Capitolo 12

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Vladimir's pov

Le guardie accorrono in mio soccorso mettendomi su una barella e portandomi all'interno della casa.

Ivan continua a sparare ma ormai la macchina di quello stronzo è troppo lontana.

Pochi secondi dopo la mia mano viene stretta da quella di Elisabetta, mi guarda spaventata e segue le guardie.

Cerco di sorriderle per tranquillizzarla ma ogni movimento mi provoca dolore.

"non ti sforzare.
Prima lascia che ti fascino la ferita, dopo potrai anche muoverti...non troppo ovviamente"

Afferra la mia mano che ho sul fianco e me la fa posare sulla barella.

"eco signiore, noi portare tu in stanza"

La guardia mi parla in italiano così che possa capire anche Elisabetta.

Ho chiesto ai nostri uomini di cercare di parlare in italiano in presenza sua e di Anita, a meno che non siano affari di lavoro.

"grazie, Elisabetta viene con noi"

Dalla barella mi mettono sul letto, poco dopo arriva il medico e mi toglie la maglia.

"che schifo, c'è sangue ovunque"

La piccola si volta dalla parte opposta, non volevo che vedesse la ferita ma ha voluto mettersi proprio vicino a me.

"ti fa impressione?"

Mi volto nella sua direzione strizzando gli occhi per il dolore.

"хорошо"

La voce del medico mi fa girare per vedere che ha estratto la pallottola e la sta infilando dentro una bustina di plastica.

"fatela esaminare e portatela ai nostri uomini, voglio sapere che tipo di proiettile mi ha colpito.
Voglio i risultati entro una settimana"

Do le indicazioni al dottore e poi lo congedo con un gesto della mano, ora voglio pensare solo alla mia principessa.

"ti fa tanto male?"

I suoi occhioni verdi mi osservano, è appoggiata con il gomito sul letto.

"non troppo, ho passato di peggio.
Tu come stai?"

Prendo una sua ciocca di capelli cominciando a giocarci, in attesa di una risposta.

"diciamo che mi fa un po' impressione vedere il sangue...che significa che hai passato di peggio?"

I suoi occhioni sono fissi nei miei, lascio il suo ciuffo rosa e mi avvicino a lei.
Le nostre labbra sono a pochi millimetri, mi avvicino a lei fino a baciarla.

Ricambia il bacio schiudendo le labbra, introduco la lingua nella sua bocca e comincia una danza meravigliosa.
Le poso una mano sul collo portandola più vicina a me, lentamente mi spingo verso di lei quasi fino a farla distendere sotto di me.

Cerco di alzarle lievemente la maglietta, non voglio spingermi troppo in là ma ho tantissima voglia di baciarle ogni centimetro di pelle...a cominciare dal petto.

Provo ad infilare una mano sotto la maglietta ma si stacca di colpo, mi poggia una mano sul petto allontanandomi.

"lo sapevo, volevi solo quello"

Mi parla con gli occhi lucidi, non faccio in tempo a risponderle che è già fuori dalla porta.
Sbatto il pugno sul materasso pentendomi di aver preteso così troppo.

"cazzo!"

un amore costretto...forse [in revisione] Where stories live. Discover now