Capitolo 7

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Dopo quasi due ore di viaggio arrivammo a Vanderhoof. Appena misi piede sulla banchina della stazione mi resi subito conto che non sarebbe stato facile. Infatti, la cittadina, contava poco più di quattromila abitanti e come per Prince George si suddivideva in due zone.
"Non sarà semplice trovare la mia compagna in mezzo a tutte queste persone." Esordì non appena uscimmo dalla stazione.

"Dai amico non ti abbattere, dobbiamo trovare questa tua benedetta compagna è mettere la parola fine a questa situazione." Replicò Chase passando da un tono di conforto a uno più duro.

"Come per McBride, inziamo dai punti di ritrovo come bar o ristoranti. Poi negozi, supermercati, scuole, librerie e qualunque posto che ti venga in mente. E le biblioteche controlliamo soprattutto le biblioteche pubbliche." Dissi esponendo il piano d'azione.

"Perché le biblioteche?" Chiese Chase, stranito.

"Il suo odore mi ricorda quello di un libro nuovo, o almeno mi sembra." Risposi cadendo nell'incertezza: effettivamente per cercarla sapere il suo odore è praticamente nulla.

"Comunque proviamo così. Iniziamo con la parte più piccola, a sud della città. Poi passeremo alla nord."

"Come conosci la mappa di questo posto?" Domandò di nuovo il mio amico.

"Mentre tu messaggiavi con la tua amata io mi sono fatto descrivere la città da Siri. Effettivamente potrei usarla sempre fa meno domande di te." Replicai, ansioso di mettermi all'opera.

"Touché, al massimo ti risponde 'scusa ma non ho capito'. Dai andiamo ora." Ribatté Chase e finalmente ci mettemmo all'opera.

Passarono ore. Settacciammo ogni luogo della zona a sud della città. Tuttavia ero riuscito a trovare una debole traccia del suo profumo in un caffè, Il Tim Hortons.

Questo mi diede la speranza necessaria per continuare a camminare. Intanto, l'orologio al mio polso continuava a trillare il passare delle ore. Chase non fiatava ed era strano da parte sua visto che, per distrarmi era solito farmi battute. Ma questa volta no.

Questa volta, camminando lungo le strade, cercando nei negozi e nei ristoranti, persi nella folla, eravamo entrambi troppo concentrati per parlare. Io troppo confuso e demoralizzato per scherzare.

Continuammo a cercare fino alle 21:00.
Fu a quel punto che Chase, mi mise una mano sulla spalla e disse: "Aiden, fermati. Sono le nove e abbiamo cercato per tutta la città. Fermiamoci in un bar, mangiamo e poi torniamo a casa. Per oggi non c'è più nulla che possiamo fare."

"E poi? Cosa farò Chase? Che altra pista posso seguire? Hai ragione, abbiamo setacciato tutta la città e l'unica traccia che abbbiamo trovato è in uno stupido caffè. La verità è che ho perso la mia compagna, probabilmente per sempre." Replicai, ammettendo a voce alta la verità. Faceva male, faceva maledettamente male.

Chase si avvicinò, forse per darmi conforto, ma subito mi ricomposi: "Tranquillo sto bene, forse è meglio così. Forse sono più forte così. Andiamo a mangiare forza."

Ed ora, mentre siamo seduti al bancone di uno squallido bar, non posso fare a meno di pensare a quello che ho perso. Mostro la mia aria indifferente mentre il mio lupo piange dal dolore. La mia unica paura si è avverata: rimarrò solo fino alla morte.

Decido di andare in bagno a cambiarmi le lenti a contatto, non tanto perché mi serve, ma solo per fare qualcosa per distrarmi.

Appena entro nell'agusto bagno, mi sciaquo la faccia. Chissà com'è la mia faccia ora, se davvero è così indifferente come credo.
Tolgo delicatamente le lenti e riposiziono quelle nuove, marroni scure, normali. Avevo imparato a farlo negli anni: gli altri, appena vedevano i miei occhi subito facevano domande, troppe per me.

Il Lupo dagli occhi argentatiWhere stories live. Discover now