Capitolo 8

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           ☁️Capitolo revisionato☁️

                             When there's no one,
                                 no one else around
     We'll be two souls in a ghosttown

Anita's pov

Osservo il soffitto sopra la mia testa cercando di trovare una risposta a tutte le domande che mi vorticano nella mente.

Perché io? Che cosa vuole da me?
Mi lascerà mai andare?
Ed Elisabetta...perché hanno rapito anche lei?

La porta che si apre all'improvviso mi ridesta dai pensieri, portandomi ad alzare la testa e vedere quel deficiente che mi guarda perplesso.

"Che cosa stai facendo?"

Vorrei rispondergli in modo volgare ma scatenerebbe la sua ira quindi mi limito a ignorarlo e tornare ad osservare il soffitto.

"Ti ho chiesto che cosa stai facendo e tu devi dirmelo. Sai che cosa succede se non obbedisci ai miei ordini"

Un elefante si dondolava sopra il...

"Mi hai sentito?"

Due elefanti si dondolavano sopra il...

"Anita!"

Alzo gli occhi al cielo sbuffando.
A quanto pare a qualcuno non piace essere ignorato.

Mi metto a sedere sul letto ma continuo a non rispondere, se voleva una servetta che stesse ai suoi ordini avrebbe dovuto rapire qualcuno più accondiscendente.

"Mettiti le scarpe che trovi dentro l'armadio.
Atterreremo fra pochi minuti"

Detto ciò esce dalla stanza e richiude la porta alle sue spalle. A chiave.
Stronzo.

Decido di obbedire solo per evitare di camminare scalza per tutto l'aeroporto, dove transitano chissà quante persone ogni giorno.

Aprendo l'armadio trovo solo due semplici sneakers bianche, le prendo in mano e mi accorgo che sono del numero giusto.
Quante cose sa su di me?

Quando l'aereo atterra sulla pista l'ansia mi attanaglia lo stomaco, ora che siamo nel suo territorio non posso fare più niente.

Sicuramente avrà le autorità sul suo libro paga perciò sarebbe inutile tentare di chiedere aiuto a qualcuno in aeroporto, probabilmente mi riporterebbero da lui all'istante.

Devo trovare un altro modo di scappare e di portare Elisabetta con me.

La porta si riapre e il russo entra nella stanza con in mano un giubbotto e una sciarpa.
Immagino che, come ha detto prima, non vuole lasciarmi morire assiderata.

Peccato. Persino la morte sarebbe un'alternativa migliore alla prospettiva di farmi trascinare da lui in un posto sconosciuto.

L'unico problema è che da morta non potrei più salvare Elisabetta.
Devo farmi coraggio e trovare una soluzione che salvi tutte e due.

"Vestiti"

Lancia gli indumenti sul letto appoggiandosi allo stipite della porta. Intuisco che non mi farà uscire finché non avrò indossato il giubbotto e la sciarpa.

Li prendo infilandoli velocemente per poi raggiungerlo davanti alla porta, lui però non si scosta.

"Ho indossato quello che volevi, ora fammi uscire. Ho bisogno di aria"

Senza dire nulla si stacca dallo stipite, si avvicina a me e sistema prima il giubbotto richiudendo tutti i bottoni e poi la sciarpa avvolgendola meglio intorno al collo.

un amore costretto...forse [in revisione] Where stories live. Discover now