Capitolo 2

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             ☁️capitolo revisionato☁️

                 Everything's bond to break
        Sooner or later, sooner or later

Anita's pov

Mi sveglio a causa della suoneria del mio telefono, la voce di Rihanna riempie la stanza prima che io accetti la chiamata.

*sveglia bella addormentata!*

Elisabetta.
Dovevo aspettarmelo, nessuno è così scemo da svegliarmi all’alba.

*scendi dal letto e preparati.
Devi assolutamente accompagnarmi a comprare il vestito che indosserò al mio compleanno*

Ma non è tra due settimane?

“Sei sicura di volerlo comprare adesso?
Hai ancora tempo per trovarne uno”

Conosco Elisabetta da anni, ogni volta che acquista un oggetto in anticipo cambia idea dopo due giorni.

*sono sicurissima, ti aspetto in piazza. Muoviti!*

Sbuffo posando il telefono sul comodino, scosto le coperte e infilo le ciabatte; afferro la maniglia della
porta e la apro dirigendomi in cucina.

Lancio uno sguardo all’orologio, le lancette puntano le sei e mezza…probabilmente a quest’ora i negozi non sono nemmeno aperti.

Mezz’ora dopo esco di casa, chiudo il cancello e infilo la mano in tasca per prendere il telefono.

Dov’è il telefono?

Sbuffo nel momento in cui ricordo di averlo lasciato sul comodino, riapro il cancello per poi entrare in casa
e correre in camera.

Torno giù di corsa, rischiando di fare un volo degno della Nasa e schiantarmi sul pavimento.

Partiamo bene!

Finalmente esco di casa, alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti, a pochi metri da me il tipo in giacca e cravatta.

Sempre con il telefono in mano, se ne sta appoggiato ad un suv della Mercedes scrutando tutto il mio
corpo.

Rabbrividisco al pensiero che mi stia seguendo, infilo le cuffie nelle orecchie e mi allontano verso la piazza.


“Prendo questo”

Sollevo lo sguardo dal telefono per posarlo su Elisabetta, avvolta in un abito bianco dalla gonna ampia e il
corsetto tempestato di payette.

“Ti sposi?”

Non posso fare a meno di prenderla in giro, è la cosa che mi riesce meglio e che mi diverte di più.

“Non ti piace?”

Abbandono la confortevole poltrona sulla quale mi ero accomodata, avvicinandomi a lei e girandole
intorno.

“È molto bello, credo però sia più adatto ad un matrimonio”

Annuisce rientrando nel camerino alle sue spalle insieme alla commessa.

Ma un po’ di privacy?

Girovago per il negozio, accarezzo le soffici stoffe e osservo i vari abiti esposti nelle vetrine.

Il mio sguardo viene catturato da un suv parcheggiato fuori dal negozio.

È identico a quello visto stamattina su cui era appoggiato il tipo, mi ha seguito anche qui?

Basta paranoie Anita, in città ci sono un sacco di suv della Mercedes, voglio credere al fatto che sia una coincidenza.

“Anita!”

Volto le spalle alla vetrina, tornando da Elisabetta la quale ora indossa un abito dal corpetto nero e la gonna
rosa; la gonna le arriva al ginocchio e all’altezza della vita sono disegnate delle farfalle.

“È perfetto”

Sorride regalandomi un caloroso abbraccio, rientra nel camerino uscendo pochi minuti dopo con l’abito in mano.



“Ci vediamo domani, ciao bionda”

Ricambio il suo saluto estraendo poi dalla tasca le cuffiette e mi dirigo verso casa.

Il rumore di un clacson mi fa sussultare, alla mia destra scorgo di nuovo l’auto nera dal quale stanno
uscendo due uomini con dei sacchetti di plastica in mano.

O mio dio!

Seguo l’istinto e ordino alle mie gambe di correre nonostante la paura mi paralizza.

Non esiste che permetta a quelle persone di farmi del male.

Li sento urlare qualcosa in una lingua straniera, le loro voci sembrano vicine perciò aumento il passo
sperando che mia madre da lassù possa proteggermi.

Mamma ti prego…

Avverto delle goccioline di pioggia cadermi sui capelli, direi che la situazione sta migliorando.

Sono quasi giunta al cancello di casa, il petto mi brucia e non ho più fiato nei polmoni ma non posso
fermarmi.
Non ora che sono così vicina.

Il rumore delle ruote che sfrecciano sull’asfalto mi suggerisce che è arrivata la mia fine.
Non so cosa vogliano quei tipi da me ma non sembrano intenzionati ad arrendersi.

Accade tutto così velocemente che non mi rendo neanche conto di non essere più inseguita.
Avverto solo il rumore di un fulmine prima di vedere un albero schiantarsi sulla macchina nera e schiacciare il conducente e di seguito i due individui.

Alzo gli occhi verso il cielo, nonostante la pioggia mi stia inzuppando i vestiti.

So che sei stata tu mamma.

Quando sento il suono delle sirene, probabilmente della polizia, mi allontano in fretta e mi rifugio dentro casa.

Farfalline, ho revisionato anche questo capitolo.

Spero vi piaccia 🦋❤️

un amore costretto...forse [in revisione] Onde histórias criam vida. Descubra agora