Capitolo 34

3.1K 118 11
                                    

Vladimir's pov

Osservo la ragazza dai capelli rosa, seduta vicino alla finestra.

Non voglio incolparla di nulla, e capisco anche quanto si sia sentita tradita dalla decisione di Anita, ma sono convinto che le parole rivolte alla sua amica siano state taglienti.

Sospiro nel momento in cui la sento singhiozzare di nuovo, da quando gli altri sono andati via si sono chiuse entrambe in camera.

Le poso una mano sulla testa, cominciando ad accarezzarle i capelli, mi siedo al suo fianco cercando di stringerla a me.

Solleva la testa osservandomi, la vista dei suoi occhi rossi è come un pugno allo stomaco, ma penso anche ad Anita.

Non credo che lei stia tanto meglio.

"che ne dici di una tazza di tè?"

Annuisce circondandomi il collo con le braccia, permettendomi di prenderla in braccio per scendere in cucina.

La poggio su uno sgabello, per poi mettere l'acqua a scaldare e preparare due bustine di tè.

Una volta che il tè è pronto, le metto la tazza davanti, aspettando che sia pronta a parlare.

"non volevo dire quelle cose"

La osservo in silenzio, soffiando sul tè per farlo raffreddare.

"ero convinta del fatto che Anita sarebbe rimasta qui, abbiamo sempre preso le decisioni insieme"

Elisabetta's pov

La mano calda di Vladimir si poggia sulla mia, alzo lo sguardo su di lui ricevendo in cambio un sorriso.

"non volevo obbligare Anita a rimanere qui, solo che..."

Mi si incrina la voce a causa del pianto, alzo lo sguardo per ricacciare indietro le lacrime.

"...pensavo che saremmo rimaste unite per sempre"

Bevo un sorso di tè, prendendo tempo prima di ricominciare a parlare.

"voglio chiederle scusa, prima che lei riparta"

Annuisce, continuando ad accarezzarmi la mano.

"anche se prenderete strade diverse, potrete sempre rimanere amiche.

Non credo che Anita volesse abbandonarti, solo che in questo momento avete due idee diverse.

Lei sente il bisogno di tornare a casa, tu invece di rimanere qui, perciò è normale che le vostre strade si dividano"

Rifletto sulle sue parole, accorgendomi del fatto che ha ragione.

"vorrei chiedere scusa ad Anita"

Prende le nostre tazze ormai vuote posandole nel lavello, si gira verso di me lasciandomi un bacio sulla fronte.

"dalle un po' di tempo, in questo modo anche tu potrai decidere con calma che cosa dirle"

Christian's pov

Guardo Marco al mio fianco, che mi rifila un sorrisetto irritante.

"ancora due kilomentri"

Gli mostro il dito medio, mentre continuo a correre sul tapis roulant della palestra dell'hotel.

La suoneria del telefono, interrompe la nostra sessione di allenamento, fermo il cronometro e mi dirigo verso il borsone.

"pronto?"

Marco mi osserva, ora fermo anche lui, sorseggiando l'acqua dalla sua bottiglietta.

"sono Tatiana"

Mi manca il respiro per un istante, non sentivo la sua voce da quando ho lasciato lei, Elisabetta e gli altri piccolini.

"ciao Tatiana"

Vedo Marco sgranare gli occhi sentendo il suo nome, anche lui sa che non abbiamo avuto un buon trascorso.

"come posso aiutarti?"

La sento sospirare, conoscendola starà camminando per la strada nervosa.

"vorrei...vorrei sapere come sta Elisabetta e se tornerà a casa"

Passo una mano fra i capelli in difficoltà, non so che cosa risponderle perché nemmeno io so che cosa ha deciso.

"purtroppo non so darti una risposta, Elisabetta..."

La porta della palestra si apre improvvisamente, lasciando entrare proprio mia figlia.

"Tatiana credo che tu possa chiederlo direttamente a lei"

Passo il telefono ad Elisabetta che, guardandomi confusa, avvicina l'oggetto all'orecchio.

"pronto? Ciao mamma"

Anita's pov

Mentre raggiungo Ivan in cucina, lo sento parlare con Vladimir.

"è andata dal padre, voleva chiedere scusa ad Anita ma le ho consigliato di aspettare"

Entro in cucina facendo zittire i due, mi guardano aspettando che dica qualcosa.

In realtà non sono arrabbiata con Elisabetta, credevo di sì invece provo solo uno strano vuoto.

Pensavo che sarei stata malissimo, che mi sarei sentita distrutta per aver perso la mia migliore amica.

Di certo il dolore sarebbe stato meglio rispetto al non sentire nulla, rispetto al sentirmi completamente spenta.

"non dovete smettere di parlare di lei, non sono arrabbiata con Elisabetta.
Ha solo preso una decisione diversa dalla mia"

Vladimir mi poggia una mano sulla spalla, per darmi conforto.

"Elisabetta ha capito di aver sbagliato a dire quelle cose e per questo vuole chiederti scusa.

Ma è anche addolorata dal fatto che le vostre strade si divideranno, sperava che rimaneste unite anche questa volta"

Abozzo un sorriso, volevamo entrambe la stessa cosa pur avendo preso decisioni diverse.

La porta di casa si apre, entrano mio padre, Christian ed Elisabetta.

"siamo qui per sapere quali sono le vostre decisioni e per comunicarvi che abbiamo comprato i biglietti aereo"

Elisabetta mi prende la mano, mi guarda con gli occhi lucidi forzando un sorriso.

"ho deciso di tornare in Italia, ho parlato con mia madre e ho capito che lei e i miei fratelli hanno bisogno di me"

Sposta lo sguardo alle mie spalle e capisco che sta guardando Vladimir.

Mi aspetto che si arrabbi e che le chieda almeno delle spiegazioni, al contrario la abbraccia lasciandole un bacio sulla fronte.

Lo osserva stupita, come tutti del resto.

"qualunque sia la tua scelta io la rispetto, e quando vorrai tornare qui in Russia, ti aspetterò a braccia aperte"

Sorride abbracciandolo, per poi voltarsi nella direzione dei nostri padri.

"quindi tornerete entrambe a casa?"

Mio padre mi osserva con il timore negli occhi, mi avvicino a lui e lo abbraccio.

Mi circonda con le sue braccia, facendomi sentire protetta come quando ero piccolina.

Ivan si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte, mentre riceve un sorriso da mio padre.

"quando vuoi, ti aspetto qui"

un amore costretto...forse [in revisione] Where stories live. Discover now