colpito solo la macchina e i due uomini lì vicino, io non ho un graffio"

Solo tanta paura.

"Menomale. Ero così spaventata, soprattutto sentendo ciò che dicono in tv.
È davvero assurdo, le armi... la droga... i documenti falsi... la mafia russa e poi questa storia che sono stati mandati dal boss e..."

Il mio cervello si sofferma su quest'ultima frase, ignorando il resto delle parole che sta pronunciando Elisabetta.

Mandati dal boss.

Mandati dal boss.

Manda...

"Anita mi stai ascoltando?"

Mi risveglio dallo stato di shock cercando di concentrarmi su Elisabetta.

"Sì io...io stavo..."

"Era lo stesso suv vero?"

Cosa?

"Quello che abbiamo visto anche all'università, era lo stesso che è stato schiacciato dall'albero"

un amore costretto...forse [in revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora