Capitolo 37

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Anita's pov

Osservo Elisabetta mentre tira dei cuscini verso il muro, dove ha attaccato la foto di suo padre, gli ha disegnato anche delle corna e aggiunto degli insulti.

"sei sicura di non volere che io rimanga qui con te?
Posso dire ad Ivan di rimandare l'appuntamento e..."

Mi interrompe alzando la mano destra, si volta nella mia direzione avanzando verso di me.

"questa è la nostra ultima sera qui, perciò anche se dovesse cadere un meteorite sulla casa, tu devi andare all'appuntamento.

È l'ultima occasione che avete tu ed Ivan, non buttarla via per colpa di quel deficente di mio padre"

Sorride prendendomi a braccetto e conducendomi al piano inferiore, dove i due uomini stanno guardando una partita, bevendo birra.

Afferro il labbro inferiore tra i denti, quando noto la camicia di Ivan aperta e le maniche arrotolate fin sopra il gomito.

Osservo i suoi addominali mentre si porta la bottiglia di birra alle labbra, facendo spostare la mia attenzione sulle vene del braccio.
Noto solo ora una scritta in corsivo sul l'avambraccio.

"hey orsi bruni"

Elisabetta si avvicina a loro, spegne la televisione ricevendo in cambio delle lamentele dai due ragazzi, comodamente sdraiati sul divano.

Arrossisco nel momento in cui Ivan si accorge che lo sto praticamente spogliando con gli occhi.

Anita riprenditi sono solo degli addominali.
Dei bellissimi addominali.

"andiamo?"

Sbatto le palpebre tornando alla realtà, ritrovandomi davanti il moro, con le chiavi della macchina in mano.

"si certo, prendo la borsa"

Mi dirigo in cucina, dove prima ho abbandonato la pochette con il telefono dentro.

Controllo se ci sono notifiche notando due chiamate perse da mio padre, mentre bevo un bicchiere d'acqua per placare i bollenti spiriti.

"eccomi"

Torno in salotto, saluto i due piccioncini e indosso il cappotto che mi porge Ivan.

Fuori sta sera fa parecchio freddo.

Raggiungiamo la macchina, aspetto che Ivan mi apra la portiera ma vedendolo impegnato al telefono, faccio da sola.

Mi raggiunge poco dopo, il telefono in una mano e le chiavi dell'auto nell'altra, e una strana espressione sul viso.

Scommettiamo che è successo qualcosa?

"con chi messaggiavi?"

Fingo di controllare lo smalto mentre lui accende la macchina, uscendo dal vialetto della villa.

"nessuno"

Ovviamente.

"hai la fronte corruciata.
Quindi, a meno che non ti sia venuto il vizio di scriverti i messaggi da solo, e sarebbe preoccupante, qualcuno doveva essere"

Sposta lo sguardo per qualche secondo su di me, prima di riportarlo sulla strada per evitare qualche incidente.
Anche perchè qui in Russia, non sono sicura abbiano un codice stradale.

"adesso non pensiamoci, questa è la nostra serata e voglio concentrarmi su di te"

La sua mano lascia il cambio per posarsi sulla mia coscia, chiudo d'istinto le gambe sentendo un leggero calore al basso ventre.

un amore costretto...forse [in revisione] Where stories live. Discover now