Capitolo 18

6.4K 182 23
                                    

Anita's pov

Sento dei rumori ovattati, ma non riesco a distinguerne la provenienza.

Tento di aprire gli occhi, per capire dove mi trovo, una luce abbagliante me li fa però richiudere.

"si sta svegliando"

Un sussurro leggero, mi arriva alle orecchie seguito da una mano che si posa sulla mia.

Riesco finalmente a mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo.
Le pareti bianche, le luci abbaglianti, l'odore di disinfettante...sono in ospedale.

"Anita"

Ecco di nuovo quel sussurro, mi giro verso la fonte di quella voce, trovandomi davanti una chioma rosa

"Eli!"

La mia migliore amica si fionda su di me, stritolandomi in un abbraccio, che ricambio un po' indolenzita.

"così la strozzi"

Ci giriamo verso la porta, trovando i due amici che sorridono, vedendoci.

Vladimir, per fortuna illeso, ha le mani sui manici della carrozzina su cui è seduto Ivan.
Guardando il moro mi accorgo che ha un livido sotto l'occhio, il labbro spaccato e la gamba destra rotta.

È messo bene!

"come stai?" la sua domanda mi riporta alla realtà, solo adesso mi accorgo che ho il polso destro fasciato e alcuni lividi e tagli sulle braccia.

A parte questo, mi sembra di stare bene, a meno che io non abbia qualche ferita anche sul viso.

"sto abbastanza bene, per essere sopravvissuta ad una bomba.
Tu?"

Cerco di buttarla su ridere, per non mettermi a piangere, sapendo che c'è qualcuno che vuole uccidermi.

Proprio mentre Ivan sta per rispondere, la suoneria del telefono di Elisabetta lo interrompe.

Ci giriamo verso di lei, che afferra il telefono.
La vedo sbiancare, nel momento in cui legge il nome sullo schermo.

Che cosa succede ora?

Elisabetta's pov

Appena il mio sguardo cade sul nome di colui che mi sta chiamando, sento le forze venire meno.

Non mi ha mai chiamato, mi ha sempre mandato dei messaggi...

Vladimir deve essersi accorto del mio cambio di umore, perché mi prende il telefono tra le mani e osserva anche lui lo schermo.

"chi è questo?"

Si gira verso di me, mostrandomi lo schermo del telefono, che continua a squillare.

E adesso che cosa faccio?
Non posso dirgli che un tizio mi minaccia per farmi stare con lui.

"Elisabetta rispondi. Chi-è-questo?"

Contrae la mascella, scandendo parola per parola.

Non posso dirgli la verità, ho paura di ciò che potrebbe fare l'anonimo.

"Io...non lo so"

Osservo le piastrelle della stanza, sono incredibilmente attraenti in questo momento.

Il biondo però, non contento della risposta, mi alza il mento, puntando i suoi occhi nei miei.

"chi ti sta chiamando scimmietta?"

Il suo tono si addolcisce, evidentemente notando che il mio sguardo è terrorizzato.

Non mi resta che parlare...e prepararmi a ciò che il tizio mi farà, quando scoprirà ho parlato con Vladimir.

un amore costretto...forse [in revisione] Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu