Capitolo 4

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            ☁️Capitolo revisionato☁️

                                Everyone ran away
                  But we're gonna stay here,
                           we're gonna stay here

Anita's pov

Due settimane dopo.

Apro l’armadio in camera mia estraendo una scatola di cartone bianca, sollevo il coperchio ed estraggo le scarpe nere che indosserò stasera.

Mi siedo sul letto sfilando i piedi dalle comode ciabatte e infilandoli nelle scarpe con il tacco, richiudo il cinturino e mi alzo.
Do un ultimo sguardo allo specchio e poi recupero la pochette posata sulla scrivania uscendo dalla camera.

Mio padre attende alla fine delle scale sorridendo, indossa una camicia bianca e dei pantaloni neri.

“Sei bellissima”

Ricambio il sorriso, afferro la mano che mi porge e infilo il cappotto.

“Andiamo?”

Annuisce, indossa a sua volta la giacca e recupera la chiavi della macchina prima di uscire di casa.

“So che la festeggiata è Elisabetta, ma con quell’abito anche tu farai un figurone”

È un abito rosa lungo fino al ginocchio, con qualche ricamo in pizzo sul corpetto e le spalline.
L’ho scelto della stessa tonalità di rosa di quello di Elisabetta, molto
semplice però, non volendo mettere in ombra la festeggiata.

“Grazie papà”

Quando richiudo il cancello alle nostre spalle lancio un’occhiata alla sinistra della strada, dove l'altro giorno era posteggiato il suv nero ma non vedo nulla.
Né la macchina né l’uomo in giacca e cravatta.
Ho un brutto presentimento.

Una decina di minuti dopo raggiungiamo il parcheggio della villa, mio padre parcheggia l'auto e ci dirigiamo verso l’edificio.

All’entrata riconosco lo zio e due cugini di Elisabetta, tutti e tre con una canna nella mano destra e una birra nella sinistra.
Ottima accoglienza.

“Anita! Sei mucho bellisima stassera”

Miguel, lo zio, allarga le braccia invitandomi ad avvicinarmi per poi stamparmi due baci sulle guance.

“Se yo fossi un pochito più giovane…”

Alzo gli occhi al cielo ma non mi offendo, so che Miguel nonostante ciò che vuole far credere è innocuo.

“Non continuare la frase Miguel o potresti pentirtene”

Il diretto interessato ridacchia alla risposta di mio padre, si scosta dalla porta e ci fa segno di entrare.

“Buon divertimento, chicos”

Appena varcata la soglia veniamo accolti da Tatiana, la madre di Elisabetta, anche lei raggiante, avvolta in un tubino nero.

“Buonasera ragazzi, gracias per essere venuti”

Sorride stringendomi in un abbraccio per poi fare lo stesso con mio padre, il quale le schiocca un bacio sulla guancia,
Tatiana arrossisce e prende i nostri giubbotti indicandomi dove si trova Elisabetta, prima di allontanarsi insieme a mio padre.

“Ciao bellissima”

Mi avvicino ad Elisabetta con il sorriso sulle labbra, la stringo in un abbraccio quando si avvicina e le consegno il suo regalo.

Dopo averlo poggiato insieme agli altri, mi trascina verso il salotto della villa che per l’occasione è stato trasformato in una sala da ballo.

“Non puoi immaginare chi mi ha chiesto di ballare”

un amore costretto...forse [in revisione] Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt